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PITTORI: Capella Francesco

San Marco Evangelista e Sant'Agostino

San Marco Evangelista e Sant'Agostino

 

 

CAPELLA FRANCESCO

1779

Seriate, chiesa del SS. Redentore

 

San Marco Evangelista e Sant'Agostino

 

 

 

Francesco Capella,pittore veneziano, dipinse nel 1779 questo affresco con i santi Marco e Agostino per la chiesa di Seriate. Dipinto con la tecnica ad affresco l'opera si presenta ancora in un discreto stato di conservazione.

I due santi sono seduti uno di fronte all'altro, entrambi intenti a scrivere. La forza evocativa di san Marco lascia intendere che l'evangelista stia indicando ad Agostino l'argomento su cui scrivere.

Il santo vescovo di Ippona, con in mano una penna d'oca, è come in attesa, intento ad ascoltare quanto sta dicendo san Marco per poi dargli corpo nello scritto che si prepara a completare sulla pagina del gran libro aperto che tiene sulle gambe. Alle sue spalle un angioletto porta in mano un cuore fiammante. Il santo ha un aspetto piuttosto maturo, con una folta barba e fluente che gli copre il viso. In testa porta la mitra, ma non v'è cenno al bastone pastorale. La scena è viva, soprattutto per la dinamicità che anima i movimenti dei corpi dei due santi.

 

 

Francesco Capella

Nato a Venezia nel 1711 da Francesco e Luigia Varida, fu conosciuto fin dai primi anni con il soprannome di Daggiù, tanto che in alcune citazioni viene addirittura menzionato come Francesco Daggiù detto il Cappella. Fin da giovane mostrò una grande inclinazione alla pittura, per cui i genitori lo indirizzarono subito allo studio ed alla pratica artistica, facendogli frequentare la bottega di Giovanni Battista Piazzetta. Il maestro influenzò notevolmente lo stile del ragazzo, che portò a lungo nel suo bagaglio artistico le caratteristiche pittoriche di Piazzetta. I primi dipinti di Francesco Capella erano lavori di completamento di affreschi del Piazzetta stesso. Fra il 1744 e il 1747, Capella si iscrisse alla Fraglia dei pittori Veneziani, anche se non conosciamo suoi dipinti prima del 1746. La sua fama raggiunse un livello notevole dato che nel 1747 cominciò ad essere conosciuto anche nella lontana città di Bergamo. L'elevata quantità di richieste, specialmente in ambito sacro, spinse Francesco Capella a farsi aiutare nell'esecuzione delle opere da alcuni dei suoi alunni. Verso il 1770 dipinse un Sant'Agostino e una Santa Monica per la chiesa di Santo Spirito a Bergamo.

La sua attività proseguì fino al 1780 circa, dopodiché Capella si ritirò a vita privata, fino alla morte che lo raggiunse nella sua casa di Bergamo all'età di 73 anni nel 1784.

Le sue prime opere seguivano quasi completamente lo stile del maestro Giovanni Battista Piazzetta, ricalcandone i toni armoniosi e le scelte cromatiche luminose, con una spiccata predilezione verso colori quali l'azzurro, il rosa ed il viola. Spiccava in particolare una grande raffinatezza nelle forme, accompagnate da grandi contrasti in chiaroscuro. Una svolta si ebbe attorno al 1750 quando l'artista, approdato a Bergamo, venne influenzato dal nuovo contesto ed ampliò quindi il suo bagaglio artistico, indirizzandosi verso soluzioni cromatiche molto più varie, nonché avvicinandosi a Giambattista Tiepolo, con cui collaborò nella decorazione della Cappella Colleoni di Bergamo. Il suo rapporto con Venezia andò affievolendosi. Quando ritornò in città trovò una mutata tendenza artistica, incentrata su un classicismo a cui rimase estraneo, preferendo abbracciare definitivamente la scuola lombarda. Ne risultò un'evoluzione che lo portò a curare notevolmente anche i paesaggi, fino ad allora utilizzati soltanto per fini decorativi. Gli ultimi anni della sua carriera artistica furono contrassegnati da un recupero dello stile tardo-barocco, con una successiva involuzione dovuta a composizioni più volte ripetute, con un freddo accademismo ed un largo utilizzo dei suoi alunni della bottega.