Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Puccinelli Angelo

PITTORI: Puccinelli Angelo

Santa Monica e sant'Agostino

Santa Monica e sant'Agostino

 

 

PUCCINELLI ANGELO

1380-1407

New York, D.M. Koetser

 

Santa Monica e sant'Agostino

 

 

 

La tavola di Angelo Puccinelli ci presenta le figura di santa Monica e sant'Agostino. Dipinta con la tecnica a tavola, l'opera è esposta a New York, al D.M. Koetser. Agostino, a destra, è in abiti episcopali e con la mano destra accenna una benedizione. Il suo viso, coperto da una abbondante barba riccioluta, ha un aspetto severo e maturo. I suoi occhi sono rivolti verso la madre, che dal canto suo lo osserva amorevolmente. Entrambi portano una ricca aureola in testa. Monica, sotto la veste, porta la tonaca nera della suore agostiniane: lo stesso vale per Agostino, anche se decisamente meno visibile e solo vicino alla mano sinistra. Alcuni disegni floreali abbelliscono la scena per generare una cornice che contenga i due personaggi raffigurati.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37

 

 

Puccinelli Angelo

Pittore lucchese trecentesco, Puccinelli subì l'influsso della scuola senese, dove è già documentato nel 1380. Suo maestro fu Lippo Memmi. Fra le sue opere firmate e datate vanno ricordate le tavole dello Sposalizio di santa Caterina e della Madonna col Bambino nel Museo di villa Guinigi di Lucca. Conosciamo anche un Transito della Madonna datato 1386, che è conservato nella chiesa di S. Maria Forisportam, dove si notano chiari influssi di Spinello Aretino.