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Immagine di Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach

 

 

DOMENICHE D'ORGANO CON BACH E AGOSTINO

 

 

Comunicato Stampa

Comitato "Pavia città di Sant'Agostino"

Pavia, Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro

28 aprile 2013, ore 11.45

 

 

 

Il Comitato "Pavia Città di S. Agostino" con l'Associazione Musicale Lingiardi è lieto di presentare la manifestazione "Domeniche d'organo con Bach e Sant'Agostino".

Al termine della S. Messa delle ore 11.00 in San Pietro in Ciel d'Oro  di domenica 28 aprile, alle 11.45 riprende il quarto ciclo di Domeniche d'organo con Bach e S. Agostino organizzato dal Comitato Pavia Città di S. Agostino in collaborazione con l'Associazione Lingiardi: un percorso di pagine organistiche di Johann Sebastian Bach, ideato ed eseguito da Maria Cecilia Farina, contestualizzato nel tempo liturgico, e ogni volta preceduto dalla lettura di un passo agostiniano con un breve commento della Prof. Anna Turra.

 

 

 

DOMENICHE D'ORGANO

con J. S. Bach e S. Agostino

 

Organista Maria Cecilia Farina

Organo Lingiardi op. 266 (1913)

 

Domenica 28 aprile 2013, V di Pasqua

 

 

J. S. BACH - Allabreve BWV 589 1685-1750

Canzona BWV 588

Fantasia sul corale Komm, Heiliger Geist, Herre GottBWV 651

Preludio - corale Jesus Christus unser Heiland BWV 666

Inno Veni creator spiritus (Rabano Mauro, sec. VIII)

Preludio-corale Komm Gott Schöpfer, heiliger Geist BWV 667

Preludio e fuga in Re (D) maggiore BWV 532

 

Nella quinta domenica di Pasqua apriamo il programma con due brani in dichiarato stile italiano, recanti un titolo in lingua italiana: Allabreve e Canzona. Di entrambi l'autografo è perduto: sono tramandati tuttavia da copie manoscritte autorevoli( figli e/o allievi di Bach). Allabreve BWV 589 è un tipico esempio di scrittura organistica in un limpido stile polifonico-vocale, definito dagli antichi stylus gravis: il movimento in 2/2, detto appunto "alla breve", la presenza di due temi in contrappunto doppio, le linee melodiche con prevalenza di gradi congiunti, collocano questo brano dal carattere sereno e solare in linea con la tradizione polifonico-vocale rinascimentale( Palestrina, Lasso etc).

Canzona BWV 588 si ispira al linguaggio strumentale del Seicento italiano e in particolare al grande organista e compositore ferrarese Girolamo Frescobaldi (1583-1643), che Bach considerava una assoluta auctoritas e del quale possedeva fin da ragazzo una copia manoscritta dei Fiori musicali. La Canzona strumentale secentesca è una forma originata dalla chanson vocale francese, caratterizzata dalla presenza di più sezioni, metricamente e ritmicamente contrastanti, alternate a brevi passaggi toccatistici.

La struttura della Canzona bachiana è in due sezioni, la prima in metro binario e la seconda in metro ternario; il tema della seconda sezione è una variazione melodica e metrica, con note ribattute, del primo tema. Gli stilemi sono frescobaldiani e il brano si snoda con sapienza, ma al tempo stesso con sorprendente levità contrappuntistica.

Non manca molto alla solennità di Pentecoste e per questo dedichiamo al tema dello Spirito Santo due corali di questa Domenica. Entrambi fanno parte della silloge autografa dei diciotto corali di Lipsia. Komm, heiliger Geist, Herre Gott BWV 651 è una grandiosa fantasia su corale in "organo pleno", dove la melodia del cantus firmus è affidata, a valori larghi, al Pedale, mentre il Manuale la contrappunta con intrecci di figurazioni arpeggiate, che simboleggiano le fiamme dello Spirito.

Il brano procede con la maestosità di un grande fiume, dalla corrente calma e solenne. Il testo del corale deriva dall'antifona gregoriana Veni sancte spiritus, tradotta in tedesco:  

 

Komm, heiliger Geist, Herre Gott,                    Vieni Santo Spirito, Dio Sgnore,

erfüll mit deiner Gnaden Gut                           riempi con i tuoi doni

deiner Gläubigen Herz, Muth und Sinn,           il cuore, l'anma e i sensi dei tuoi credenti,

dein brünstig Lieb entzünd in ihn'.                  accendi in loro il tuo ardente amore.

