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XV secolo: De Sapis a Civate

Una scena di caccia nella Casa del Pellegrino a Civate

Una scena di caccia nella Casa del Pellegrino a Civate

 

XV secolo

La famiglia Sapis di Cassago abita la Casa del Pellegrino di Civate

 

 

 

Nel Quattrocento la Casa del Pellegrino è dimora dalla famiglia de Sapis, che aveva una forte presenza a Cassago. Le prime testimonianze che attestano l'esistenza di questo edificio risalgono alla prima metà del Quattrocento, quando in una minuta notarile viene citato l'Ospedale, identificabile con la Casa del Pellegrino, situata in un caseggiato appartenente al monastero di Civate.

La Casa del Pellegrino era dunque originariamente un luogo di ricovero per malati, viandanti e pellegrini. Tra il XVI e il XVII secolo nella casa risiede la famiglia Canali, che aveva un'antica consuetudine con la famiglia Maggi. La famiglia Canali possedeva anche il Castello di Brianza, dove è conservato un ciclo di affreschi del tutto simile a quello presente nella Casa del Pellegrino. Nel 1876 la casa diviene proprietà della famiglia Gavazzi, mentre dal 1899 al 1942 proprietari sono i fratelli Dell'Orto. Nel 1942 l'edificio viene donato alla Parrocchia di Civate per essere utilizzato come Canonica.

L'edificio si sviluppa attorno a una corte chiusa e si compone di tre parti principali: il settore quattrocentesco situato a nord, importante per le sale affrescate, per gli elementi decorativi e per la presenza di pareti a graticcio con conci di pietra tufacea; la porzione centrale, posteriore, caratterizzata da ampi saloni con soffitti lignei ed eleganti archi ogivali che si affacciano sulla corte; la porzione dei primi anni del Novecento, a meridione, addossata alla più antica cortina muraria. Le sale affrescate, al primo piano dell'edificio, dovevano essere almeno tre. La camera più a ovest, incorporata in un'altra unità abitativa, è andata perduta. Le due sale rimaste presentano un ciclo di affreschi che raffigura attività e momenti di svago tipici di un ambiente nobiliare.

Le scene illustrano episodi di caccia al cinghiale, al falcone, al cervo e i piaceri della vita di corte. In entrambe le stanze sono visibili simboli religiosi quali una mano benedicente, una Crocifissione e un monogramma di Cristo entro un cerchio raggiante. La loro presenza rende plausibile l'ipotesi che il loro significato superi la semplice rappresentazione dei passatempi di corte come la caccia o l'amor cortese.