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Chiese agostiniane: Arienzo

Immagine della chiesa di sant'Agostino ad Arienzo

Chiesa di S. Agostino ad Arienzo

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI ARIENZO

 

 

 

Annessa al convento agostiniano sorge la chiesa che è stata ricostruita nel Quattrocento probabilmente su fondazioni trecentesche. La chiesa è stata rimaneggiata dopo un incendio del 1797, che la distrusse quasi completamente. Si presenta con un unico portale, che si apre su un sobrio e slanciato prospetto dominato dall'effige in stucco di S. Agostino. L'accesso immette ad un'aula rettangolare con copertura a capriate lignee. Le cappelle presenti sono sei: tre sul lato sinistro e tre su quello destro. In fondo alla chiesa il presbiterio, cinto da una balaustra, accoglieva l'altare maggiore dedicato a S. Agostino la cui immagine era raffigurata in un dipinto che sovrastava la mensa distrutta dall'incendio del 1797. La Chiesa conserva interessanti affreschi di fattura trecentesca, la cui presenza rafforza l'ipotesi della preesistenza di un nucleo religioso rispetto alle fabbriche quattrocentesche. Alcuni affreschi sono venuti alla luce sulla parete laterale sinistra della navata: la composizione vede al centro la Madonna in trono col Bambino delimitato da un baldacchino cuspidato. Ai lati vi erano due figure delle quali oggi resta sulla sinistra solo quella di un vescovo, forse S. Agostino, mentre quella di destra è andata perduta per l'apertura di un antico vano.

Nella chiesa è stata riportata l'antica statua della Madonna del Soccorso, venerata nel vecchio castello di Arienzo. Scolpita in legno nel XV secolo in una bottega che lavorava per Pietro e Giovanni Alemanno. Alla fine del 1600 la Chiesa e il Convento risultano attivi. Ne fa fede una relazione che descrive lo stato religioso dell'epoca: "Il monastero dell'ordine di S. Agostino ... ha la Chiesa ridotta in bella forma; le pareti di essa sono assai adorne ed elaborate, essa è così bella che è veramente adatta a Dio; ha finestre munite di vetri e bellissimamente coperte. Il tetto della Chiesa è costruito con legno di pioppo ... Il pavimento della Chiesa, costruito con piastrelle di creta di colore bianco e nero ,è artisticamente lavorato; la Chiesa ha sette altari ornati di fiori, di candelieri ... L'altare maggiore è fatto di marmo ... Ogni altare porta dipinta l'immagine del santo al quale è intitolato".

Recentemente in questa chiesa è stato rinvenuto il sepolcro di Giovannella Stendardo, scolpito nel 1450 da Pietro da Milano su commissione di Francesco Stendardo, figlio della duchessa. Il monumento venne descritto descritto da Lettieri : "Nel convento dei F. F. Agostiniani se ne vede il sepolcro di bianco marmo tenuto aperto da due Angeli , sotto il quale sta l'Arca, e sopra si vede morta giacente la sua statua, e nella fronte dell'Arca sta scolpito "Francesco suo figlio".

L'opera ha la forma di baldacchino, i cui veli (andati persi) erano tenuti aperti da due angeli che svelavano l'arca sepolcrale su cui è distesa l'immagine di Giovanella Stendardo, scolpita in bianco marmo col capo posato su di un cuscino e con due cani accovacciati sotto i piedi, simbolo di fedeltà. Lo stesso Lettieri aggiunge che vi erano lo stemma degli Stendardo, il leone rampante con fascia a traverso, quattro meste statue raffiguranti le virtù cardinali e una epigrafe:

 

OSSA IOANNELLAE SAXO CONDUTUR IN ISTO.

EXECELLENS MULIER STANDARDO E SANGUINE CRETA

PROGENUIT PROLEM MIRA PIETATE, FIDEQUE,

FRANCISCUS STATUIT MATRIQUE, SIBIQUE SEPULCRUM

 

Dopo l'incendio del 1797 il monumento venne murato e se persero le tracce fino alla riscoperta del 1977 sulla base di indicazioni d'archivio. Furono demolite anche due botteghe lasciate in eredità nel 1627 al monastero di Sant'Agostino, con lo scopo di creare uno spiazzo davanti la chiesa, che è poi l'attuale piazza S. Agostino.