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Il Cammino di sant'agostino: Ornago

Il Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto

Il Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto

Il timbro apposto al Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto

Timbro del Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto

 

 

IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO

Ornago

 

Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto

 

 

 

Il Santuario è stato edificato su un luogo ritenuto miracoloso, ai confini del paese. La titolazione deriva dalla presenza, nel medesimo posto di una piccola cappella votiva in ricordo della peste del 1576. La sua storia inizia tuttavia solo agli inizi del Settecento in concomitanza con lo scoppio di una grande siccità che colpì tutta la zona di Vimercate. Nell'anno 1714 praticamente si prosciugarono tutti i pozzi. In queste condizioni un gruppo di pastori preoccupati per la sopravvivenza non solo del bestiame ma anche delle loro famiglie, la sera del 19 aprile 1714 si riunirono in preghiera nel bosco detto Brugarolo, nel territorio di Ornago, attorno a quella piccola cappella a ricordo della peste e dedicata alla Madonna soccorritrice delle anime del Purgatorio.

I pastori chiesero aiuto alla Vergine e miracolosamente furono esauditi: non piovve, ma dal terreno stesso trasudò una notevole quantità di acqua che soddisfece il loro bisogni e le necessità della popolazione.

Da allora quella fonte d'acqua è ancora attiva. Intervenne l'autorità ecclesiastica per verificare i fatti e dopo un processo canonico, i cui atti sono conservati nell'archivio diocesano, giunse alla conclusione il fatto era veramente miracoloso. Si può ben immaginare l'entusiasmo dei fedeli di Ornago alla notizia che l'immagine della Vergine era stata dichiarata "miracolosa". L'entusiasmo fu al culmine quando si procedette allo schiodamento degli assi che imprigionavano la piccola cappella restituendola alla devozione popolare. Finalmente potevano rivedere anche il dipinto di Federico da Monza con l'immagine della Madonna che ora poteva essere considerata prodigiosa il che attirò molti fedeli in pellegrinaggio. In segno di riconoscenza per il miracolo che aveva dissetato la popolazione, i fedeli vollero costruire un bel Santuario, che si può visitare ancora oggi immerso in un bosco di platani fra Ornago e Roncello.

Mons. Mogni, Prevosto di Vimercate, il Parroco di Ornago, il Nobile Pietro Antonio Rusca e tutto il popolo si diedero da fare per realizzare l'opera.

Della progettazione e realizzazione fu incaricato l'architetto Antonio Panfilo, un amico del nobile Rusca, che la Curia approvò subito. Fu la Curia che nell'ottobre del 1715 scrisse al Prevosto di Vimercate pregandolo di interessare tutte le parrocchie della Pieve ad essere generosa nelle offerte per la costruzione della chiesa. Nel 1716 fu posta la prima pietra. Alla cerimonia, allietata da musiche, parteciparono tutti: nobili, clero di Curia e di campagna, popolazione del luogo e forestieri.

I lavori furono affidati al capomastro Bartolomeo Barca, che utilizzò muratori di mestiere con stipendio, manovalanza del luogo senza stipendio, cavalli e carri dei nobili e dei contadini per il trasporto dei materiali; amministrazione e vigilanza furono affidati a un comitato del paese.

Ci volle circa una ventina d'anni di lavoro; la volta, o per carenza di mezzi o per incompetenza di tecnici, fu fatta tre volte e anche le rifiniture non riuscivano ad essere finanziate. Comunque nel 1734 la chiesa era agibile: il parroco di Ornago chiese che fosse benedetto l'altare maggiore e si cominciò a celebrare la festa del Santuario nell'anniversario di quello che continuava ad essere ritenuto il primo miracolo e cioè la formazione della nascita della fontana.

L'immagine della Madonna ritenuta miracolosa venne spostata sull'altare maggiore, mentre la sorgente del miracolo fu protetta da una grotta costruita recentemente.

I lavori furono completati dopo la morte del Nobile Pietro Antonio Rusca, che, rimasto vedovo e senza figli, lasciò per testamento gran parte del patrimonio al conte Gabriele Verri, suo amico, con l'impegno di completare i lavori. Il conte Gabriele Verri e il figlio primogenito, Pietro, portarono a termine gran parte dell'opera e la chiesa in seguito fu finalmente completata e arricchita con un bell'organo.

All'interno del santuario interno si conserva una pregevole pala raffigurante san Martino, opera di Carlo Verri, e una rappresentazione del Figliol Prodigo, opera del Corneliani. Adiacente il Santuario si trova la tomba della famiglia Verri, che tanto ha fatto per il santuario, tra cui quella di Pietro.

La seconda domenica dopo Pasqua e la seconda domenica di ottobre si celebrano le due feste prdel Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto.