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1639: Lettera di mons. Filippo Pirovano al fratello Giovanni

Il palazzo dei Pirovano a Cassago dopo le trasformazioni ottocentesche

Il Palazzo Pirovano nell'Ottocento

 

17 settembre 1639

Lettera da Roma di mons. Filippo Pirovano il Vecchio al fratello Giovanni

 

Archivio Visconti di Modrone, fald. M-6, Lettere di mons. Filippo Pirovano Auditor di Rota 1636-1639.

 

 

"Signore mio fratello

Anderò godendo de l'aquistato mentre con l'autorità sua lo potrò esigere et lei se ne potrà servire et tratenere li grani et lo feci, perché tra quello che maturerà de' redditi in questo anno et per il trimestre del seguente se si riscoteranno, basteranno per l'equivalente delle pensioni et il principe Borghese se bisognerà pigliarà la quarta et quinta parte per lulio prossimo senza suo incomodo et in tanto venerà tempo che li grani sarano ricercati et non si perderà nella mercantia et ... acquistare li pagamenti con la riscossione sarà la merce con li mercanti di qua; crederò che li Mercanti di Gera, Gravedona, quali si farano per concessione che come si scrive giaceranno ancora per li beni et frati del priorato, atteso la concordiate risoni per li giorni che potranno levare per loro bisogni, et tutto il Monte di brianza, il Prali storcerà tutto il grano per quelle parti, che li eredi del signor Gabrio Maria vogliono vendere la casa et beni che hanno in Casago al Origo, adverti che per la habitatione de Casago non deve lasciare l'aquisto del Giardino di detta Casa al quale si passa per il ponticello sopra la strada essendo parte incorporata nelle Rippe de nostra Casa, et l'Origo o altri che vorano comprare quella Casa non doverano negarlo, perché l'Origo non ha bisogno di quella casa se non per hauer d'altri beni in Cassago et per giardino ha tutto il sito che vuole avanti la casa, essendo padrone de beni comprati del Delfinone, et se altri concorrano non se lasci d'intendere di volere comprarla per se et credo che le convenerà meliorarsi, che poi sij necessario tal acquisto vostra signoria lo admetterà essendo quel puoco giardino parte delle Rippe et leuato il ponticello che posto sopra la strada il tutto resta unito a noi, et separato dalli altri abitanti con la strada per tutte le parti, et di più vostra signoria overà comperare ancora la Casa che fu de Nicolao Delfinone per chiudere quella portione nella quale un giorno si potrano fabbricare le stalle et fienili, et habitationi de servitori con nova strada per ascendere alla Torred, il che sarà sempre impedito da quella pezza di giardino ch'entra nelle Rippe et volendola poi fare non sarà così facile ottenerla come hoggi il rimanente di quelle Case non fa per signoria vostra, essendo separate con la strada, et neanco li beni di detti eredi non essendo congiunti con quella di vostra signoria, vederò volentieri li Capitoli concertati con grisoni perché non intendo come habino da rientrare padroni et possessori della Valtellina vendendo della concordia de Manzone, crederò che vostra signoria hauerà fatto amicizia con qualche uno de quelli cappi per servirsene a benefitio del priorato de Pina et se ne bisogno se resterano padroni.

L'Abbate Braciolino serà già partito de Milano sono sicuro che fermerà alla Corte per mesi, et mesi, et in suo tempo se ne valeremo, temo che il mio dispacio che vedo di qua non sij non intendendone avviso del arrivo, quale doverebbe essere gionto atteso il tempo che fu inviato nel quale molti altri si sono hauti, il quale però indi con le lettere del nostro delle poste et con il plicco del Ambasciatore, per D. Tobia altro ad soggiongo dovendo aspettare la congregatione della penitenziaria quale sarà la seguente.

Si conservi.

Roma i7 settembre i639

Filippo Pirovano."