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PITTORI: Pittore di Martinengo

Madonna con Gesù Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Agostino

Madonna con Gesù Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Agostino

 

 

PITTORE DI MARTINENGO

1700-1749

Martinengo, frazione di Cortenuova di Sopra, chiesa del Sacro Cuore e di S. Giovanni Battista

 

Madonna con Gesù Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Agostino

 

 

 

Quest'opera, di ignoto autore, proviene dall'ambito culturale e pittorico bergamasco del primo Settecento. L'anonimo pittore vi ha raffigurato in una scena piena e composita la Madonna con Gesù Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Agostino.

La Vergine con in braccio il Bambino Gesù è collocata al vertice di un ideale triangolo con alla base Agostino e il Battista. I due santi sono raffigurati secondo i dettami iconografici loro propri. Il Battista ha fra le braccia una croce ed ai piedi un agnello mentre con le mani indica Gesù. Agostino, a destra, ha i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra. E' inginocchiato e ai suoi piedi c'è un libro aperto mentre con la mano destra fa un ampio gesto di umiltà e di compiacimento che è in perfetta sintonia con l'espressione estatica del viso.

Dipinta con la tecnica ad olio la tela misura cm 170x140 ed è collocata nella chiesa del sacro Cuore di di S. Giovanni Battista nella frazione Cortenuova di Sopra.

Questa chiesa risulta per la prima volta nel 1260 tra le chiese di Bergamo e nel 1699 come appartenente alla parrocchia di Martinengo. Era un edificio assai modesto, con facciata senza alcun ornamento salvo un affresco sopra la porta. Su proposta del Vescovo Marelli, nel 1925 si procedette alla costruzione di una nuova chiesa dedicata al Sacro Cuore. Il progetto, affidato al capomastro architetto Gervasoni, comprendeva un edificio in stile neogotico lombardo, come usava allora, con in facciata paraste abbinate ai lati con relativi pinnacoli sulla sommità. L’aula interna è scandita in tre campate da archi traversali a sesto acuto che reggono spioventi in legno. Il presbiterio è coperto da voltine incrociate e l’abside, a cinque lati in tensione angolare, da catino a spicchi e conseguenti lunette. Nel 1936 su disegno del sacerdote D. Francesco Magri, fu eretto lo snello campanile tutto in cotto a vista con leggiadra cuspide gotica.

 

« Io sono voce di uno che grida nel deserto » Giovanni è la voce, il Signore, invece, «in principio era il Verbo» (Gv 1,1). Giovanni voce nel tempo, Cristo in principio Parola eterna. Togli la parola, che cos'è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l'orecchio, non apporta nulla alla mente. Nondimeno, proprio nell'edificazione della nostra mente, ci rendiamo conto dell'ordine delle cose. Se penso a quel che dirò, la parola è già dentro di me; ma, volendo parlare a te, cerco in qual modo sia anche nella tua mente ciò che è già nella mia.

Cercando come possa arrivare a te e trovar posto nella tua mente la parola che occupa già la mia, mi servo della voce e, mediante la voce, ti parlo. Il suono della voce ti reca l'intelligenza della parola; appena il suono della voce ti ha recato l'intelligenza della parola, il suono stesso passa oltre; ma la parola, a te recata dal suono, è ormai nella tua mente e non si è allontanata dalla mia. Perciò il suono, proprio il suono, quando la parola è penetrata in te, non ti sembra dire: «Egli deve crescere ed io, invece, diminuire» (Gv 3,30)? La sonorità della voce ha vibrato nel far servizio, quindi si è allontanata, come per dire: «Questa mia gioia è completa» (v. 29). Conserviamo la parola, badiamo a non perdere la parola concepita nel profondo dell'essere.

AGOSTINO, Discorso 293, per la Natività di Giovanni Battista