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PITTORI: Lippo Vanni

Tolle lege: Monica e il figlio Agostino

Tolle lege: Monica e il figlio Agostino

 

 

LIPPO VANNI

1360-1400

Siena, Eremo di San Leonardo al Lago

 

Tolle lege: Monica e il figlio Agostino

 

 

 

 

L'affresco, attribuito a Lippo Vanni, si trova in un riquadro della colonna destra della Cappella prossima al presbiterio nella chiesa di sant'Agostino all'eremo di san Leonardo al Lago presso Siena. La scena ci presenta Monica genuflessa in atto di pregare per la conversione del figlio, mentre nel cielo appare la mano divina a ispirare e benedire il giovane assorto in meditazione. Berenson fu il primo ad attribuire l'affresco alla bottega di Vanni o allo stesso pittore, che vi lavorò fra il 1360 e il 1370. Al di sotto della scena che si svolge in un luogo semplice con un albero di fico, c'è una cartella che reca una iscrizione frammentaria, nella evidente ubicazione di primo "segnale" informativo per il visitatore. 

 

Lippo Vanni è pittore senese del XIV secolo che opera soprattutto in città e alle committenze religiose delle varie congregazioni religiosi presenti sul territorio senese. La sua attività sembra iniziare nel 1344 con una commissione per miniature eseguite per lo Spedale di S. Maria di Siena. L'ultimo lavoro noto è del 1375 per la pittura di 12 angioletti lignei: si tratta di un artista dunque che si applicò con pari impegno anche nella decorazione di oggetti d'uso o sacri. Di particolare importanza sono le sue pitture presso l'eremo di san Leonardo al Lago i cui monaci seguivano la regola agostiniana. Il suo stile è particolarmente interessante per la plasticità delle figure e dei visi. Intenso e drammatico è l'episodio di Monica ed Agostino in preghiera in uno scarno ambiente dai toni fortemente coinvolgenti. 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio. Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa. Volle vedere che cosa leggevo: glielo mostrai, e lui portò la sua attenzione anche sul seguito di quello che avevo letto io. Io lo ignoravo, ma quel passo proseguiva: E accogliete chi è incerto nella fede. Lo riferì a se stesso, e me lo disse. L'esortazione lo incoraggiò nel suo proponimento, buono e quanto mai rispondente al suo modo di vivere, per cui già era da tempo ben più avanti di me. E senza tormento, senza esitazione mi seguì. Subito entriamo da mia madre, le parliamo: grande gioia per lei.

Le raccontiamo come sia accaduto: esultanza e trionfo. Benediceva te, che puoi fare ben oltre ciò che noi chiediamo e comprendiamo. Perché riguardo a me si vedeva concesso molto di più di quello che chiedeva tutto il suo povero piangere sommesso. Infatti avevi convertito a te il mio essere al punto che non cercavo più moglie né tenevo più ad alcuna speranza del mondo, posando ormai su quel metro di fede sul quale tanti anni prima mi avevi in sogno rivelato a lei. E convertisti il suo dolore in gioia molto più grande di quanto sperava, e molto più cara e più pura di quella che attendeva dai nipoti del mio sangue.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 30