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PITTORI: Antonin Kern

Sant'Agostino cardioforo alla Narodni Galerie, chiostro di S. Giorgio, Praga

Sant'Agostino cardioforo

 

 

ANTONIN KERN

1734-1737

Narodni Galerie, chiostro di S. Giorgio, Praga

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

Il dipinto che proviene dal chiostro del monastero di Strahov è oggi conservato al Narodni Museum di Praga nel chiostro di san Giorgio. L'autore dipinse quest'opera tra il 1734 e il 1737. Kern, un pittore boemo settecentesco, nacque a Decin nel 1710 e morì piuttosto giovane nel 1747 a Drázd'any. L'opera a soggetto agostiniano è una pittura a olio di discrete dimensioni su tavola di 171,5 x 112 cm. Il soggetto scelto da Kern ritorna su molteplici motivi tipici della iconografia agostiniana: il santo vi è raffigurato come vescovo, ha una folta barba scura che gli copre il viso. In testa porta la mitria, mentre un uomo in secondo piano, dietro le sue spalle, gli regge il pastorale.

Appaiono i tradizionali simboli del cuore infiammato, che Agostino offre a Dio con la mano destra, mentre un angelo, che gli volteggia sopra la testa, gli indica la divinità. Di fronte al santo si nota un tavolo su cui è appoggiato un libro aperto con un calamaio in cui è intinta una penna. Sono i tipici suoi attributi che derivano dalla cultura seicentesca e che vogliono significare il suo grande amore per Dio, la ricerca della verità, spesa al servizio della Chiesa con la produzione di una sterminata serie di libri, anche polemici, e la sua accurata e inesauribile ricerca dello splendore di Dio attraverso la conoscenza del mistero della Trinità. Di Kern sono conservate nello stesso museo altre opere a carattere però prevalentemente profano secondo il gusto del primo Settecento, fra cui diversi ritratti di nobiluomini e nobildonne. 

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3