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Tematiche iconografiche agostiniane: Con la Vergine e santa Scolastica

Santa Scolastica in trono tra i santi Giovanni evangelista, Antonio abate, Sebastiano e Bernardo di Chiaravalle di Teramo Piaggio (XVI secolo)

 

Santa Scolastica in trono e santi

 

 

AGOSTINO CON LA VERGINE E SANTA SCOLASTICA

 

 

 

Santa Scolastica nata a Norcia verso il 480 e morta a Piumarola nel 547, fu sorella di san Benedetto. Della sua vita si conoscono solo le poche vicende tramandate ne "Il Libro dei Dialoghi" di papa Gregorio Magno I, che però propongono soprattutto aneddoti ed esempi di santità, narrati parlando di santa Scolastica prevalentemente in riferimento al fratello, padre del monachesimo occidentale. Si consacrò a Dio giovanissima e fu sempre vicina al fratello: prima a Subiaco, poi a Cassino, dove fondò un monastero ai piedi del monte.

I due fratelli si incontravano una volta all'anno in una casa a metà strada tra i due monasteri, divenuta poi oggetto di culto per molto tempo. Gregorio racconta che in uno di questi incontri, poco prima della sua morte, Scolastica chiese al fratello di protrarre il colloquio spirituale fino al mattino seguente, ma Benedetto si oppose per non infrangere la regola. L'Italia del tempo è una preda contesa tra i Bizantini del generale Belisario e i Goti del re Totila, devastata dagli uni e dagli altri. Roma s'è arresa ai Goti per fame dopo due anni di assedio, in Italia centrale gli affamati masticano erbe e radici. A Montecassino passano vincitori e vinti; passa Totila attratto dalla fama di Benedetto, e passano le vittime della violenza, i portatori di tutte le disperazioni, gli assetati di speranza ... Viene l'ora di separarsi. Scolastica vorrebbe prolungare il colloquio, ma Benedetto rifiuta: la Regola non s'infrange, ciascuno torni a casa sua. Allora Scolastica implorò il Signore di non far partire il fratello e subito scoppiò un violento temporale che costrinse Benedetto a rimanere tutta la notte. Gregorio conclude la narrazione dell'episodio affermando: «Poté di più, colei che più amò». Ancora Gregorio narra che Benedetto, avuta notizia della morte della sorella "da un segno divino", la seppellì nella tomba dove anch'egli fu sepolto, poco più tardi: «come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo li corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro».

Di certo si sa che almeno alcuni anni prima della morte dimorava nei pressi di Montecassino. La consanguineità con san Benedetto e la forza spirituale della sua figura hanno fatto di lei un'immagine molto venerata, sin dalle origini, dalla grande famiglia del legislatore cassinese. Molti monasteri furono dedicati al suo nome e lo stesso cenobio di Subiaco le fu consacrato. Santa Scolastica è invocata dalla tradizione popolare per difendersi dai fulmini e per ottenere la pioggia.

I resti di san Benedetto e santa Scolastica sono ospitati a Montecassino. Alla Fonte di "Santa Sculastre", la cui acqua si crede sorta miracolosamente dalle rovine di un antica chiesa dedicata a Lei, fino a non molti anni fa, accorrevano le devote di Campli.

La memoria fissata al 10 febbraio già alla fine del secolo VIII in un calendario di Montecassino, si diffuse nel mondo monastico a partire dal secolo IX, per giungere al suo massimo di estensione dal secolo XI al secolo XIII, poi scomparve dai libri liturgici romani. E' patrona di Mans, dove furono portate parte delle sue reliquie.

 

Dai «Dialoghi» di san Gregorio Magno, papa

Poté di più colei che più amò Scolastica, sorella di san Benedetto, consacratasi a Dio fin dall'infanzia, era solita recarsi dal fratello una volta all'anno. L'uomo di Dio andava incontro a lei, non molto fuori della porta, in un possedimento del monastero. Un giorno vi si recò secondo il solito, e il venerabile suo fratello le scese incontro con alcuni suoi discepoli. Trascorsero tutto il giorno nelle lodi di Dio e in santa conversazione. Sull'imbrunire presero insieme il cibo. Si trattennero ancora a tavola e, col protrarsi dei santi colloqui, si era giunti a un'ora piuttosto avanzata. La pia sorella perciò lo supplicò, dicendo: «Ti prego, non mi lasciare per questa notte, ma parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste».

Egli le rispose: «Che cosa dici mai, sorella? Non posso assolutamente pernottare fuori del monastero». Scolastica, udito il diniego del fratello, poggiò le mani con le dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani per pregare il Signore onnipotente. Quando levò il capo dalla mensa, scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovescio di pioggia, che né il venerabile Benedetto, né i monaci che l'accompagnavano, poterono metter piede fuori dalla soglia dell'abitazione, dove stavano seduti. Allora l'uomo di Dio molto rammarico cominciò a lamentarsi e a dire: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella, che cosa hai fatto?». Ma ella gli rispose: «Ecco, ho pregato te, e tu non hai voluto ascoltarmi; ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita. Ora esci pure, se puoi; lasciarmi e torna al monastero». Ed egli che non voleva restare li spontaneamente, fu costretto a rimanervi per forza.

Così trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della vita spirituale. Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore», fu molto giusto che potesse di più colei che più amò. Ed ecco che tre giorni dopo, mentre l'uomo di Dio stava nella cella e guardava al cielo, vide l'anima di sua sorella, uscita dal corpo, penetrare nella sublimità dei cieli sotto forma di colomba.

Allora, pieno di gioia per una così grande gloria toccatale, ringraziò Dio con inni e lodi, e mandò i suoi monaci perché portassero il corpo di lei al monastero, e lo deponessero nel sepolcro che aveva preparato per sé. Così neppure la tomba separò i corpi di coloro che erano stati uniti in Dio, come un'anima sola.

 

 

 

Le rappresentazioni iconografiche di Agostino Con la Vergine e santa Scolasticaca

Scuola del Provenzani (XVIII secolo) a Naro, chiesa sant'Agostino