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PITTORI: Pittore bergamasco

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

PITTORE BERGAMASCO

1700-1750

Aviatico, località Amora, chiesa di san Bernardino da Siena

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il dipinto che ritrae sant'Agostino è stato eseguito da un pittore che ha operato nell'ambito bergamasco nel XVIII secolo. Il santo è stato raffigurato come vescovo e Dottore della Chiesa. Agostino è seduto e regge con le mani un libro chiuso, simbolo della sua enorme attività letteraria a difesa ed esaltazione della dottrina della Chiesa. Il bastone pastorale sta alla sua destra infisso nel terreno. Alla sua sinistra si osservano due angioletti nascosti fra le nuvole.

Agostino ha un viso segnato dal tempo, con una folta barba bianca che gli copre le guance. In testa porta la mitra e lo sguardo è rivolto verso una direzione indefinita che si perde in un orizzonte lontano.

La chiesa attuale nel medioevo era un tempio dedicato a Maria Ausiliatrice che venne rifatto ed affrescato varie volte con colori adatti all'ambiente, arricchito di pitture e sculture di valore. La chiesa passò successivamente sotto la protezione di San Bernardino da Siena. Nel 1754 vista la profonda devozione della popolazione verso il nuovo edificio religioso, il vescovo di Bergamo Mons. Duzini emise il decreto che elevava il tempio a parrocchia.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6