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PITTORI: Vittorio Trainini

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

VITTORIO TRAININI

1930

Brescia, Centro Paolo VI

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il dipinto risale al 1930, quando la chiesa venne decorata con marmi e affreschi dal pittore bresciano Vittorio Trainini. Al suo interno oggi è custodita la pala di Moretto nota come "La Trinità incorona la Vergine, con i santi Pietro, Paolo e le allegorie della Giustizia e della Pace". La chiesa appartiene ad un notevole complesso noto come Centro Paolo VI, che si articola su più palazzi.

Il santo è stato dipinto in cattedra entro una nicchia dal sapore rinascimentale. Impugna autorevolmente con forza il bastone pastorale con la mano sinistra, mentre volge lo sguardo verso il basso. Il santo indossa i suoi paramenti episcopali con una mitra bianca in testa. Il suo volto ci presenta un Agostino maturo con una folta barba scura che gli copre le guance.

Ai suoi piedi il pittore ha posto la scritta S. AVGVSTINVS.

Palazzo Santangelo, dove si trova la chiesa, fu acquistato nel 1854 da Mons. Gerolamo Verzieri, Vescovo di Brescia, dalla famiglia Grifoni Santangelo. All'inizio degli anni '70 Palazzo Santangelo venne destinato, per volere del Vescovo Mons. Luigi Morstabilini, a Centro Pastorale intitolandolo al bresciano Papa Paolo VI, in virtù del desiderio e dell'impegno di tradurre nella della vita della Chiesa diocesana lo spirito e le indicazioni del Concilio Vaticano II.

Il Centro Paolo VI si trova nel centro di Brescia ed è il risultato della fusione di due palazzi storici. E' caratterizzato da ambienti che appartengono a edifici del Seicento con la loro imponente impronta barocca. Furono dimore patrizie edificate da due nobili famiglie: i Maggi, che in pieno Seicento ristrutturarono un precedente edificio cinquecentesco, e i Gambara, che un secolo dopo acquistarono il palazzo e lo inserirono in una nuova porzione da loro voluta.

Il Palazzo Maggi costituisce il primo lotto dell'attuale complesso. I pilastri del portico sostengono nove volte a crociera mentre le cantine hanno volte a doppio ombrello a crociera. Su alcune pareti compaiono ampi lacerti di graffiti risalenti alla metà del Cinquecento. Nel grandioso Salone sono stati scoperti affreschi dellla metà del Cinquecento e del primo Seicento.

La famiglia Gambara acquistò il Palazzo dai Maggi intorno al 1655. Il conte Scipione Gambara nel Settecento ristrutturò l'edificio con gli interventi dell'architetto Antonio Marchetti.

 

 

Vittorio Trainini

Nato a Mompiano di Brescia nel 1888, Vittorio Trainini, figlio di Giovanni e Virginia Bonometti, seguì le orme dello zio Giuseppe, un noto decoratore, ornatista e quadraturista bresciano. Trainini impara la tecnica dell'affresco e tutte le complesse attività connesse, a cominciare dalla preparazione dei colori. Nel 1903 frequenta la Scuola di Disegno “Moretto” a Brescia e studia autonomamente i grandi maestri del passato nei musei, nelle chiese e nelle gallerie. Nel 1905 lo troviamo al lavoro nella parrocchiale di Gussago, dove è impegnato lo zio Giuseppe.

Nel 1910 vince il concorso per l'esecuzione figurativa di una sala nel padiglione lombardo nell'Esposizione delle Regioni Italiane a Roma. Inizia a lavorare per il clero, suo principale committente, affrescando più di cento chiese.

Dopo la grande guerra, a Mompiano, all'ombra della parrocchia, dà vita ad un circolo giovanile. Negli anni Venti si afferma in modo decisivo lavorando in numerose chiese della provincia assieme allo zio Giuseppe. A questo periodo risalgono i suoi lavori a Fornaci (1920), Borgo San Giacomo (1920-1921), Mura, Mairano, Volta Bresciana (1922-1925), Tavernole (1924), Fasano (1927), Sabbio Chiese (1928-1930), Concesio (1928-1929). I Padri della Pace lo incaricano nel 1924 di stendere il progetto decorativo della chiesa del Buon Pastore di Villa San Filippo, che realizza in collaborazione con Eliodoro Coccoli, Augusto Lozzia, Giuseppe e Tita Mozzoni, Adolfo Mutti, Emilio Rizzi e Angelo Sala. Nel 1926 illustra i Santi Evangeli nella traduzione di monsignor Luigi Gramatica, che avviano le pubblicazioni editoriali della Morcelliana. Nel 1926 si sposa con Ines Meschini, dalla quale avrà cinque figli. La consacrazione ufficiale come artista matura negli anni Trenta, quando la sua fama si diffonde oltre Brascia. Lavora a Edolo (1930), Bagnolo Mella (1930-1932), Isorella (1931-1932), Pompiano (1933), Pievedizio (1933-1934), Nave (1935), Clusane (1935), Calvagese della Riviera (1939) ed a Brescia nella chiesa dell'ex-Seminario Vescovile, oggi Centro Pastorale Paolo VI (1930), nella cappella del Vescovado (1930), a Palazzo Martinengo Palatini (1931), San Francesco da Paola (1932-1933), a Cristo Re in Borgo Trento.

Nel 1936 partecipa al concorso internazionale per la decorazione del santuario del Sacro Cuore a Lugano. Vi lavora a partire dal 1938 e concluderà la grandiosa decorazione solo dopo la guerra tra il 1947 e il 1951. Uomo profondamente religioso, è un pittore infaticabile e rapido nell'esecuzione. I dipinti più significativi negli anni Quaranta sono realizzati a Sabbio Chiese (1940, a Soprazocco di Gavardo (1941), a Bovegno (1942) e Irma (1943). Alla fine del 1951 è chiamato a decorare la Cappella della Guardia Palatina in Vaticano con scene della vita di San Pietro. L'ultimo lavoro è del 1956, quando dipinge la parete absidale della parrocchiale di San Sebastiano a Lumezzane. Vittorio Trainini muore nel 1969.