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PITTORI: Giacinto Diano

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

DIANO GIACINTO

1775

Brighton, Hove Museums e Art Galleries

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa bella tela dipinta ad olio raffigura sant'Agostino che offre il suo cuore fiammante d'amore del la Divinità. Di piccole dimensioni, misura infatti 44x51 cm, questo quadro, conservato all'Hove Museums and Art Galleries a Brighton, ha una forte dinamicità espressiva e una struttura celebrativa del santo.

L'opera è probabilmente di committenza agostiniana napoletana, poiché Agostino sotto il piviale episcopale porta la nera tunica propria dei monaci eremitani agostiniani. Questo genere di raffigurazione si ritrova frequentemente all'interno delle committenze agostiniane perché aveva lo scopo di mostrare pubblicamente l'origine dell'Ordine legandolo alla figura di sant'Agostino, come Padre fondatore di cui seguivano la regola. In questa occasione Agostino è seduto su una specie di scala con alle spalle una balaustra da dove si affacciano delle suore che ammirano estasiatela scena. Il santo con una torsione del busto riesce a dare vivacità e dinamismo alla rappresentazione, che viene ulteriormente ampliata grazie alle braccia allargate e alla mano sinistra che si alza verso l'alto offrendo il cuore fiammante, uno dei simboli agostiniani più emblematici e così caro alla sensibilità barocca.

Agostino indossa il piviale, in testa ha la mitra e il suo viso, rivolto verso l'alto, evidenzia la presenza della barba. Ai piedi di Agostino troviamo un giovane angelo seminudo che indica con la mano destra un passo di un grande libro aperto. Alla rinfusa su diversi piani il pittore ha disposto altri libri, un mantello, il bastone pastorale e un vaso, simbolo della ricchezza spirituale del santo.

 

 

Giacinto Diano

Giacinto Diano, noto anche come Giacinto Diana, nacque a Pozzuoli nel 1731. Fu avviato alla pittura nella bottega di Francesco De Mura (1696-1782), che ne influenzò le opere giovanili. Nel 1752, il giovane Diano si trasferì da Pozzuoli a Napoli, dove fioriva l'arte e culturale per la presenza dell'illuminato re Carlo III di Borbone. Soprannominato 'o Puzzulaniello, Diano riuscì rapidamente ad affermarsi e nel 1773 ottenne la nomina di professore di Disegno e maestro di Pittura nella Reale Accademia di Belle Arti. Diano realizzò una ricca produzione artistica, sparsa in diverse località dell'ex Regno Borbonico e a Napoli. Numerose sue opere si trovano anche a Pozzuoli nel Duomo, nella cappella del Seminario vescovile e in Santa Maria delle Grazie. I suoi lavori più importanti sono le tele eseguite tra il 1758 e il 1760 per la chiesa di San Raffaele Arcangelo, oggi trasferite a Napoli. Trascorse gli ultimi anni in miseria in una casa dei quartieri spagnoli, dove morì nel 1803. Fu sepolto nella chiesa dell'Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di cui era confratello. L'attività di Diano fu proseguita da diversi allievi, tra i quali troviamo Gaetano Gigante, fondatore della Scuola di Posillipo, che conobbe in Giacinto Gigante il più noto esponente.