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PITTORI: Maestro di Waidegg

Agostino e il bambino in riva al mare

Agostino e il bambino in riva al mare

 

 

MAESTRO DI WAIDEGG

1727

Waidegg, chiesa di san Tommaso

 

Agostino e il bambino in riva al mare

 

 

 

Sul pulpito della chiesa di san Tommaso a Waidegg si scopre una scena leggendaria dove Agostino incontra sulla riva del mare un bambino che sta giocando con l'acqua sulla sabbia. In realtà in questo caso il bambino che ha nella mano sinistra un cucchiaio mostra al santo un grande libro aperto, il De Trinitate, invitandolo a leggere un passo indicato con l'indice. Agostino a sua volta lo osserva e con l'indice della mano destra ripercorre il testo.

Il volto del santo è abbozzato senza particolari qualità artistiche. Ha una lunga barba grigiastra, un aspetto maturo e porta in testa una semplice mitra. Lo stesso abbigliamento episcopale è in tessuto povero, senza ricami.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

 

La chiesa di Waidegg si trova nella parrocchia di Kirchbach e viene menzionata per la prima volta in un documento del 1485.

La chiesa oggi è un piccolo complesso barocco seicentesco con una lunga navata, che fu ampliata nel 1725. La torre costruita nel 1690 sul lato nord del coro ha finestre a sesto acuto. La facciata della chiesa è ornata da lesene con eleganti cornici sulle finestre. La balaustra è dipinta su un lato con due angeli che suonano strumenti musicali mentre al centro si trova un'iscrizione che cita l'imperatore Ferdinando I. Gli affreschi della prima metà dellì'Ottocento sono stati dipinti da Christof Brandstätter. Sul soffitto del coro è stata raffigurata la Santa Trinità. I dipinti nella navata mostrano il martirio di san Floriano e Maria Immacolata, san Sebastiano e san Tommaso, sotto i quali c'è una veduta della chiesa di Waidegg con la rappresentazione di una processione.

Negli anni 1676-1678 fu realizzato l'altare: l'immagine centrale mostra l'incredulo Tommaso, mentre l'immagine superiore indica la Madonna col Bambino. Su un lato ci sono le figure dei santi contadini Isidor e Notburga. Gli altari laterali (1726-1728) recano le statue di san Floriano e Sebastiano. Il pulpito che risale al 1727 conserva i dipinti dei quattro Padri latini della Chiesa. Il fonte battesimale barocco fu realizzato tra il 1670 e il 1690.