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PITTORI: Maestro di Prosto

Madonna della cintura con sant'Agostino e santa Monica nell'Oratorio di San Cassiano a Prosto di Piuro

Madonna della cintura con sant'Agostino e santa Monica

 

 

MAESTRO DI PROSTO

1650-1699

Prosto di Piuro, Oratorio di San Cassiano

 

Madonna della cintura con sant'Agostino e santa Monica

 

 

 

Nell'atto di trasporto della Collegiata da sant'Abbondio a Prosto di Piuro nel 1664 si precisò che tale decisione era valida "finché non sia costruita una chiesa dedicata a san Cassiano" patrono del paese sepolto dalla frana.

Dopo il trasporto della Collegiata, quasi tutti i vescovi di Como, in occasione delle loro visite pastorali, sollecitarono la costruzione di un oratorio annesso alla chiesa dell'Assunta di Prosto da dedicare al patrono Cassiano. Il vescovo Torriani voleva una "cappella grande e capace sotto il titolo ed invocazione di S. Cassiano" e così nel 1672, rispondendo a una richiesta di autorizzazione, chiese "il disegno della pianta della chiesa della Beata vergine con sua situazione delinenando il luogo di detta nova cappella con sue misure giuste."

A gennaio 1673 dopo "un sindicato del consiglio parochiano della chiesa di Prosto" venne trattata la questione della "capella maggiore e choro grande" di san Cassiano, che si voleva in un primo tempo collocare al posto della cappella di sant'Agostino, da ricostruire presso la sagrestia.

Nel 1690 si tornò all'idea di ingrandire la cappella di sant'Agostino. Ma non se ne fece nulla fino al 1764 quando si decise di costruire la cappella verso la nuova sede dell'ospitale che sorgeva appresso la chiesa. Poiché il nuovo Oratorio doveva servire alle Confraternite dei Cinturati di sant'Agostino e del Santissimo Sacramento, l'onere delle fondazioni e del reperimento dei materiali fu addebitato loro. Alla Fabbriceria fu assegnato il pagamento delle maestranze. Nel 1765 l'Oratorio era già finito e il vescovo delegò l'arciprete a benedirlo.

Al centro dell'Oratorio ci sono tre grandi pale: quella centrale raffigura il martirio di san Cassiano: altre due tele, della stessa misura, sono ai lati. Quella di sinistra raffigura la Vergine con il Bambino in grembo e i santi Pietro e Paolo.

La tela di destra ci presenta la Madonna della cintura con il bambino e san Giuseppe, che porge la cintura a sant'Agostino in presenza della madre Monica. Ai loro piedi ci sono due angioletti che reggono fra le mani la mitra del vescovo Agostino e un libro aperto simbolo della sua straordinaria attività apologetica. Sia Agostino che Monica sono vestiti con gli abiti dei monaci agostiniani.

Non è ancora chiaro se questa, come le altre tele, sia stata realizzata espressamente per questo Oratorio o se provenga da altra sede originaria. La sua presenza è in ogni caso da collegare alla presenza nella chiesa dell'Assunta di Prosto di una Confraternita dei cinturati di sant'Agostino. Lo stile esecutivo assegna l'opera al tardo Seicento.

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.