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PITTORI: Maestro del Coro

Agostino vescovo e il bambino sulla spiaggia

Agostino vescovo e il bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO DEL CORO

1650-1700

Martigny, Ospizio del Gran San Bernardo

 

Agostino vescovo e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

L'affresco in questo spicchio del Coro, appartiene ad un ciclo più vasto che vede una sequenza di santi legati alle devozioni che erano diffuse nell'Ospizio del Gran San Bernardo.

Proprio sopra l'altare maggiore, il dipinto di più ampio respiro raffigura l'Assunzione della Vergine Maria, mentre nelle nicchie laterali troviamo a sinistra san Bernardo e sant'Agostino, a destra san Michele e san Nicola.

All'estremo opposto del Coro, gli affreschi raffigurano invece la Vergine dell'Apocalisse, tra la Vergine Annunciata e la Vergine della Visitazione.

Fra i due gruppi di affreschi si estende in un ampio spazio il dipinto che raffigura la Trinità.

La stessa Trinità è richiamata dallo spicchio con l'immagine di Agostino.

Il santo, vestito con i paramenti episcopali, la mitra in testa e il bastone pastorale, è ritto in piedi accanto a un fanciullo che ricorda il celebre episodio dell'incontro su una spiaggia.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

Fu Bernardo di Menthon, arciduca di Aosta, che vedendo arrivare regolarmente in città dei viaggiatori stanchi e affaticati provenienti dal passo del Mont-Joux, decise di costruire un rifugio.

Il passo era una delle porte di passaggio nord-sud attraverso le Alpi, a 2472 metri lungo la via francigena, già percorsa in età romana. Il passo veniva considerato tra i più pericolosi d'Europa a motivo delle condizioni meteorologiche e delle aggressioni di banditi Bernard di Menthon, il futuro San Bernardo, si assunse dunque l'onere di costruire un rifugio, che divenne operativo verso il 1045 o 1050. Nell'Ospizio fu insediata una comunità religiosa fondata sul principio dell'ospitalità. Il passo a partire dal XIII o XIV secolo assunse il nome di Gran San Bernardo, mentre un altro rifugio venne fatto costruire sul colle del piccolo San Bernardo, tra la valle d'Aosta e quella dell'Isère in Francia.

Insieme a San Bernardo sul colle si insediò una comunità di canonici agostiniani, i cosiddetti Canonici del Gran San Bernardo. Nel secolo XI San Bernardo li riunì sul passo per aiutare pellegrini e mercanti nella loro traversata delle Alpi. Oggi, ogni membro della Congregazione, sacerdote, fratello laico, oblato, si impegna a vivere il carisma dell'accoglienza nel suo luogo di lavoro e nel suo luogo di vita in comunità, secondo la Regola di sant'Agostino.

La congregazione del Gran San Bernardo conta oggi 45 preti, frati e laici. Cinque canonici e un'oblata vivono tutto l'anno nell'ospizio, altri sei in quello del Sempione. I canonici del Gran San Bernardo sono aiutati da volontari.