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PITTORI: Anonimo di Compičgne

Agostino e il cuore fiammante

Agostino e il cuore fiammante

 

 

ANONIMO DI COMPIEGNE   

1700 circa

Compičgne, Monastero delle Carmelitane dell'Incarnazione

 

Agostino e il cuore fiammante

 

 

 

 

L'opera, di autore ignoto, risale al XVIII secolo ed č conservata al Carmelo di Compičgne in Francia. L'autore ha ritratto Agostino vestito da vescovo e seduto ad un tavolo: il suo viso non č anziano, ma la folta barba č grigia. Il capo č luminoso perché una luce intensa lo avvolge. Con la mano destra impugna una penna d'oca, con cui scrisse centinaia di opere che hanno sorretto la civiltą cristiana occidentale.

Con la mano sinistra invece Agostino regge un cuore fiammante, che in un certo modo lo identifica iconograficamente. Esso simboleggia il suo grande amore per la Trinitą di Dio che seppe esprimere magnificamente nelle Confessioni. Il cuore fiammante appare relativamente tardi nella iconografia, pur essendo una leggenda diffusa in etą tardo medioevale.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore cosģ grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrą di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterą per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore č l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta č attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Cosģ, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3