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PITTORI: Sorri Pietro

Trinità in gloria, sant'Ansano, san Giovanni Battista, sant'Agostino, san Girolamo, san Pietro e santa Caterina da Siena

Trinità in gloria, sant'Ansano, san Giovanni Battista, sant'Agostino,

san Girolamo, san Pietro e santa Caterina da Siena

 

 

SORRI PIETRO

1600-1622

Siena, Pinacoteca Nazionale

 

Trinità in gloria con i santi Agostino, Ansano, Giovanni Battista, Girolamo, Pietro e santa Caterina da Siena

 

 

 

Il dipinto che raffigura la Trinità in gloria con sant'Ansano, san Giovanni Battista, sant'Agostino, san Girolamo, san Pietro e santa Caterina da Siena è conservato a Siena nella locale Pinacoteca Nazionale. Il quadro è stato realizzato con la tecnica della carta applicata su tela e misura cm 46 in altezza 46 e 31.5 in larghezza. Nella fascia alta è stata raffigurata la Trinità con il Cristo fra le braccia del Padre attorniato da molti angeli alati.

Nella fascia inferiore si accostano numerosi santi attorno alla figura centrale di sant'Agostino, che è stato proposto come un vecchio vescovo, nel rispetto della iconografia tradizionale fin troppo conservativa.

Il santo è inginocchiato e con la mano destra tiene un sottilissimo bastone pastorale. Con la sinistra fa un gesto quasi di benedizione, mentre il viso è profondamente rivolto verso l'alto in estrema attenzione alla Trinità.

In testa porta la mitra, sul corpo indossa un elegante piviale fermato sul petto da una borchia. Il viso, con una folta e densa barba, manifesta un atteggiamento estatico, completamente slegato dagli episodi che gli stanno capitando intorno.

Alla sua destra stanno in piedi sant'Ansano, seminascosto, e san Giovanni Battista che si appoggia sul caratteristico bastone con una croce in testa.

Alla sua sinistra san Girolamo è tutto intento a leggere un libro, mentre san Pietro si apre a invocare con ardore la trinità. Da ultimo la scena è chiusa da una presenza femminile che si rivolge in preghiera alla Trinità. Si tratta di santa Caterina da Siena.

 

 

 

Pietro Sorri

Nacque a San Gusmè nel 1556. A Firenze fu accolto nella bottega di Arcangelo Salimbeni dove apprese i primi rudimenti di pittura. In seguito passò nella bottega di Domenico Passignano di cui sposò una figlia divenendone oltre che allievo anche genero. Soggiornò e fu attivo in varie città fra cui Venezia (1582-1587), Genova (1596), Firenze (1603-1610), Roma (1611-1612). La sua formazione pittorica è piuttosto composita: agli inizi della sua attività prevale nel suo stile l'impronta fiorentina e senese, ma, avanzando negli anni, si avvicina ad uno stile manierista caratterizzato dalla robusta modellazione delle forme. Il suo pennellare risentì in particolare dell'influsso di Tintoretto e Veronese (nei quadri "Miracolo di santa Caterina" a Siena; "Santa Caterina" in Fontebranda; l'Adorazione dei Magi, nel Duomo di Siena) e di Luca Cambiaso (si vedano gli affreschi alla Certosa di Pavia, in collaborazione con A. Casolani nel 1599). Il suo allievo più importante e più conosciuto fu Bernardo Strozzi. Numerose sue opere si conservano a Siena e in Toscana. Morì nel 1622 a Siena.