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PITTORI: Jan Kryštof Liška

Jan Krystof Liska, sant'Agostino, Naradoni Galerie, chiostro di san Giorgio, Praga

Agostino cardioforo

 

 

JAN KRYSTOF LISKA

1700

Narodni Museum di Praga nel chiostro di san Giorgio

 

Agostino cardioforo

 

 

 

L'opera di Liska (1650-1712) è conservata al Narodni Museum di Praga nel chiostro di san Giorgio. L'autore è nato a Vratislava verso il 1650 ed è morto a Lubus presso Slezsku nella repubblica ceca nel 1712. La tavola è dipinta a olio e misura 55,5 x 33,5 cm. Proviene dal monastero cistercense del castello Nanebevzeti a Plasich. Era conservato in precedenza nel chiostro di Strahov a Praga (strahov deriva da strahovat che significa sorvegliare, poichè il monastero sorge su una altura che domina Mala Strana all'ingresso del Castello di Praga.

Il pittore ha raffigura un sant'Agostino che ricalca gli stereotipi di fine Seicento: il santo è seduto ad una scrivania. Con la destra impugna una penna con cui vorrebbe scrivere, mentre con la destra tiene in mano un cuore fiammante. La penna si riferisce alla sua vasta produzione letteraria, mentre il cuore è il classico simbolo che lo identifica nella iconografia del secolo e che vuole significare il suo grande amore per Dio. Indossa gli abiti vescovili ed ha lo sguardo rivolto verso il cielo con un atteggiamento estatico.

Una folta barba gli copra il viso giovanile. Dello stesso autore nel museo praghese sono conservati anche altri dipinti fra cui un santo papa, sant'Ambrogio, l'ascensione di Maria Vergine, una crocifissione, l'episodio delle stigmate di san Francesco, san Felice, una deposizione dalla croce e una scena più arcadica che ricorda Arianna e i vecchioni. 

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3