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PITTORI: Maestro ungherese

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO UNGHERESE

1770

Budapest, chiesa di santo Stefano Primo Martire

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Una faccia del parapetto dell'ambone barocco presente a metà chiesa, ha per immagine una scena leggendaria che vede coinvolto Agostino nel suo tentativo di trovare una soluzione al mistero della Trinità. L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

La leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149). Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità.

La raffigurazione dell'episodio sul parapetto dell'ambone rispecchia la narrazione della leggenda. Agostino, che indossa la tonaca dei monaci agostiniani, è ritto in piedi davanti a un bambino che gioca con la sabbia e scava una buca dove riporre l'acqua del mare. Sullo sfondo si vede un lungo orizzonte con rade piante a corollario. In cielo si notano alcune nuvole.

 

Nel medioevo, la chiesa e il monastero dell'Ordine Agostiniano sorgevano vicino all'estremità di Buda vicino al Ponte Margherita, completamente distrutto in epoca turca. Dopo la liberazione di Buda, l'ordine agostiniano ritornò in questo luogo e nel 1707 fu costruita una cappella sul luogo dell'odierna chiesa in onore del primo martire di Santo Stefano. La cappella si rivelò presto piccola e nel 1753 iniziò la costruzione della chiesa odierna. Il progetto è di Máté Nepauer, un architetto di Buda. La chiesa fu completata solo nel 1770, quando fu consacrata da Károly Zbiskó in onore del Vescovo bosniaco di Bosnia, Santo Stefano Primo Martire e Santo Stefano Primo Re Ungherese.

Nel 1785 l'imperatore austriaco Giuseppe affidò la chiesa all'ordine francescano. La chiesa sorge accanto al monastero e sulla facciata sopra l'ingresso principale si innalzano due campanili simmetrici. Tra questi troviamo statue della Vergine Maria, Santa Monica e San Nicola da Tolentino. L'interno della chiesa è in stile barocco: l'altare maggiore fu realizzato da János Henrik Jager, un maestro intagliatore di Buda, mentre le sue sculture sono state realizzate da Károly Bebo. La pala dell'altare maggiore raffigura il protomartire Stefano ed è stata dipinta da Lajos Márton. Nelle tre cappelle laterali troviamo le statue di S. Agostino, S. Guglielmo, della Vergine Maria della Consolazione e San Bonaventura. Le vetrate, disegnate intorno al 1970, sono state progettate da Hajnalka Kontulyné Fuchs e raccontano in otto scene storie della vita di San Francesco. Sul parapetto dell'ambone barocco per la predica ci sono tre rilievi, la cui presenza ricorda l'originario l'insediamento agostiniano: nel primo vediamo S. Agostino che dà la regola alle monache, nel secondo Agostino scrive le Confessioni e nel terzo Agostino incontra un bambino in riva al mare.