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Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Gioacchino VenturaGioacchino Ventura: Sant'Agostino a Cassiaco

La copertina del volume di Gioacchino Ventura
SANT'AGOSTINO A CASSIACO
P. Gioacchino Ventura
tratto dal volume II Corso di Filosofia Cristiana
nella versione italiana dell'abate Giovanni Cassini
pubblicato a Genova e Milano dai coeditori Dario Rossi e Ernesto Oliva nel 1863
Pagina 49
Ciò è tanto vero che, nelle sue Ritrattazioni, notando talune espressioni erronee, incerte o inesatte, che si trovano ne' suoi libri, fatti nel ritiro di Cassiaco, prima del suo battesimo, non attribuisce siffatte espressioni che alla circostanza che non conosceva ancor bene le sante Scritture, e che non era ancora abbastanza istrutto nella scienza ecclesiastica: Hoc non dixissein si jam tunc essem LITTERIS SACRIS ERUDITUS; Nec isto nomine uteremur si jam safis essemus LITTERIS ECCLESIASTICIS eruditi ....
Pagina 50
... asluta della ragione nel giudizio della verità sia pericoloso e funeste, per aver voluto, dopo la sua conversione, seguitare un tal metodo e farlo progredire! Perciò, nella sua opera contro gli accademici, la prima che scrisse nel suo ritiro di Cassiaco, essendo ancora catecumeno, ora per convertire quelli de' suoi amici che gli teneano compagnia in quella solitudine, e che attaccati ancora al principio accadèmico «che il savio non deve affermar nulla come di certo", disperavano d'ogni verità, ed ora per rifermare sè stesso nella sua risoluzione di rimanere nella calma intellettuale della vita cristiana; in quest'opera, ripetiamo, sant'Agostino, in luogo d'aver preso la ragione per guida, prese la fede.
Dappoiché, in quest'opera, ci ha un capitolo cosi intitolato: Che non si può essere certo della verità CHE COLLO AIUTO DI DIO; Veritatem nisi divina ope non percipi (lib. III, c. VI). L'opera poi intera è riassunta dal suo autore in queste parole: «Finalmente la sola disciplina della più vera di tutte le filosofie è fatta manifesta. Dappoiché la vera nostra filosofia non é già la filosofa di questo mondo, CHE LA NOSTRA RELIGIONE PER GIUSTISSIMI TITOLI DETESTA. Ma é quella filosofia, ben diversamente intelligibile, a cui la ragione ....
Pagina 117
Sant'Agostino, convertito al cristianesimo piuttosto per mezzo della preghiera, che per mezzo del ragionamento, piuttosto per un passaggio della Scrittura che per le dottrine dei filosofi, piuttosto per una voce del cielo, che per il rumore dello disputazioni della terra, non si è mai curato di cercare altrove (avendolo trovalo nella fede), il punto d'appoggio solido, capace di sostenere tutto l'edificio della conoscenza di cui avea egli bisogno. Non ha dunque fatto un metodo filosofico. Il nostro autore semirazionalista ha tratto da' Soliloqui di sant'Agostino le parole del santo Dottore che ha inscritte nel passaggio che stiamo analizzando. Or, quando sant'Agostino scrisse quest'opera, era già catecumeno e si preparava nella solitudine di Cassiaco a ricevere il battesimo.