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PITTORI: Trevisani Francesco

Triplice incoronazione di san Nicola con la Vergine, Agostino e il Cristo. Particolare della figura di Agostino

Particolare della figura di Agostino

 

 

TREVISANI FRANCESCO

1690-1700

Narni, chiesa di sant'Agostino

 

Triplice incoronazione di san Nicola con la Vergine, Agostino e il Cristo

 

 

 

Questa tela dipinta a olio delle dimensioni di 170x280 cm, è la pala d'altare della cappella di san Nicola della chiesa di sant'Agostino a Narni. Sulla cimasa è raffigurato Iddio Padre benedicente. Il dipinto rappresenta una apoteosi di san Nicola, che è stato raffigurato a corpo intero con un ampio saio nero immerso fra le nubi. Sul petto ha il simbolo del sole raggiante e nella mano destra tiene un giglio. Nella mano sinistra tiene un libro aperto con la scritta PRECEPTA PATRIS MEI AUGUSTINI SERVAVI ET MANEO IN EIUS DILECTIONE.

In basso le due figure d'angolo guidano lo spettatore a entrare nella scenografia: in realtà sono la personificazione allegorica del diavolo "diabolus, mundus et caro." Nicola volge lo sguardo verso l'alto dove siede sant'Agostino che regge nelle mani la prima corona. Cristo porta la seconda corona e la vergine porta la terza, fiorita. I tratti morbidi e delicati e l'eleganza delle forme rimandano ai modi stilistici di Francesco Trevisani, un artista nato a Capodistria nel 1656 e morto a Roma nel 1746. Trevisani fu attivo nella cattedrale di san Giovenale dove dipinse, fra il 1714 e il 1715, tre opere per la beata Lucia Broccadelli.

 

 

Francesco Trevisani

Nasce a Capodistria nel 1656 ed apprende i rudimenti della pittura a Venezia prima nella bottega di Antonio Zanchi e poi in quella di Giuseppe Heintz. Nel 1678 si trasferisce a Roma, dove sostanzialmente visse tutta la sua carriera artistica. Suo protettore nella città eterna fu il cardinale veneziano Pietro Ottoboni, nipote di Alessandro VIII, uno dei più importanti mecenati di quegli anni. Per il cardinale lavoravano il giovane Filippo Juvarra e vari compositori importanti quali Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti e Georg Friedrich Händel. A Roma Trevisani conobbe una larga fortuna che riverbera nei tre dipinti con Storie della Passione di Cristo nella cappella del crocifisso e negli affreschi della cappella di S. Chiara a San Silvestro in Capite (1696-1697). Altre sue opere importanti sono i cartoni per i mosaici della cappella battesimale della Basilica di San Pietro e l'ovale con il profeta Baruch per San Giovanni in Laterano (1718). da non trascurare anche la pala con la Morte di S. Giuseppe nella cappella Sacripante a Sant'Ignazio e quella con l'Estasi di S. Francesco nella Chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco. Sua è anche la pala d'altare, che raffigura la Madonna con il Bambino e sant'Antonio, sull'altare maggiore della Basilica di Nostra Signora a Mafra in Portogallo.

Tipico della sua pittura è un languido stile sentimentale, con il pathos seicentesco che sfuma nell'elegia. Pittore, ma anche poeta, Trevisani fu affiliato all'Accademia dell'Arcadia.