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PITTORI: Maestro fiorentino

Sant'Agostino e santa Lucia

Sant'Agostino e santa Lucia

 

 

MAESTRO FIORENTINO

1350-1399

Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana

 

Sant'Agostino e santa Lucia

 

 

 

Questa tavola trecentesca conservata presso la Pinacoteca Vaticana è attribuita ad un anonimo pittore toscano di scuola senese o più probabilmente fiorentina. Il soggetto dell'opera ci presenta due figure di santi: Agostino a sinistra e santa Lucia a destra.

La tavola è sicuramente un elemento d'insieme di una struttura più complessa andata dispersa. Agostino è stato raffigurato come vescovo con tutti i suoi consueti attributi episcopali. Un'aureola cinge il suo capo che porta una mitra in testa. Il viso del santo è denota un uomo pensoso e dallo sguardo dolce e nello stesso tempo forte.

Con la mano destra regge il bastone pastorale, mentre con la sinistra tiene appoggiato al petto un libro chiuso. un elegante piviale gli copre il corpo fino ai piedi.

Di fianco ad Agostino si erge l'immagine di santa Lucia vestita con molta più semplicità con una tunica. Un'aureolo le cinge il viso coperto da un velo che le nasconde i capelli. Il viso rotondeggiante abbozza un dolce ed ammaliante sorriso. Con la mano destra regge un recipiente, che contiene i suoi occhi, e con la sinistra una foglia di palma, simbolo del suo martirio.

Gli Atti del suo martirio, il cosiddetto Codice Papadopulo, descrivono le vicende di una giovane, orfana di padre, promessa sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, ammalata cronica, aveva dissipato inutilmente il suo patrimonio per curarsi. Lucia ed Eutichia decisero allora di seguire un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della martire catanese. le due donne pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia vide in sogno S. Agata che le preannuncia la guarigione della madre e il suo destino di santità. Lucia, verificatisi i presagi del sogno, comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente la denunciò come cristiana e Lucia viene sottoposta a un processo e a crudeli torture.

Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata.

Privo di ogni fondamento, ed assente dalle tradizioni almeno fino al Quattrocento, è l'episodio di Lucia che si strappa gli occhi. L'emblema degli occhi sulla tazza, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome Lucia da Lux, luce.