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Offerta olio

Il Sindaco pronuncia la preghiera durante la S. Messa nella festività di sant'Agostino

Il Sindaco pronuncia la preghiera durante la S. Messa nella festività di sant'Agostino

 

 

PREGHIERA PER L'OFFERTA DELL'OLIO PER LA LAMPADA ALL'ALTARE DI SANT'AGOSTINO

 

 

 

 

Nel 1630 l'ultima pestilenza non colpì Cassago, mentre invece si diffuse tragicamente negli altri paesi brianzoli. Per i fedeli ciò avvenne grazie all'invocazione a Sant'Agostino di cui si manteneva la memoria che avesse abitato in questi luoghi tra il 386 e il 387 d. C. In sintesi sono queste le origini della devozione agostiniana a Cassago Brianza, ricordate nel corso della S. Messa di domenica mattina a chiusura della Settimana Agostiniana.

Proclamato patrono di Cassago nel 1631, la devozione verso il santo Dottore della Chiesa da allora è giunta sino ai nostri giorni ormai per ben quattro secoli.. Domenica, alla presenza di Padre Antonio Baldoni OSA Priore di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, è stato celebrato il 388° anniversario di questa ricorrenza alla presenza di sacerdoti, autorità comunali e le associazioni (Pensionati, Alpini, Avis, Volontari comunali, Protezione Civile, Aido, Associazione "Sant'Agostino").

Sant'Agostino aveva soggiornato nel romano Rus Cassiaciacum, questo il nome antico di Cassago, ospite nella villa rustica dell'amico Verecondo dove scrisse i Dialoghi, i primi libri che si conoscono di lui dove vengono trattati argomenti che venivano discussi in quei giorni. La figura del santo è stata la protagonista nel corso dell'omelia di Padre Baldoni che ne ha celebrato, seguendo il filo tracciato dalle pagine del Vangelo, lo spirito di umiltà.

P. Baldoni ha spiegato come Agostino abbia incontrato e fatta propria questa virtù quando ha riscoperto la figura di Cristo. Se in un primo tempo Agostino considerava Cristo come un grande sapiente, in seguito lo ha ammirato come mediatore tra Dio e l'uomo. In questa ottica l'Incarnazione di Gesù è stata definita come il "Mistero dell'Umiltà di Dio". L'umiltà è una virtù fondamentale del cristiano: secondo Agostino, convinto com'era che senza umiltà non fosse possibile seguire il Signore né che si potesse manifestare l'amore di Dio, nulla si poteva intraprendere senza essere umili. Un profondo richiamo all'umiltà è presente anche nella regola agostiniana che mette in guardia contro le insidie della superbia: "ogni altro vizio spinge a compiere azioni cattive, la superbia tende insidie anche alle buone per guastarle."

Insieme alla superbia, l'individualismo e l'uniformità sono i tre "nemici mortali" che creano divisione e disarmonia. Per evitarli la via indicata da Agostino, ricordata con vigore da Padre Baldoni, ha una direzione precisa: "la prima via è l'umiltà, la seconda è l'umiltà e la terza è ancora l'umiltà. Non perché non ci siano altri precetti degni d'essere menzionati, ma perché la superbia ci strapperà senz'altro di mano tutto il merito del bene di cui ci rallegriamo".

Dopo l'omelia e prima della chiusura della S. Messa, è intervenuta anche il Sindaco rag, Rosaura Fumagalli che ha pronunciato un discorso in cui rinnova ad Agostino il desiderio di essere guidati nella saggezza.

 

Tardi ti ho amato,

bellezza così antica e così nuova,

tardi ti ho amato.

Tu eri dentro di me, e io fuori.

E là ti cercavo.

(Confess. 10, 27, 38)

Con questa lode, Sant'Agostino ci invita a riconosce una bellezza tanto antica, perché c'è da sempre e tanto nuova perché ritrovata, dentro di noi, nella nostra storia, nella nostra memoria. Ci invita a conoscere, a discutere del bello che eleva l'animo, non in cose particolari ma in ciò che abbiamo sotto i nostri occhi nella quotidianità: nella bellezza di un'immagine, di un volto, nella contemplazione di un paesaggio, nell'incontro con un amico. È consolante sapere che anche i Santi hanno dovuto faticare, come noi, per distinguere tra il vedere e il guardare, perché - seppur verbi apparentemente simili - i significati e le azioni che li animano, sono ben diversi. Vedere è un atto superficiale, guardare significa osservare, conoscere, andare oltre l'apparenza esteriore e materiale. Guardare significa riflettere sui rapporti che intercorrono tra gli individui, fatti di relazioni che si possono basare su sentimenti come l'amore, la simpatia, l'amicizia ma anche su passioni condivise, su impegni sociali e professionali. Spesso costruiamo relazioni interpersonali che si bruciano in fretta, perché ci manca il desiderio e la pazienza di conoscersi che richiede lavorio su noi

stessi. Chi ha a cuore l'essere umano sa che l'enfasi di piazza, la demagogia, il conformismo sono risposte semplificate a problemi complessi che, sembrano ragionevoli alla maggioranza, ma per lo più non sono né realistiche né totalmente praticabili. Dobbiamo evitare che l'incertezza generi paura e la paura conduca all'odio, specie quando le emozioni e i timori delle persone vengono manipolati. Dobbiamo scavare dentro di noi e recuperare i valori collegati alla solidarietà, ai diritti umani individuali e alla tolleranza. La bellezza è dove c'è pace e giustizia, dove c'è una storia, l'uomo è bellezza. I segni di questa bellezza li ritroviamo anche ora, qui in questa chiesa, con i riti e i canti di questa funzione religiosa, e li ritroveremo nel pomeriggio, con il momento conviviale e conclusivo della Festa delle Località su nel Parco Rus Cassiciacum dove Sant'Agostino soggiornò. Al nostro Santo Patrono che, per mezzo della bellezza ha elevato l'animo al Signore, rivolgiamo fiduciosi la nostra preghiera, in particolare, noi Amministratori della Cosa Pubblica, chiediamo col Suo aiuto di diventare sempre più punti di riferimento della nostra Cassago, testimoni credibili, di servizio alla gente, con scelte politiche di sviluppo sociale ed economico che garantiscano la dignità della persona e con essa i diritti inalienabili della salute, del lavoro, dell'istruzione, dell'abitare, della sicurezza, della vivibilità nel nostro paese. In occasione del gesto che tra poco faremo di accensione della Lampada Votiva a S. Agostino esprimo, a nome dell'intera Comunità, la lode e il ringraziamento a Dio con la preghiera scritta 70 anni fa, da don Giovanni Motta durante il suo sacerdozio nella nostra Cassago Brianza.

 

Come da tradizione, il Sindaco ha infine portato l'offerta dell'olio per la lampada votiva all'altare di sant'Agostino. Al termine della celebrazione ai fedeli è stato distribuito il pane benedetto di sant'Agostino, che ricorda una leggenda locale seicentesca. Nell'occasione è stata esposta la reliquia del santo e ai fedeli è stato concesso di baciarla.