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PITTORI: Maestro Manuel

Sant'Agostino cardioforo rapito dalla Trinità

Sant'Agostino cardioforo rapito dalla Trinità

 

 

MAESTRO MANUEL

1776

San Pedro Cholula, chiesa di santa Barbara di Almoloya

 

Sant'Agostino cardioforo rapito dalla Trinità

 

 

 

Il riquadro che raffigura sant'Agostino si trova nella fascia inferiore di un grande Retablo che narra alcuni episodi della vita di santa Barbara, patrona della chiesa di Almoloya nella città di san Pedro Cholula in Messico.

Questo comune si trova nello stato di Puebla e fa parte della valle di Cholula, che si trova nella parte centro-occidentale dello Stato.

Su questo territorio esistono ancora varie strutture architettoniche, come la zona archeologica di Cholula, che appartennero alla cultura Olmeca e Ximeca nel periodo pre-classico.

Il riquadro, che ci presenta Agostino, offre una immagine diffusa nella sua iconografia, dove il santo si trova seduto nel suo studio davanti a un libro aperto su cui sta scrivendo con una penna che impugna con la mano destra.

Un cuore fiammante si sprigiona dal suoi petto mentre la mano sinistra si appoggia quasi mimando un atto di preghiera.

Sul tavolo è stata deposta la mitra in segno di umiltà. Non si notano altri simboli riconducibili alla sua dignità episcopale, quanto piuttosto si nota la nera tunica dei monaci agostiniani. lo sguardo del santo si rivolge verso un punto ben preciso avvolto da nuvole. Su tratta del triangolo che simbolizza la Trinità, che Agostino sta perscrutando. E' probabile che il testo che si accinge a scrivere il santo riguardi proprio il mistero della Trinità.

 

Agostino è stato il primo teologo latino ad avere affrontato in maniera rigorosa e sistematica il tema della Trinità, di natura squisitamente teologica e pertanto particolarmente astratto. Le sue radici sono nello stesso Nuovo Testamento dove, con Pietro e soprattutto Paolo, si fa del Cristo una persona divino-umana, e dove si fa del dio ebraico l'unico padre del Cristo, per cui questi gli diventa figlio unigenito. Nello stesso vangelo di Giovanni, si parla dello Spirito come di un "consolatore" mandato agli uomini in attesa della fine dei tempi.

Il De Trinitate è un testo fondamentale di Agostino che fu iniziato nel 399 e pubblicato nel 419. Agostino non era il primo in Occidente a scrivere su questo tema: già l'avevano fatto, seppure in modo frammentario, Tertulliano, Ilario e Ambrogio di Milano che hanno sicuramente influenzato la sua teologia. Ma è soprattutto Plotino, col suo neoplatonismo, a costituire un punto di riferimento privilegiato. Agostino lesse anche le opere trinitarie di Atanasio, Basilio, Gregorio Nazianzeno, Epifanio, Didimo il Cieco, ma non sembra che questi padri del mondo greco o orientale abbiano influito molto sul suo pensiero.

Il De Trinitate prende le mosse polemizzando con gli ariani, gli eunomiani e i sabelliani. Lo scopo infatti è quello di dimostrare che la Trinità è il solo unico vero Dio in tre persone. Il procedere speculativo di Agostino è di tipo astratto-concreto-astratto. Egli cioè parte dall'unità o unicità di Dio, considerata come un'idea ormai consolidata dopo che la polemica contro i politeisti è finita da un pezzo, per porre solo successivamente la pluralità delle tre persone, concludendo infine con le loro opposizioni di relazione. L'unità della divinità in tre ipostasi è garantita dall'unità della sostanza. La diversità delle persone, cioè della loro identità, è per così dire assorbita dalla loro unità.