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PITTORI: Maestro di Reichersberg

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa scrive trattati

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa scrive trattati

 

 

MAESTRO DI REICHERSBERG

1700-1750

Reichersberg, Abbazia Canonici Lateranensi

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa scrive libri e trattati

 

 

 

A Reichersberg sorge una Abbazia di Canonici Lateranensi di regola agostiniana fondata nel 1084 dal nobile Wernher con la sua sposa Dietburga, in occasione della morte del loro giovane figlio unico Genhard.

Il Nobile trasformò il suo castello in un monastero che seguiva la regola dei Canonici. L'insediamento ebbe un primo sviluppo sotto la direzione del grande teologo Gerhoch abate dal 1132 al 1169. L'Abbazia era soggetta agli arcivescovi di Salisburgo e si trovava sul confine ungherese, dove i canonici sono rimasti attivi fino ai nostri giorni. Il piccolo monastero romanico-gotico fu distrutto da un incendio nel 1624 e la immediata ricostruzione nel Seicento portò all'attuale grandioso edificio in stile barocco. L'Abbazia dovette sopportare numerose vicissitudini legate alle guerre, ma riuscì a sopravvivere tanto che il monastero Reichersberg può contare su più di 900 anni di esistenza ininterrotta.

Nella chiesa dell'Abbazia si conservano numerosi affreschi, fra cui questo che raffigura Agostino vestito da vescovo che scrive un libro. L'Agostino delle Confessioni è anche poeta. Gli studiosi non hanno tralasciato d'illustrare quest'aspetto. " È il suo senso di poesia - scrive uno di essi - che dà alla realtà spirituale un volto ed una voce, alla realtà sensibile un'anima ed un palpito, sicché, mentre la prima viene accostata a noi senza perdere la sua immateriale purezza, la seconda, senza che ne abbiamo la concretezza visibile, ci si fa scala per salire a Dio ".

Ed un altro afferma che tutte le qualità di Agostino scrittore, che furono molte, non spiegano la loro efficacia " se non si tiene conto della grandezza del genio poetico del figlio di Monica ". La poesia è l'espressione più alta delle vibrazioni dell'anima, spesso della mistica. Così fu per Agostino. La sua fu la poesia dell'amore, dell'amicizia, della bellezza, del bisogno di Dio, della speranza; la poesia, per dirla con un sua immagine, d'un " filo d'erba assetato ": " Non abbandonare i tuoi doni - dice egli a Dio -, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato".

Si sa che le Confessioni sono una lettera a Dio, nella quale Agostino narra, loda, ringrazia, adora, implora, canta; canta le profondità abissali del cuore umano e le misericordie di Dio. L'uomo e Dio: ecco i due temi sui quali tesse i tredici libri delle Confessioni. Essi, scrive rileggendoli, " lodano Dio giusto e buono per i miei mali e per i miei beni, e verso di lui sollevano l'intelligenza e il cuore degli uomini."

La lode si trasforma spesso in preghiera d'implorazione o in ascesa interiore fino alle vette più alte della contemplazione. Nelle Confessioni ci sono le pagine più affascinanti dell'esperienza contemplativa agostiniana, pagine che si collocano per la forza narrativa e mistica tra le più belle della spiritualità cristiana. Aveva ragione uno scrittore, che era insieme filosofo e poeta, di dire, riferendosi alla narrazione dell'estasi di Ostia, che è una pagina di " profonda poesia " e " una delle cose più vertiginose dello spirito ... "; con essa " nasceva per la prima volta la poesia dell'estasi, il poema della comunicazione con Dio, la vertigine sublime dell'altezza, lo stupendo ascendere dell'anima sino all'assoluto Amore ... "