Percorso : HOME > Cassago > Archivio Storico > Ottocento > 1839 Elemosine S. Salvatore

1839: Elemosine S. Salvatore

Il portale d'entrata dell'attuale Sepolcreto Visconti

Il portale d'entrata dell'attuale Sepolcreto Visconti a Tremoncino

 

 

novembre 1839

Lamentela del parroco Michele Castelli al vescovo di Milano cardinale Gaisruck per le elemosine di San Salvatore

 

 

Archivio Parrocchiale di Cassago Brianza

 

 

I buoni rapporti fra la Casa Ducale e il parroco don Michele Castelli conobbero un momento difficile nel 1839. Il parroco si lamentò apertamente dell’uso della chiesa di san Salvatore da parte di don Carlo e del cugino Uberto, che la consideravano come una cappella privata dove seppellire i propri parenti defunti, non trascurando di incamerare anche le elemosine che i fedeli offrivano durante le loro visite. Il parroco scrisse al proprio vescovo, il cardinale Gaisruck, una lettera che assomiglia a una specie di pro memoria in cui elencava tutti i problemi che doveva affrontare con la Casa Ducale.

 

 

"Eminenza Reverendissima

nella parrocchia di Cassago, Pieve di Missaglia, vi è un luogo denominato Campo del Salvatore posseduto ora da Sua Eccellenza il V. duca Uberto Visconti di Modrone, dove furono riposte le Ossa dei defunti della Parrocchia in occasione, come si crede, di spurgare i sepolcri e forse anche i morti del Contagio e furono nominati i morti del Salvatore.

Col tempo vi fu eretto un Oratorio in mezzo a questo campo e nell'anno 1814 è stato benedetto. D'allora in poi vi si celebrò qualche volta la S. Messa. Sembra che questo Oratorio sia destinato per sepolcro della famiglia, poiché nel 1814 venne trasportato il Cadavere della V. Marchesa Fagnani Visconti di Modrone da Milano e tumulato nel detto Oratorio.

Parimenti il fu Duca Carlo Visconti di Modrone figlio della suddetta nel 1836. Nel 1837 furono seppelliti due figli di S. E. il V. Duca Uberto Visconti, erede del predetto Duca Carlo. I fedeli non solo dai contorni, ma anche da lontano paese hanno una particolare devozione a quei defunti e vi si portano in quell'Oratorio a pregare e vi lasciano elemosine.

Queste elemosine venivano in varie volte dell'anno raccolte dal rappresentante della Casa padronale e di mano in mano si consegnavano al Parroco locale, il quale le convertiva in tante sacre funzioni, la maggior parte nella chiesa parrocchiale di Cassago, per maggior comodo del popolo ed in parte nell'istesso Oratorio e la Casa padronale non si è mai opposta. In quest'anno 1839 le elemosine raccolte dal V. Duca Uberto non venero consegnate al Parroco, come si faceva in addietro per cui non si sono fatte le funzioni in suffragio di quei Defunti ed il popolo esternò qualche lamento.

Il Parroco stimò bene avvertire il V. Duca con lettera del 9 settembre 1839 che la novità di non aver fatto alcuna funzione pei Morti del Salvatore a motivo di non aver ricevute le elemosine, aveva destato un po' di sussurri e lo pregava di fare che le elemosine venissero convertite in quelle sacre funzioni, come si è sempre fatto, per adempire le menti degli offerenti. Il V. Duca rispose con lettera del 10 settembre 1839 che si unisce. Da questa risposta si scorge che il Duca essendo padrone dell'Oratorio, intende d'essere padrone di disporre delle elemosine. Il giorno 2 novembre 1839 il Duca ha ordinato un officio da morto da celebrarsi sul suddetto Oratorio come diffatto fu celebrato nel giorno.

L'infrascritto Parroco essendo di parere che queste elemosine di diritto parrocchiale e da disporsi dal Parroco medesimo, contrario di prolungare qualunque controversia ed altercazione specialmente col suddetto V. Duca vide bene di riferire il suesposto a V. E. Reverendissima rimettendosi pienamente al prudente giudizio del suo superiore e si umili col più ossequioso rispetto e profonda venerazione.

Curato Michele Castelli."