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PITTORI: Scultore di Puebla

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SCULTORE DI PUEBLA

1750-1770

Puebla, chiesa S. Maria de Gracia

 

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua raffigura Agostino vescovo con in mano un cuore fiammante. Allo stesso tempo il santo regge un grosso libro. La statua è collocata sull'altare maggiore della chiesa conventuale dell'ordine agostiniano.

Il titolo appropriato della chiesa  è quello dell'Incarnazione della Madonna, ma è soprattutto nota come chiesa di "Santa María de Gracia". Quest'ultima dedicazione è utilizzata perché sostenuta dall'Ordine che vi ha officiato, vale a dire i monaci Eremitani di S. Agostino. La costruzione della chiesa iniziò nel 1555, tuttavia, data la grandiosità del progetto fu aperta al culto tardivamente e ancora non era conclusa nel 1612. La facciata della chiesa presenta diverse nicchia che contengono le sculture di Santa Monica e altri santi notevoli dell'Ordine, tra cui San Nicola da Tolentino, San Guglielmo da Tolosa e San Juan de Sahún. La navata centrale della chiesa è di notevoli dimensioni su cui si affacciano le cappelle laterali. La struttura dell'edificio venne gravemente danneggiata 1863 quando fu adibita a uso militare, perdendo il suo aspetto originario e gli arredi barocchi.

Altri gravi danni furono provocati dai terremoti del 1874 e del 1999.

 

Il santo Padre fondatore dell'Ordine è stato qui raffigurato tenendo conto della sua tradizionale e più diffusa iconografia. Indossa i paramenti episcopali con la mitra in testa e la croce del vescovo che pende sul petto. Con la mano destra impugna il bastone pastorale, mentre la mano sinistra regge contemporaneamente un grosso libro chiuso e un cuore rosso fiammante. il volto del santo ha un aspetto ancora giovanile con una folta barba nera che gli copre il mento. il suo sguardo è misticamente rivolto verso il cielo.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3