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monaci agostiniani celebri: Erasmo da Rotterdam

Ritratto di Erasmo da Rotterdam

Ritratto di Erasmo da Rotterdam

 

 

ERASMO DA ROTTERDAM

di Luigi Mignoli

 

 

 

Erasmo da Rotterdam rimane certamente uno dei più importanti umanisti e teologi del primo rinascimento. Solamente dai suoi scritti si può ricostruire la sua giovinezza e gran parte della sua vita. Era nato a Rotterdam, in Olanda, nel 1466, col nome di Geert Geertz ("Gerardo figlio di Gerardo"), e seguendo la moda umanistica dell'epoca, lo cambierà verso i trent'anni in Desiderius Erasmus Roterdamus (dal greco eràsmios, che significa "amabile").

Rimasto orfano di entrambi i genitori morti durante la peste del 1483, entrò da giovane nel convento agostiniano di Steyn, vicino a Gouda, nell'Olanda meridionale, dove acquistò una precoce erudizione classica. Venne ordinato sacerdote nel 1492 dal Vescovo di Utrecht. In seguito, Erasmo fu chiamato quale segretario dal vescovo di Cambrai Enrico di Bergen, che necessitava di un buon latinista e pur mantenendo l'abito religioso che sarà autorizzato ad abbandonare solo nel 1517, non sarà mai un attivo sacerdote.

La riforma luterana gli causò una grave crisi morale e culturale. Sostenuto da una borsa di studio del suo Vescovo, iniziò i suoi viaggi nelle principali città europee: tra il 1491 e il 1499. Continuò i suoi studi presso l'Università di Parigi, dove conseguì il baccellierato in teologia. Nel 1499 viaggia tra la Francia, Inghilterra (Oxford) e Italia, dove poté laurearsi in Teologia a Torino, entrando in contatto con le Università e i più importanti centri culturali, tenendo lezioni, conferenze e soprattutto studiando gli antichi manoscritti.

Durante il periodo trascorso in Inghilterra ebbe possibilità di avvicinare e conoscere Tommaso Moro, John Fisher (cardinale, vescovo cattolico e umanista britannico, fatto decapitare con l'accusa di lesa maestà da Enrico VIII), John Colet (teologo, umanista e cattolico inglese). Erasmo rimarrà per tutta la vita cattolico, tuttavia criticherà duramente gli eccessi della Chiesa Cattolica, rifiutando persino il titolo di Cardinale che gli verrà offerto da Paolo III, Farnese.

Mentre il trionfo della Riforma luterana raggiungeva il suo vertice, iniziarono anche i disordini sociali che Erasmo già temeva e aveva presagito. La guerra dei contadini, l'iconoclastia, il radicalismo religioso che sfocerà nei movimenti anabattisti in Germania e Olanda. Egli si sentiva felice di essere rimasto estraneo a questi movimenti, affascinato soprattutto dalla nuova corrente dell'Umanesimo. Con la riscoperta dei classici latini, con tutta la filosofia e la filologìa che ne conseguivano, l'uomo diveniva il centro di se stesso, provvisto soprattutto di quel libero arbitrio soffocato dalla visione dominante della chiesa nella sua "disciplina scolastica", ma ancor più represso dal riformatore Lutero.

Erasmo, dopo la comparsa sulla scena della riforma del monaco Lutero, sempre più irruento e tonante (Massimo Firpo), aveva lasciato correre, fingendo di non vedere. Nessuna contrapposizione era uscita quando Lutero aveva pubblicato i trattati del 1520, soprattutto allorché aveva presentato il Pontefice di Roma come la bestia dell'Apocalisse.

Neppure si era mosso al momento in cui aveva dato alle fiamme la Bolla di condanna di Leone X e il Corpus Juris Canonici nel '21. E neppure, in quello stesso anno nel quale si era opposto a piegarsi e ritrattare davanti all'imperatore Carlo V. Tuttavia scelse di sfidare Lutero su una questione del tutto umanistica, quella del «libero arbitrio» e conseguente ad essa, la libertà dell'uomo. Un tema che poneva in contrasto una fede (quella di Lutero) tutta basata sulla Teologia e sulla Parola di Dio contro una fede (quella cattolica), fondata sul Vangelo, capace di ispirare carità, giustizia e concordia. Lutero si richiamava esplicitamente alla Grazia: solo Dio sceglie chi salvare, al di là delle opere di ciascuno. Erasmo, con lo spirito del primo cristianesimo, giunge a ricavare argomenti in favore della libera iniziativa umana, verso un senso religioso più vicino e aperto all'ottimismo dell'umanesimo antico.

Fu questa la base della Controriforma Cattolica.