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Il Cammino di sant'agostino: Seregno

Santuario della Madonna di Santa Valeria a Seregno

Santuario della Madonna di Santa Valeria

Il timbro applicato al Santuario della Madonna di Santa Valeria a Seregno

Il timbro applicato al Santuario della Madonna di Santa Valeria

 

 

IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO

Seregno

 

Santuario della Madonna di Santa Valeria

 

 

 

Il santuario è stato costruito in stile neogotico, a croce latina con tre navate; la superficie totale è di circa 1.000 metri quadrati. È situato nell'omonimo quartiere, in fondo ad un viale alberato che prende proprio il nome di viale del Santuario. In quest'area è attestata da diversi documenti la presenza di luoghi dedicati al culto religioso fin dal XII secolo, sebbene i riferimenti siano imprecisi e difficilmente interpretabili.

"Era - scrive Don Longoni - uno strano aggregato di edifizio, di cui la più piccola porzione (una cappelletta di soli cubiti 13 di lunghezza per 9 di larghezza) rappresentava la parte propriamente dedicata al culto dei Santi Martiri tutelari. La porta principale di fronte all'altare metteva nel piccolo cimitero o piazzaletto "ante ecclesiam", ombreggiato da piante e da gelsi. L'altra porticina, più piccola e ricavata nella parete sud della cappella, dava accesso ad un secondo corpo di fabbricato, il quale fiancheggiando la Chiesuola, si estendeva tra essa e la strada per una lunghezza di 25 cubiti per 12 di larghezza. Il tutto allineato sul lato destro della via che da Seregno conduceva a Meda."

Che l'edificio constasse di diverse parti - di una cappella, almeno e, adiacente ad essa, di un porticato - è confermato anche da Padre Leonetto Clivone che, visitando il 27 settembre 1567 la chiesa-oratorio, l'aveva appunto descritta così : "divisa in duas partes".

In seguito ad una sua visita nel 1579, san Carlo Borromeo, allora vescovo di Milano, riferì di un piccolo santuario ormai diroccato, tanto che ne ordinò la demolizione di una parte del porticato e di costruire, sulla parte restante una sacristia per custodirvi, al sicuro dai ladri, le suppellettili della Chiesa. Ordinò ancora che i materiali di recupero della demolizione venissero impiegati per la Chiesa parrocchiale di S. Vittore. Nel 1596 non solo la demolizione non era effettuata, ma forse nemmeno incominciata, tanto da produrre da parte del visitatore, il gesuita vicentino Don Baldassarre Cipolla una seconda ingiunzione, preziosissima e adattissima, a ragguagliarci sull'antichità stessa del tempio. Afferma, infatti, il Delegato che anche il vasto e cadente locale a sud del Santuario era stato in tempi precedenti una Chiesa, essendovisi in essa anche celebrato : "A parte meridionale (Ecclesiae) ... patet accessum in locum ... tecto coopertum et vetustate quasi consumptum ... relatum alias fuisse in eo celebratum ac fuisse Ecclesiam".

Più tardi nel 1611 anche il Card. Federico Borromeo venuto a visitare il Santuario, ribadì l'ordine del suo grande cugino.

Nel 1614 una nobildonna di Seregno, Donna Maddalena Mandriana, moglie di Ercole Galbiati, aveva disposto - lasciando erede delle sue sostanze la "veneranda scuola di S. Vittore di Seregno" - che ogni giorno, da Pasqua a S. Martino, venisse celebrata una S. Messa nell'oratorio di S. Valeria, per consentire ai devoti di questo Santuario di partecipare alle funzioni religiose. Solo verso la metà del secolo il vecchio edificio venne demolito per edificarvi un tempio più degno, dopodichè si iniziò la costruzione di un nuovo santuario, che venne inaugurato tre anni più tardi nel 1653, come è stato attestato dalla relazione fatta dal Visitatore Monsignor Filippo Maria Visconti in occasione della visita pastorale.

L'effigie della Madonna venne a trovarsi nella nuova costruzione sul lato nord ossia alla destra entrando e non sull'altare maggiore. Nella nuova chiesa, più grande dell'oratorio medioevale, si provvide, un secolo dopo, su invito del card. Giuseppe Archinto, allora Arcivescovo di Milano, ad ampliare e ad abbellire l'antico altare della Vergine con marmi lisci a varie tinte. Anche l'immagine della Vergine venne protetta con un prezioso cristallo.

Il XIX secolo ha visto svilupparsi una serie di interventi volti al miglioramento e all'abbellimento del Santuario: nel 1806 fu dotato di un nuovo organo; nel 1839 vennero realizzati degli importanti affreschi, mentre nel 1841 fu rinnovato l'altare della cappella maggiore. Nel 1862 o nel 1865 l'edificio subì un ampliamento, con la costruzione di una cappelletta laterale dedicata ai santi Vitale e Valeria.

Nonostante queste migliorie, già verso la fine del secolo maturò l'idea di un ulteriore ampliamento del santuario, considerato il sempre elevato afflusso di fedeli. Nel 1888 Luigi Mantegazza redasse una prima bozza di progetto di ingrandimento; nel 1906 il cardinal Ferrari approvò una commissione incaricata di studiare un progetto esecutivo, ma l'allontanamento di mons. Minoretti da Seregno ne bloccò nuovamente la prosecuzione. Una terza proposta, elaborata nel 1919 da Ambrogio Silva, non trovò seguito: finalmente, nel 1922, l'ingegnere Spirito Chiapetta fu incaricato di mettere a punto il progetto definitivo. Il primo ottobre di quell'anno venne posta la prima pietra ad opera di mons. Minoretti e il 29 settembre 1930 avvenne la consacrazione ad opera del cardinale Ildefonso Schuster.

Risale al 1965, infine, la costruzione e l'inaugurazione del campanile, che con 81 metri di altezza è fra i più alti d'Italia.