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PITTORI: Guido Reni

Santa Monica

Santa Monica

 

 

GUIDO RENI

1648

Madrid, Monastero de l'Escorial

 

Santa Monica

 

 

 

 

L'opera di Reni si trova all'Escorial, nel Reale monastero di san Lorenzo. Si tratta di un tondo con la raffigurazione a mezzo busto di Monica, la mamma di sant'Agostino.

Monica è stata rappresentata con le vesti di una monaca agostiniana, come era consuetudine all'epoca, per rimarcare la discendenza delle monache agostiniane direttamente da Monica.

 

a madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37

 

Guido Reni

Guido Reni nacque nel 1575 a Bologna. Crebbe artisticamente nella bottega di Denijs Calvaert, dopodiché frequentò l'accademia dei Carracci. Le opere eseguite fra il 1604 e 1614 mostrano il superamento dello stile manierista, per lasciare il posto ad un modo di dipingere più personale, in cui prevale l'armonia delle forme e l'equilibrio della composizione. Le opere di questo periodo sono gli affreschi della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore a Roma, gli affreschi della sala Delle Dame e della sala delle Nozze Aldobrandini in Vaticano, gli affreschi della Cappella dell'Annunciata al Quirinale. Ben presto produsse i suoi capolavori, quali l'Aurora del Casino di Palazzo Rospigliosi Pallavicini a Roma, la Strage degli Innocenti, il Sansone vittorioso e il Ritratto della madre alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Reni raggiunge la piena maturità artistica con le opere Atalanta e Ippomene alla Galleria di Capodimonte a Napoli, la Madonna del Rosario alla Pinacoteca di Bologna, le Fatiche di Ercole al Louvre, la Lucrezia e la Cleopatra che si trovano alla Pinacoteca Capitolina di Roma. Nelle ultime opere lo stile del pittore si modifica ancora: il colore si fa più spento e la forma perde consistenza come nel San Sebastiano della Pinacoteca di Bologna e l'Adorazione dei Magi della Certosa di San Martino a Napoli. Guido Reni morì a Bologna nel 1642.