Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Jeronimus F. Kohl

PITTORI: Jeronimus F. Kohl

Sant'Agostino cardioforo a Praga sul ponte di san Carlo

Sant'Agostino cardioforo

 

 

JERONIMUS F. KOHL

1709

Praga, Ponte di san Carlo

 

Sant'Agostino e il bimbo sulla spiaggia

 

 

 

Lungo il maestoso Ponte Carlo, in corrispondenza di 15 piloni sono disposte delle statue che sono in larga maggioranza ancora quelle collocate tra il 1706 e il 1714, opera dei migliori scultori allora operanti a Praga. La statua 22 è dedicata ad Agostino con ai piedi un bambino: posta in opera nel 1708 ad opera di Jeronimus Kohl, l'attuale è una copia del 1974. Il ponte Carlo venne impostato nel 1357 da Peter Parler come tratto centrale della "Via Reale" attraverso la Moldava. Dal 1870 è intitolato all'imperatore Carlo IV che lo fece costruire.

Oltre che collegamento fortificato tra la metà mercantile e quella governativa di Praga, il ponte è stato storicamente luogo di trattative, di esazione di gabelle, di composizione di controversie e di esecuzione di condanne. La sua struttura gotica a 16 piloni, a reggere un percorso un po' curvo, di m 516x10 ricalca il tracciato e poggia su alcune delle fondazioni di un preesistente ponte, anch'esso in pietra (1158-60), dedicato a Judita moglie di re Vladislao I e distrutto da una piena nel 1342.

La statua di sant'Agostino di fronte alla piazza Na Kampe si impone per la sua semplice maestosità ricca di simbologia agostiniana. Il santo vi è raffigurato come Vescovo e Dottore della Chiesa: con la sinistra impugna il pastorale, mentre con la destra leva al cielo un cuore fiammante, simbolo che caratterizza dal XVI secolo il suo amore per Dio. Ai suoi piedi si trova un bambino che richiama un'altra diffusa leggenda medioevale relativa allo studio della Trinità. Sulla sinistra sono invece ammucchiati alcuni libri che ricordano celebri opere che scrisse a difesa della dottrina cristiana contro Pelagio, Donato e i manichei.

La lapide riporta: Doctorum Principi Magno Religionum Patriarchae Divo Patri Augustino Pietas Filialis Erexit.

 

La leggenda del bambino incontrato sulla spiaggia è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.