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1577: Antonio Brambilla è Parroco a Masnaga

Debardi: presentazione al tempio

Debardi: presentazione al tempio

 

1579

Antonio Brambilla diventa parroco di Masnaga

 

Archivio Storico Diocesi di Milano, Sez. X, Incino

 

 

Quando morì il parroco di Masnaga Pietro Salvioni l'11 novembre 1578 a 52 anni, gli successe il prete Antonio Brambilla nativo di Cassago, figlio del fu maestro Simone. Brambilla era già in parrocchia come aiuto del parroco ammalato, nonostante fosse già parroco di Cassago. Già il 12 novembre, giorno seguente alla morte di Salvioni, Antonio Brambilla amministra in parrocchia un battesimo. Abitava anche lui nella casa parrocchiale e teneva presso di sé un ragazzo. Oltre ai locali di abitazione aveva pure la stalla e la cantina. Non aveva più i genitori, aveva un fratello e due sorelle sposate. Brambilla fu provvisto della parrocchia di Masnaga dal card. Carlo Borromeo il 3 ottobre 1578, poco più di un mese prima della morte del suo predecessore che, probabilmente per motivi di salute, aveva rinunciato al beneficio. Celebrava la messa in rito ambrosiano, teneva regolarmente i registri dei battesimi e dei matrimoni, si dedicava alla preghiera mattino e sera, insegnava la dottrina cristiana. Aveva studiato grammatica e i casi di coscienza. Esercitava la cura d'anime con assiduità. Non sapeva cantare, scriveva mediocremente, ma in compenso capiva il latino. Predicava nei giorni festivi e teneva in casa un ragazzo di nome Matteo, figlio di suo fratello Pietro, di anni 12, che gli faceva da aiutante. Questo nipote indossava già l'abito talare e si applicava con impegno nei suoi doveri, leggeva bene e incominciava a masticare abbastanza bene la lingua latina, "latinatur." Aveva una buona indole ed anche lui incominciava a insegnare, benché così giovane, la dottrina cristiana. Qualche anno più tardi questo nipote apparirà tonsurato. Antonio Brambilla era dunque un buon sacerdote. Il 30 ottobre 1579 riceve la visita del sacerdote Giuseppe Riva, curato di Casate Novo, che giunge su incarico di san Carlo.

 

Nella relazione si trova:

"Il curato titolare è il prete Antonio Brambilla di Cassago che vi risiede con una mercede e reddito ogni anno, come segue:

- moggia di frumento n. 3

- moggia di segale n. 2

- moggia di miglio n. 5

- moggia di legumi n. 1

- moggia di fave n. 1

- brente di vino n. 7

In tutto, computato anno con anno, il valore ascende a lire 250.

I fuochi sotto la sua cura sono n. 113.

Le anime in tutto sono n. 725.

Da comunione n. 445.

Ha anche il chiericato della chiesa di S. Ambrogio di Brenno, pieve di Incino, unito alla parrocchiale della chiesa di S. Maria di Masnaga, del valore di lire 30 imperiali, la quale ha dei beni e dei paramenti."