O Herr, durch deines lichtes Glanz                  O Signore, tramite lo splendore della tua luce

zu dem Glauben versammlet hast                  hai raccolto nella fede i popoli di tutte le lingue.

das Volk aus aller Welt Zungen.

Das sei dir, Herr, zu Lob gesungen,               Questo sia cantato a te, Signore, in tua lode,

Halleluja, Halleluja. alleluja, alleluja.  

 

L'altro corale dedicato alla discesa dello Spirito Santo è Komm Gott Schöpfer, heiliger Geist BWV 667 . In questo caso siamo di fronte alla parafrasi tedesca dell'inno Veni creator spiritus, del quale riportiamo la prima strofa accanto alla versione di Martin Lutero:

 

Komm Gott Schöpfer, heiliger Geist          Veni creator Spiritus

besuch das Herz der Menschen dein:      Mentes tuorum visita

mit Gnaden sie füll, wie du weisst            Imple superna gratia

das dein Geschöpfer vorhin sein              Quae tu creasti pectora

La versione organistica bachiana è la rielaborazione di una precedente versione più breve, composta per la raccolta Orgelbüchlein. A quel breve brano, Bach aggiunse altre battute, per poter disporre la melodia del corale come cantus firmus al Pedale. Anche qui compaiono le figurazioni arpeggiate simboleggianti le fiamme dello spirito che scende sugli Apostoli. Secondo una tradizione storiografica forse leggendaria questo corale, collocato a suggello dei 18 di Lipsia, fu l'ultimo brano composto da Bach prima della completa cecità.

Incastonato tra i due corali sullo Spirito Santo, un altro corale, ancora dall'autografo di Lipsia: Jesus Christus unser Heiland BWV 666"sub Communione", il cui testo, opera di martin Lutero, deriva dall'inno Jesus Christus, nostra salus.

La prima strofa dice:

 

Gesù Cristo nostro salvatore                Jesus Christus unser Heiland

che da noi ha distolto l'ira divina          der von uns den Gottes Zorn wandt,

con le sue amare sofferenze                durch das bitter Leiden sein

ci ha salvato dalle pene dell'inferno.     half er uns aus der Höllen Pein.

 

E' una composizione dal carattere profondamente intimistico, che comincia sulle note gravi della tastiera, con un colore molto scuro, mentre alla fine presenta una strordinaria apertura nella tessitura più acuta, tramite una poetica cadenza a figurazioni arpeggiate che si appoggia sull'unica nota affidata al Pedale in tutto il brano.

A conclusione del concerto, presentiamo uno dei brani più spettacolari e virtuosistici della produzione organistica bachiana: Il Preludio e fuga BWV 532 in Re maggiore. Non conosciamo il periodo di composizione come pure ignoriamo se sia stato concepito da Bach come un binomio; l'autografo è perduto e alcune fonti riportano i due brani separatamente. Il Preludio, che nel ms. di Stoccarda reca il titolo "Praeludio concertato", è di grandiose proporzioni, e suddiviso in 4 sezioni senza soluzione di continuità, secondo la tradizione nord-tedesca: un attacco virtuosistico alla Buxtehude, con scale e arpeggi al Pedale imitate dal Manuale; un episodio di raccordo con ritmi puntati alla francese e figurazioni di tremolo; un Allabreve dove rifulge in tutto il suo splendore lo stile concertato ( grande somiglianza con lo stile dei concerti grossi di Corelli, nella continua contrapposizione di "tutti" e "concertino"), infine una sezione conclusiva di durezze e ligature, cioè una ricerca armonica di intense dissonanze cariche di tensione retorica, esasperata dalla scrittura a 6 parti, di cui 2 eseguite dal Pedale "doppio".

Esuberante saggio di virtuosismo, la fuga è costruita su un tema tipico dello stile prebachiano, e condotta cone una sorta di moto perpetuo. E' curioso ricordare che il manoscritto di Stoccarda reca la seguente annotazione: «Nota Bey dieser Fuge muss man die Füsse recht strampfeln lassen» cioè:« da notare che in questa fuga bisogna lasciar sgambettare bene i piedi »!