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PITTORI: Maestro di san Jacopo

Sant'Agostino e san Giacomo ai piedi del Corcifisso

Sant'Agostino e san Giacomo ai piedi del Corcifisso

 

 

MAESTRO DI SAN JACOPO

XVII secolo

Livorno, chiesa di san Jacopo

 

Sant'Agostino e san Giacomo ai piedi del Crocifisso

 

 

 

Nei sotterranei della chiesa più antica della città di Livorno si possono scoprire interessanti lacerti di storia agostiniana. Scendendo nella cripta gli spazi sono resi angusti da impalcature per salvaguardare le mura secolari, che resistono all'incessante incalzare del mare. Accerchiato da braccia d'acciaio che lo sorreggono si può infine osservare quello che una volta rappresentava l'altare. Di lato si scopre una nicchia, all'interno della quale sgorgava una volta l'Acquaviva. Questo appellativo di "Acqua Viva" definisce da sempre l'area di San Jacopo e della sua chiesa ed era dovuto alla presenza di una sorgente ricca di acqua purissima, situata fra l'edificio della Chiesa e l'adiacente terreno sul quale sorse il Lazzeretto.

Questa sorgente è attestata ancora nel Novecento ed è citata dagli storici dell'Eremo agostiniano di san Jacopo, attualmente occupato dall'Accademia Navale. Questa sorgente di "acquaviva", in una zona paludosa come era il territorio di Livorno, era nota a tutti i marinai che solcando le acque del Tirreno approdavano nel vicino porto.

La sorgente, aperta alle richieste di tutti e garantita dagli Agostiniani, negli anni della costruzione del Lazzaretto fu parzialmente sottratta al libero accesso e deviata a quasi esclusivo uso del nuovo insediamento. Così, da quella nicchia ormai secca dietro l'altare, un tempo i religiosi attingevano la preziosa acqua.

Quattrocento anni fa questo luogo costituiva l'ingresso principale alla chiesa. Poco oltre si intravedono i resti di quello che fu il cimitero dei morti del lazzaretto. L'ossario presente, che ne contiene ancora le spoglie mortali, ne è testimonianza.

La parte più recente della chiesa è stata costruita sopraelevandola sui resti della più antica e la sua storia, tra verità e leggende, conduce ad una origine databile alla fine del XII secolo.

Le leggende locali dilatano i tempi fino a un passato lontano, addirittura il 44 d. C., quando Santi ed eremiti andavano a cercare riparo nei dintorni cercando, tra anfratti e grotte, di sfuggire alle persecuzioni.

In questo periodo di primo Cristianesimo, si tramanda dell'arrivo di Apostoli e Santi come Giacomo il Maggiore (San Jacopo) fermatosi all'Acqua Viva, per la presenza di quell'acqua dolce e pura; mentre nel 382 d. C., nel suo pellegrinare, a Sant'Agostino, sulla stessa scogliera a mare, appariva Gesù Cristo.

Del periodo in cui luogo di culto rimase per molti secoli in custodia degli Agostiniani restano alcune testimonianze iconografiche come quella a fronte che associa le leggende relative ai due santi Jacopo ed Agostino, che avrebbero visitato il luogo.

Nella raffigurazione i due santi sono ritti in piedi in contemplazione del Cristo crocifisso: a sinistra san Giacomo porta in testa in cappello dei pellegrini del suo celebre Cammino, in testa ha un'aureola e con la mano sinistra regge un bastone a forma di croce. Dall'altro lato Agostino, vestito da vescovo, si regge con la destra sul bastone pastorale. In testa porta la mitra e un'aureola nera gli cinge il capo. Sotto il piviale Agostino porta l'abito nero dei monaci agostiniani, secondo una consuetudine diffusa nell'Ordine. Giacomo e d Agostino hanno lo sguardo rivolto al Cristo in croce che con le sue braccia aperte sembra volerli accogliere a sé. Alla base della croce un cranio ricorda il Golgota, mentre sullo sfondo si intravede un accenno a montagne in lontananza.