Percorso : HOME > Iconografia > Tematiche agostiniane > Il miracolo della torre

Tematiche iconografiche agostiniane: Il miracolo della torre

Il miracolo della torre

 

Il miracolo della torre a Cagliari

 

 

IL MIRACOLO DELLA TORRE PERICOLANTE A CAGLIARI

 

 

 

Di questo miracolo ne parla lo storico agostiniano Luigi Torelli e prima di lui ne discute F. A. Stabiano nel suo Tempio eremitano de Santi e Beati dell'Ordine Agostiniano del 1608. Nella leggenda Agostino appare in carne e ossa per sorreggere una torre che minacciava di cadere a Cagliari sul bordo del mare, mentre due uomini sfuggono al pericolo dopo aver invocato il suo nome. Inoltre, mentre Agostino era intento a costruire una cella eremitica, trovò un trave troppo corto. Con una benedizione, il santo gli aggiunse la lunghezza sufficiente. Da più di 1300 anni si cavano reliquie da questo trave senza che si deteriori. Presenta un rivestimento a tre strati: d'argento, di bronzo e di ferro. Una delle chiavi era tenuta dal vicerè di Sardegna a Cagliari, un'altra dal vescovo e l'ultima dal priore del convento.

LUIGI TORELLI, Secoli Agostiniani, Bologna 1630.

 

A sua volta J. Massot, nel suo Compendio historial de los Heremitanos de Nuestro Padre San Agustin ... en la Imprenta de Juan ]olis impressor, Barcellona 1699, ricorda che: «El mismo ano de 388 dexando alli en Hostia enterrada à la santa madre Monica se embarcò para Africa, aco[m]panado de su religiosa familia; aportò a Caller Metropoli de la Isla de Cerdena; donde fabricò una hermita, que con la poca ostentacion, que pedia su apostolica pobreza, en breve dias se acabò fuera de la Ciudad, à 70 passos de la orilla del mar. Hechas las paredes subieron una biga, y estando ya ariba, vieron que era corta, con que fue forcoso el baxarla con muy desconsuelo de nuestros Heremitanos; pero el gran Padre Agustino, lleno de fé viva; con ayuda de sus religiosos, bolviò à levantar la biga, y subiendola, los Oficiales la sentaron, hallando tener el largo que se requeria, y aun sobraba de la una, y otra parte mas de lo que pedian las paredes; y se conserva en estos nuestros anos incorrupta. Es de 4 varas de largo, y ancho poco mas de una quarta en esquadra». La miracolosa trave allargata dal santo era ancora esistente nel XVII secolo, pare però scomparsa alla fine del XVIII perché smembrata in diversi pezzi, donati ai fedeii come reliquie. Ne danno testimonianza gli stessi Agostiniani durante la visita pastorale del vescovo, Vittorio Filippo Melano, nel 1780: cfr. Archivio storico della Diocesi di Cagliari [= ASDC], visite pastomlì, vol.10 (1779-1788), cc.19r-20.

 

La tradizione cagliaritana vorrebbe dunque che questo luogo di culto sia stato realizzato dallo stesso Sant'Agostino, di passaggio a Cagliari durante una traversata da Roma a Cartagine. A quel viaggio viene fatto risalire il singolare miracolo sopra citato. Mentre si costruiva il tetto della cappella, una delle travi portanti di ginepro si sarebbe rivelata troppo corta, gettando nella costernazione i confratelli del santo. Quest'ultimo invece non si perse d'animo: afferrò un capo del tronco mentre un suo compagno tirava dall'altra, finché esso non assunse la lunghezza necessaria. Al di là della leggenda si tratta di un particolare comunque importante, perché testimonia come prima del rifacimento tardo-gotico, l'unico storicamente attestato, esistesse sul posto una chiesa con copertura a capriate lignee, probabilmente romanica.

 

 

Le rappresentazioni iconografiche del miracolo della torre

Ulivelli Cosimo (1625-1705) a Firenze, Chiostro dei Morti in S. Spirito

Miguel de Santiago (1656) a Quito, monastero agostiniano