Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Filippo Alvaro

Filippo Alvaro: La brianza

Il frontespizio del libro di Filippo Alvaro

Il frontespizio del libro di Filippo Alvaro

 

 

CASSAGO LUOGO DEL RITIRO DI SANT'AGOSTINO

 

a cura di Filippo Alvaro

tratto da La Vera Religione di sant'Agostino

ed. Ezio Cantagalli, Siena 1931

 

 

 

 

Introduzione

 

Perciò al nuovo Agostino, che sentiva forte il bisogno di raccoglimento, di quiete, di elevazione spirituale, riuscì graditissima la sua proposta di recarsi a soggiornare a Cassiciaco fattagli dal suo amico e collega Verecondo.

Ed eccolo già, verso la fine di ottobre di quell'anno 386, nella verdeggiante campagna dov'è ora Cassago di Brianza. Insieme con lui andarono colà, in cordiale brigata, la diletta sua madre Monica, il carissimo figlio Adeodato, il buon fratello Navigio, i cugini Rustico e Lastidiano, il suo discepolo e concittadino Trigezio, l'altro discepolo Licenzio, figlio di Romaniano, e ili fedelissimo Alipio. Alcuni di essi erano avviati anche agli studi filosofici, quasi tutti agli studi letterati, e tutti disposti a vivere, in pia letizia, cristianamente. Egli, nel 380, trovandosi a Cartagine, aveva composto alcuni versi, e il libro De pulchro et apto intorno al bello nelle cose sensibili: gli uni e l'altro andarono perduti (1). Ma soltanto nella villa, a Cassiciaco, a vista delle magnifiche montagne alpine, non lungi dalle incantevoli rive del lago di Como, incomincia veramente fa sua straordinaria attività di sapiente scrittore.

E poichè nella sua dimora a Roma, fra il 383 e il 384, aveva palesemente inclinato verso lo scetticismo, ora si riaffaccia alla sua mente, in modo più consapevole, questo fondamentale problema dell'umana conoscenza, che aveva tanto affaticato le varie epoche della speculazione greca, e che, fino ai nostri giorni è oggetto di dispute non sempre serene e concludenti.

....

In quei due mesi (Confessioni, libro IX, cap. IV) scrive anche i due libri Soliloguiorum. Nell'animata conversazione del De Ordine non manca un tratto (Libro I, cap. X) în cui si sente il grido e il pianto dell'anima agostiniana, quasi un'eco dell'agitazione provata a Milano, nel precedente luglio, il di della memorabile conversione; ma appunto di tali pii sfoghi è pieno il primo libro dei Solilogui, dove il fervoroso Agostino, avendo con magnifico inno (libro I, cap. I) affettuosamente invocato Dio, creatore e redentore e vivificatore e verità e beatitudine e luce intelligibile, interroga se stesso e risponde egli a se stesso quale deve cercare di divenite per ottenere la sapienza che non si apprende con i sensi del corpo ma con la mente purificata. Nel II libro continua a disputate con se stesso: si convince che la verità non può perire; e conclude che l'anima essendo capace di intuire la verità, è certamente immortale. Così il neofita Agostino, nel fecondo ritiro di appena quattro mesi, a Cassiciaco di Brianza, si apparecchia a ricevere il Sacramento del Battesimo, ammaestrando i suoi amici e compagni e discepoli e se stesso. E, indagando e disputando, compone, con insolita attività di scrittore, queste quattro sue opere di complessivi otto libri. Tanto era l'ardore che a Lui veniva infuso dalla divina grazia! Nei primi di marzo tornò egli con i suoi a Milano. Frequentava colà i sacri riti con assidua devozione; e intanto, come complemento del II Libro dei Soliloqui, scrisse un altro libro De immortalitate animae, che rimane incompiuto ...

 

 

 

 

(1) Ne fa brevissimo cenno nei cap. I, XIII e XIV del libro IV delle Confessioni, giudicandoli assai sfavorevolmente; e non li riporta, poi, nei libri Retractationum, ove fa la revisione di tutte le sue opere.