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PITTORI: Giuseppe Mastroleo

La Trinità in gloria con la Madonna, San Giuseppe, San Giovanni Battista, Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e Sant'Agostino

La Trinità in gloria con la Madonna, San Giuseppe,

San Giovanni Battista, Sant'Ignazio di Loyola,

San Francesco Saverio e Sant'Agostino

 

 

GIUSEPPE MASTROLEO

1730-1740

Artnet, asta online

 

La Trinità in gloria con la Madonna, San Giuseppe, San Giovanni Battista, Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e Sant'Agostino

 

 

 

Quest'opera attribuita a Giuseppe Mastroleo raffigura la Trinità in gloria con la Madonna, San Giuseppe, San Giovanni Battista, Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e Sant'Agostino. Questo olio su tela misura 76 x 50,5 cm.

Al centro della composizione, piuttosto articolata, troviamo la Trinità con la figure di Gesù, che regge la croce, Iddio padre e lo Spirito santo sotto forma di colomba. Ai due lati opposti della triade trinitaria siedono su una nuvola la Vergine Maria e san Giuseppe.

Nel piano inferiore si sviluppa la teoria dei santi che in ginocchio adorano la Trinità. Da sinistra si possono riconoscere i santi Giovanni Battista che regge nella mano destra la palma, simbolo del martirio, sant'Ignazio di Loyola fondatore della congregazione dei Gesuiti, san Francesco Saverio dal volto giovanile con in mano un giglio bianco e infine, all'estrema destra la figura di Agostino vestito da vescovo e dal volto maturo.

 

 

Giuseppe Mastroleo

La fonte principale per conoscere la vita e l'attività artistica di questo pittore nato a Napoli nel 1676 è la sua biografia scritta da Bernardo De Dominici, inserita in coda a quella di Paolo De Matteis, di cui egli sarebbe stato il miglior discepolo insieme a Nicola De Filippis e Bernardes Peresi.

Al seguito del maestro, Mastroleo si recò a Parigi tra il 1703 e il 1705. Avrebbe quindi soggiornato a Roma tra il 1723 e il 1726.

Grazie alla mediazione di De Matteis ottenne la commissione di sei grandi dipinti raffiguranti episodi legati alla storia dell'abbazia di Montecassino.

Fin verso i cinquant'anni sembra dunque che la sua carriera si sia svolta all'ombra del celebratissimo De Matteis.

L'attività del Mastroleo a Napoli nel quarto decennio del Settecento è nota grazie ai contratti che sottoscrisse per i lavori che eseguì. Al 1730 risale una pala d'altare raffigurante S. Irene per la chiesa di S. Maria degli Angeli a Pizzofalcone; al 1733 risale una delle tele con Storie della Vergine e di S. Anna nella chiesa della Pietà dei Turchini.

La sua firma e le date 1736 e 1738 compaiono anche in due delle tre cappelle da lui decorate con tele e affreschi nella chiesa della Nunziatella. A questo periodo risale il Martirio di S. Erasmo in S. Maria la Nova, dove riprende modelli seicenteschi sull'esempio di altri pittori napoletani d'inizio Settecento.

Il suo stile si discosta poco dai toni devozionali e dalla resa purista e accademica propria della produzione finale di De Matteis, a cui lo lega anche l'uso di una gamma cromatica ridotta.

Nell'ultima fase della sua carriera ottenne diverse commissioni per chiese di provincia, soprattutto in Puglia. Morì a Napoli nel 1744.