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PITTORI: Maestro di Trisulti

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI TRISULTI

1700-1750

Collepardo, Certosa di Trisulti

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Sulla parete di fondo del presbiterio della chiesa di san Bartolomeo, all'interno della Certosa, si trova un dipinto della Madonna col Bambino che chiama i primi certosini di Grenoble a perseverare nella vita religiosa alla presenza di S. Pietro. L'opera di G. Bittelli, un pittore del XIX secolo, si trova sulla stessa parete, dove, appoggiati a due finestre chiuse da grate fanno bella mostra di sé due busti in terracotta che rappresentano Sant'Ambrogio e Sant'Agostino. I due busti risalgono al XVIII secolo e raffigurano i due santi nelle loro vesti episcopali.

 

La Certosa di Trisulti sorge a Collepardo nel frusinate. Nell'antichità l'intera area era famosa per l'abbondanza delle sue piante e delle sue erbe. Lo storico tedesco Febronio ha definito questo territorio "Orto del Centauro Chirone", maestro di Esculapio. Nel 983 S. Domenico abate ovvero S. Domenico da Foligno o S. Domenico da Sora si trasferì in questa zona vivendo da eremita per tre anni. Attorno all'anno 1000 venne costruita la primitiva chiesa di S. Bartolomeo, di cui rimangono alcuni ruderi.

Papa Innocenzo III dei conti di Segni fece costruire nel 1204 il successivo complesso monastico, che fu affidato a monaci certosini. La nuova chiesa gotica venne dedicata alla Vergine Assunta, a S. Bartolomeo apostolo e a S. Bruno, fondatore dei certosini. Consacrata nel 1211, venne ampliata e trasformata in parte in forme barocche con la facciata che risale al 1798, realizzata dall'architetto Paolo Posi. Nel 1947 la Certosa venne affidata alla Congregazione di Casamari. Il nome "Trisulti" deriverebbe dal nome del distrutto duecentesco Castello di Tres saltibus appartenuto ai nobili Colonna. La sua posizione lo poneva tra tre valichi, che conducevano verso il Regno di Napoli, l'Abruzzo e i possedimenti della Chiesa.

L'antica farmacia del monastero, del XVIII secolo, è costituita da vari ambienti su due livelli. Nella farmacia si possono vedere i vasi in cui erano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti, che erano reperibili sui monti adiacenti alla Certosa.