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PITTORI: Maestro di Ripi

Incoronazione di S. Nicola da Tolentino con Dio Padre, la Vergine e S. Agostino

Incoronazione di S. Nicola da Tolentino con Dio Padre, la Vergine e S. Agostino

 

 

MAESTRO DI RIPI

1750-1770

Ripi, chiesa di sant'Agostino

 

Incoronazione di S. Nicola da Tolentino con Dio Padre, la Vergine e S. Agostino

 

 

 

Il dipinto raffigura S. Nicola da Tolentino, stranamente ritratto calvo, e risale alla seconda metà del Settecento. La tela, che si trova nella chiesa di sant'Agostino a Ripi, è dominata dalla figura del Santo che giganteggia al centro, con in una mano un giglio e nell'altra un libro aperto. Il santo indossa il saio agostiniano e sul petto si può notare il sole raggiato che lo contraddistingue nella sua iconografia. Un suo piede calpesta Satana, il mondo e la carne. Il suo sguardo si volge verso l'alto nella contemplazione di Dio Padre e, ai lati, la Vergine e S. Agostino, che gli porgono ognuno il diadema della vittoria.

La corona gli viene conferita per i suoi meriti e la giustificazione si trova scritta nelle due pagine del libro aperto che regge con la mano sinistra. Vi si legge infatti la dichiarazione della sua fedeltà al dettato agostiniano e alla sua Regola: DEUS CERTANTEM SPECTAT. DEFICIENTEM SUBLEV. ET VINCENTEM CORONATUR D. AUGUSTIN SUPER PSALM XXXV. San Nicola regge nella mano destra due suoi attribuiti iconografici relativi a significativi episodi della sua vita: il giglio e il crocifisso. Sul petto troviamo un ulteriore simbolo iconografico, che lo contraddistingue specificamente e cioè il sole raggiato. Sopra di lui tre corone stanno per essere posate sul suo capo. La prima gliela offre la Vergine, o fors'anche Monica se consideriamo che indossa una veste nera, La seconda sta per essergli messa in capo da due angeli, mentre la terza è fra le mani di sant'Agostino. Quest'ultimo indossa il piviale, ma si nota chiaramente anche la tonaca nera dei monaci eremitani, secondo una consuetudine di lunga durata diffusa fra gli agostiniani dettata dalla convinzione che Agostino fosse il loro autentico fondatore. Agostino porta in testa una mitra bianca e regge fra le braccia anche il bastone pastorale. Il suo viso, benché maturo nella espressione, ha un aspetto ancora giovanile con una folta e lunga barba nera che gli scende fino al petto. Lo scenario in cui si svolge l'incoronazione è spoglio, quasi a voler concentrare l'attenzione sul puro avvenimento che sta accadendo. Il santo è in piedi sul mondo e ai suoi piedi giacciono incatenati il diavolo e una donna, simboli del peccato e della tentazione che il santo seppe vincere in più occasioni.

La chiesa è dedicata ai santi Agostino e Bartolomeo. Le prime documentazioni che la riguardano così come l'adiacente convento risalgono all'inizio del 1600. Precisamente nel 1605 la Comunità di Ripi fece richiesta ai padri Agostiniani di Cori perché venissero ad operare a Ripi in un luogo che Bartolomeo Stefanio Ripano avrebbe messo a disposizione.

Nel corso del Settecento chiesa e convento vennero ampliati ma nell'Ottocento con l'avvento del Regno d'Italia furono confiscati dallo Stato e i monaci dovettero andare via. La chiesa si presenta a unica navata con l'abside fornita di volta a catino. Un'artistica balaustra di marmo proveniente da un altro edificio sacro delimita il presbiterio. A destra dell'ingresso si trovano le cappelle di S. Tommaso da Villanova, quindi della Madonna della Cintura con S. Agostino e S. Maria, a sinistra quella di S. Nicola da Tolentino e di Gesù Crocifisso con S. Rita da Cascia e S. Chiara da Montefalco. Le tele collocate sugli altari raffigurano i Santi cui è dedicato l'altare corrispondente. Dietro l'altare maggiore è collocata una grande tela che raffigura S. Bartolomeo apostolo: il Santo, ritto in estasi, senza vesti per l'esecuzione capitale, tende il braccio in un anelito estatico. Ai suoi piedi, in un atto di stupore e venerazione, sono dipinte due figure di devoti sotto lo sguardo ammirato di angeli. Il dipinto è attribuito al polacco Kuntze Tadeus. Sul lato destro su un altare si trova la tela che raffigura il vescovo agostiniano S. Tommaso da Villanova. La tela seicentesca presenta il Santo rivestito dei paramenti solenni con piviale e mitra, nel gesto di dispensare elemosina a una povera donna con un bambino. Sempre sul lato destro si trova un'altra tela che mostra la Madonna della Consolazione o della cintura con ai lati Agostino e Monica, vestiti della nera tunica dei monaci eremitani, in atto di ricevere la Cintura. La tela risale alla seconda metà del 1700. Attiguo al presbiterio nel lato sinistro, collocato sull'altare, di ignoto autore c'è il dipinto del Crocifisso con le due grandi mistiche agostiniane S. Chiara da Montefalco e S. Rita da Cascia.