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PITTORI: Nicolò da Bologna

Agostino fra due frati inginocchiati

Agostino fra due frati inginocchiati

 

 

NICOLO' DA BOLOGNA

XIV secolo

Bologna, Museo Civico, Ms. 598 fol. 5v

 

Agostino dottore della Chiesa

 

 

 

Agostino è raffigurato in questo occhiello di un manoscritto quattrocentesco come vescovo e Dottore della Chiesa: ha un aspetto giovanile, è vestito con accuratezza sia pure in grande semplicità di atteggiamento. L'opera è attribuita a Nicolò da Bologna, un ottimo amanuense che ha prodotto dipinti di buon pregio. Il dipinto si trova sul manoscritto Ms 598 al foglio 5v, che è conservato nel Museo Civico di Bologna.

Ai piedi di Agostino sono inginocchiati in preghiera due frati, che si riconoscono facilmente per l'abito chiaro e per il taglio dei capelli. Lo stesso Agostino porta sotto il piviale il medesimo saio chiaro. Il santo tiene nella mano sinistra il pastorale, mentre con la destra regge un libro semiaperto: difficile l'interpretazione: potrebbe essere la Regola, potrebbe essere una allusione alla sua prodigiosa produzione letteraria. Sullo sfondo Nicolò ha dipinto due piccole verdi colline con alberi stilizzati, che riescono a creare un'ambientazione surreale.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

Niccolò di Giacomo da Bologna (1325-1403), comunemente noto come Niccolò da Bologna, è stato uno dei miniatori più importanti e prolifici del quattordicesimo secolo a Bologna. Fu attivo nel periodo dal 1349 al 1403. E' noto per le sue cifre espressive e affollate, piene di scene d'azione narrativa. I primi lavori firmati da Niccolò sono le copie di un libro di Graziano, i 'Decretali', una delle opere più diffuse di diritto canonico. La sua bottega in seguito ha realizzato una notevole varietà di altri manoscritti, compresi i testi universitari, libri di coro e di altri testi liturgici, libri di devozione privata, e anche di poesia laica e drammatica. Niccolò ha illustrato pure una serie di libri degli artigiani della città, come i libri e i registri dello statuto della gilda. Nicolò fu un artista di gran successo e venne nominato illustratore principale della città di Bologna nel 1380 e divenne membro attivo del governo della città. Nicolò era lo zio del pittore Jacopo di Paolo attivo fra il 1371 e il 1426.