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920: Diploma di Berengario Imperatore

Sigillo di Berengario

Sigillo di Berengario

 

1 luglio 920

Diploma di Berengario Imperatore

 

A. Frisi, Memorie Storiche di Monza e sua corte, Milano, 1794, II vol. carta XII, p. 17

L'originale della pergamena è conservato nell'archivio capitolare di Monza. Fu emanato a Corteleona da Berengario, re d'Italia, e decretava la concessione delle tre corti di Cremella, Bulciago e Calpuno alla Basilica di S. Giovanni di Monza.

 

 

In nomine Domini Dei aeterni, Berengarius divina favente clementia Imperator Augustus. Quia Domino famulantibus temporalia sunt subsidia conferenda quatenus, eorum oracionibus imperii nostri iura salventur et religio Sanctarum Ecclesiarnm Dei potius dilatetur et augeatur. Idcirco noverit omnium fidelium Sanctae Dei Ecclesiae nostrorumque praesentium scilicet ad futurorum Canonicos abbaciae beati Iohannis Baptistae et precursoris Xpi de Modoecia unanimiter et quasi lamentabili voce nostram adiisse clemenciam innuentes eo quod per maloe ministeriales sicut eorum priscis temporibus habuere praedeceseores non annue haberent sub integritate expensas. Nos vero illorum devotissime suscipientes lamentacionem et nolentes in tam Sancto ac venerabili loco quamlibet inesse murmuracionem consultu etiam et interventu Widonis reverentissimi Episcopi et Olderici incliti Marchionis Sacrique Palacii nostri gloriosi Comitis tres Cortes de eadem abbacia Cremellam videlicet simul cum Monasterio Beatissimi Petri Blauciacum atque Ca1puno concessimus triginta duobus tantummodo Canonicis iam nominatae Abbaciae Sancti Iohannis Baptistae ad utilitates et expensas eorundem canonicorum una cum casis terris vineis campis pratis pascuis silvis salicetis sationibus aquis aquarumque decursibus molendinis piscationibus servis et ancillis aldionibus et aldianis montibus vallibus planiciebus coltis et incoltis divisis et indivisis cunctisque reddibitiionibus districtionibus pinsionibus omnibusque ad eaedem curtes et monasterium pertinentibus vel aspicientibus ad habendum tenendum commutandum fruendum et quidquid canonica censura voluerint perpetualiter faciendum absque contracdictione vel minoratione seu infestatione cuiusquarn. Ea videlicet ratione ut ipsi Canonici duodecim monachabus monasterio beati Petri famulantibus de predictae cortis Cremellae expensa victum praebeant cotidianum quemadmodum antiquitus fuit usus et Ecclesiam beatissimi Iohannis Baptistae cui ipsi deserviunt de predictis cortibus simul cum decimis quae ad baptisma1em Ecclesiam iam nominatae Abbatiae de Modoecia ab hominibus diversis conlatae sunt emendare et restaurare debeant cum opus advenerit atque loco oblationis quinque anforas vini et urnam nec non et frumentum sextaria duodecim Custodibus eiusdem Bcclesiae annuatim offerant et solvant. Capellas denique ad predictas curtes attinentes per singula loca et vocabula positas et consecratas cum omnibus earum pertinentiis iam nominatis canonicis ad eorum utilitatem et expensas hac nostra auctoritate concessimus et perdonavimus. Si quis ergo hoc nostrae concessionis praeceptum infringere vel violare quandoque temptaverit sciat se compositurum auri optimi libras ducentas medietatem Camerae nostrae et medietatem prescrisptis canonicis triginta duobus qui pro tempore predictae Ecclesiae beati Iohannis Baptistae deseruierint. Quod ut verius credatur diligentiusque ab omnibus futuris temporibus observetur manu propria roborantes de anulo nostro subtus sigillari iussimus.

Signum Domni. Berengarii Piissimi Imperatoris.

Iohannes Episcopus et Canqellarius ad vicem Ardingi Episcopi et Archicancellarii recognovit.

Data Kal. Iulii Anno Dominicae Incarnationis DCCCCXX.

Domni vero Berengarii piissimi Regis XXVIII.

Imperii autem sui V. Indic. VIII.

Actum in curte Olonna in Xpi nomine e liciter. Amen.

 

 

In nome di Dio eterno. Berengario per divina benevolenza imperatore augusto. Poiché ai servi del Signore devono essere assicurati gli aiuti materiali in modo da meritare la salvezza del diritto del nostro impero con la loro preghiera e la crescente diffusione della religione della chiesa di Dio, per questo venga riconosciuto lo zelo di tutti i fedeli della santa chiesa di Dio e dei nostri presenti e futuri e che la nostra clemenza si rivolse ai Canonici della Chiesa del beato e precursore Giovanni Battista di Monza i quali unanimi e quasi con voce lamentevole denunciavano che, a causa di cattivi amministratori, non avevano più di che soddisfare i propri bisogni, così come in tempi passati ebbero i loro predecessori. Noi dunque, sensibili alle loro devotissime lamentele e preoccupati che nella loro venerabile cerchia si alimenti lo scontento, con il consiglio e l'intervento pure di Guidone reverendissimo vescovo e di Alderico marchese e nostro glorioso conte del sacro palazzo, abbiamo deciso di concedere tre corti della stessa canonica cioè Cremella con l'unito monastero del beato Pietro, Bulciago e Calpuno, ai trentadue canonici della detta canonica di San Giovanni Battista, per l'utilità ed i bisogni degli stessi canonici, intendendo ad esse corti unite case, vigne, campi, terre, prati, pascoli, selve, saliceti, seminati, acque e corsi d'acqua, molini, pescherie, servi ed ancelle, aldii e aldie, monti, valli, pianure, coltivati e incolti, ripartiti o in comune, nonché di tutti i redditi, i diritti e le pensioni pertinenti alle dette corti ed al monastero con la possibilità di possedere, conservare, cambiare, fruire e fare in perpetuo qualsivoglia modifica vorranno, senza contrarietà o limitazione o intromissione di alcuno. Per la stessa ragione disponiamo che gli stessi canonici assicurino alle dodici monache al servizio del monastero di S. Pietro della citata corte di Cremella il necessario vitto quotidiano come si usava in passato. Inoltre disponiamo che essi, in caso di necessità, provvedano alle riparazioni ed ai restauri della chiesa di S. Giovanni di cui sono al servizio e che ad essa chiesa battesimale corrispondano le decime delle corti predette accumulate da diverse persone; infine che annualmente assicurino a consegnino ai dodici custodi della stessa chiesa a titolo di oblazione cinque anfore ed un'urna di vino e dodici sestari di frumento. Ai detti canonici, per loro necessità e bisogni, con questa nostra deliberazione concediamo le cappelle pertinenti alle predette corti per ubicazione, titolo e consacrazione, con le rispettive pertinenze. Se poi qualcuno non osserverà questo nostro atto di concessione sappia che sarà obbligato e pagare duecento lire d'oro metà alla nostra camera e metà ai trentadue canonici che saranno temporaneamente al servizio della detta chiesa di S. Giovanni Battista. Affinché tutto sia chiaro ed osservato nei tempi futuri ordiniamo che venga apposto il nostro sigillo.

Segno di Berengario piissimo imperatore.

Giovanni vescovo e cancelliere a nome di Ardingo vescovo ed arcicancelliere conobbe.

Datato 1 luglio dell'anno della divina incarnazione 920, ventottesimo del regno di Berengario e quinto del suo impero. Indizione ottava.

Scritto e redatto in Corteolona in nome di Cristo felicemente. Amen.