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PITTORI: Giambattista Tiepolo

Madonna della Cintura e santi

Madonna della Cintura e santi

 

 

GIAMBATTISTA TIEPOLO

1735

Milano, Galleria Poldi Pezzoli

 

Madonna della Cintura e santi

 

 

 

Il dipinto fu acquistato nel 1855 da Gian Giacomo Poldi Pezzoli da A. Cassani. La tela dipinta a olio, delle dimensioni di 180x102 cm, ha una composizione che la divide in due aree.

Nella parte superiore la Madonna, fra le nuvole, volge lo sguardo al cielo fra un tripudio di angeli. Nella mano destra tiene un rosario, mentre nella sinistra impugna la propria cintola. Nello spazio sottostante, sopra un pavimento lastricato marmoreo, compaiono quattro santi, di cui tre facilmente riconoscibili. Si tratta di san Nicola da Tolentino con la stella luminosa sul petto, Monica con la tonaca nera di suora e Agostino in abito vescovile con il piviale ornato da figure di santi.

Più incerta è l'identificazione del santo posto a sinistra con un calice in mano, genuflesso su un gradino del basamento di una colonna. Probabilmente di tratta di san Giovanni da Sahagun. Nicola, vestito con il tipico saio nero, ha sembianze giovanili ed è in atto di osservare estasiato la Vergine. Agostino volge invece lo sguardo verso l'osservatore, ponendosi come intercessore fra la sacra apparizione e i fedeli, forse con lo scopo di coinvolgerli emotivamente nella scena.

La presenza di santi agostiniano fa supporre che la tela sia stata originariamente eseguita per un convento o una chiesa dell'Ordine. Le figure della Vergine, dei santi e degli angeli occupano completamente l'area della tela e sono le uniche protagoniste della composizione poiché manca ogni aspetto paesaggistico.

L'opera è caratterizzata da una luce calda e dorata nella resa di sfondo, da una leggerezza di tocco e da un armonioso cromatismo nelle vesti dei protagonisti, che realizza un armonioso impasto di colori. il dipinto presenta numerose analogie con la Madonna e quattro santi della chiesa della Madonna della Consolazione a Pirano e con la Madonna e tre santi al Museo Puskin di Mosca. Qualche critico d'arte, per le caratteristiche stilistiche, ritiene che l'opera sia piuttosto frutto di un collaboratore di bottega sotto la direzione di Tiepolo stesso.

 

La devozione agostiniana per la Madonna si è espressa nei secoli attraverso la devozione alla Sacra Cintura, di cui Tiepolo dà in questa occasione una rappresentazione non troppo originale. La tela è oggi conservata a Milano nella Galleria Poldi Pezzoli.

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.  

 

Giambattista Tiepolo

Tiepolo fu il più potente, rigoglioso e influente pittore europeo del Settecento almeno nella prima diffusione del gusto illuminista e classico. Ha dettato il gusto per la grande decorazione signorile nelle corti reali. Ai vastissimi affreschi è legata soprattutto la sua fama di artista: ma Tiepolo va considerato un pittore versatile, capace di svariare in numerosi campi dell'arte e di adattarsi ai soggetti, alle tecniche e alle dimensioni più diverse. Allievo di Gregorio Lazzarini, il giovane Tiepolo si iscrive a 21 anni alla corporazione dei pittori di Venezia. Nel 1719 sposa Cecilia Guardi: la sua attività abbandona le tenebre del barocco per aprirsi a scene sempre più solari e vivacemente colorate, passando per il recupero della grande tradizione veneta rinascimentale.