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PITTORI: Maestro di Haslach

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI HASLACH

1700-1750

Haslach an der Mühl, il Calvario

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

 

La statua si trova lungo la via del calvario di Haslach an der Mühl. Esa raffigura Agostino vescovo in piedi sopra un notevole piedistalli dove si legge la scritta S: AUGUSTIN. Nella mano destra regge un cuore fiammante, un suo tipico simbolo nell'epoca barocca e tardo barocca.

Il santo ha uno sguardo fiero e nello stesso tempo autorevole, quasi volesse invitare i fedeli a seguirne l'esempio.

Nella mano sinistra regge un grosso libro chiuso. In testa porta la mitra, mentre una fluente barba riccioluta gli scende dal mento fin sul petto.

 

La parrocchia è stata fondata nel tardo medioevo nell'area che dipendeva da San Floriano ed è diventata autonoma assieme alla chiesa di St. Oswald nel Seicento. La chiesa parrocchiale di san Nicola è senza dubbio la più imponente chiesa tardo gotica del Mühlviertel superiore.

La sua parte più antica è costituita dall'attuale presbiterio con volte a coste che risale al 1350 circa. L'attuale navata centrale è stata costruita verso il 1480. Della originaria struttura neogotica sono rimasti solo l'altare maggiore, i due altari laterali e il pulpito. Gli altari sono stati riccamente intagliati sono della bottega di Josef Keplinger all'incirca verso il 1890. Dalle opere relative al periodo barocco si sono conservate l'immagine di San Nicola sulla parete nord della chiesa e il corpo del crocifisso sulla parete sud del presbiteri. Una notevole statua di Maria Immacolata è stata ristrutturata assieme al fonte battesimale verso il 1776.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3