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PITTORI: Piga

Sant'Agostino con il cuore fiammante a Vilnius, chiesa dei santi Pietro e Paolo, cappella di S. Agostino

Sant'Agostino cardioforo

 

 

PIGA

XVIII secolo

Vilnius, chiesa dei santi Pietro e Paolo, cappella di S. Agostino

 

Sant'Agostino con il cuore fiammante

 

 

 

La lituana chiesa dei santi Pietro e Paolo fu affidata ai Canonici lateranensi nel 1638 che la lasciarono nel 1864. La loro presenza è ancora percepibile nella Cappella dedicata a sant'Agostino di cui i Canonici Lateranensi seguono la regola. Nella grande tela opera probabilmente di un certo Piga, come si può supporre dal cartiglio posto sotto i libri ai piedi di Agostino, ci presenta il santo nella sua più tradizionale iconografia. Agostino impugna con la sinistra il bastone pastorale e indossa il mantellino dei Canonici: ai suoi piedi una coppia di angeli gli offre la mitra episcopale e un cuore fiammante, uno dei simbolo che lo caratterizza dal Quattrocento in poi e che sta a significare il suo immenso amore per Dio. Lo sguardo stesso del santo, rivolto compuntamente verso l'alto alla ricerca della divinità, amplifica questa sensazione che il pittore è riuscito ad ottenere con buona efficacia.

La Basilica di San Pietro e Paolo è una chiesa di notevole spessore artistico in stile barocco che racchiude molti capolavori di arte italiana e lituana. Al suo interno presenta un ricchissimo ornamento di sculture e dipinti.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3