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1669: Filippo Pirovano

Tassazioni nel Seicento

Tassazioni nel Seicento

 

 

20 aprile 1669

Cause pendenti della casa Pirovana lasciate da monsignor Filippo Pirovano

 

Archivio Visconti di Modrone, fald. I-140, Eredità Pirovano, mons. Filippo Testamento 1673, 20 aprile

 

 

1669

Informatione di Cause pendenti con Casa Pirouana lasciata da mons. Filippo

Indice

 

Principe Triulzi

Sorelle Pirouana

Roggia Coria

Marchese Carlo Visconte

Co: Sormani

Creditori del Marchese Francesco

Casati Creditori

Roggia Pandina

Cremaschi per la Roggia commune

Agnadello

Cava

P. P. Certosini

Carpano, Castiglione e Gera

Barella

Cassago per Carichi dé Retrodati

Cassago per l'esattoria fatta da G. Paolo Pirovano

Marchesa Modrona

 

 

 

fo. 1

fo. 5

fo. 11

fo. 15

fo. 18

fo. 20

fo. 22

fo. 23

fo. 24 T°

fo. 26

fo. 27

fo. 29

fo. 29

fo. 30

fo. 32

fo. 32 T°

fo. 33

   

Con le sorelle Pirouane

Nel 1585 morse Francesco Pirouano e lasciò herede li suoi figli Gaspare, Filippo Maria, Giulio Domenico, Bartolomeo e Gio. Battista, e morendo uno, ò più de' detti fratelli videlicet in tal caso le portioni pervenghino negli altri lor fratelli, e figliuoli miei sopraviventi egual portioni e non essendoli essi nelli suoi figli maschi per stirpe, e non per testa videlicet Parole precise del testatore; morsero Giulio Domenico, e Bartolomeo de' quali s'è divisa l'heredità egualmente con Filippo, Gasparo e Gio: Battista.

Morse Gasparo, che nel testamento lasciò Carlo suo figlio, di poi chiamò li nipoti, come qui sotto si dirà. Morse Filippo Maria Decano della Ruota di Roma, che instituì herede Gio: Battista suo fratello e i suoi figlij, Carlo figlio di Gasparo, che all'hora ancora era vivo pretese che nelli beni dell'Avo non habbia potuto provarlo.

Morse Gio. Battista con i suoi figli Filippo e Francesco, mancò Carlo con le figlie maritate viventi contro delle quali Francesco pretese la primogenitura di Gasparo Triulzio instituita nel 1569 ed il fideicomisso di Gasparo lo riconvennero, dimandando la portione de' beni aquistati per l'heredità di mons. Filippo, et altri beni verso del Padre.

Sopra le reciproche pretensioni si venne ad un compromesso negli Avvocati Parasacco e Stampa e transattione nel 1659 rogata da Carlo Bernascone dove in particolare Francesco prese sopra di sé il godimento de' beni di Cassino, con assegnar il fitto di Cassei, qual'assegno non hebbe effetto e restò ancora debitore per conti fatti di L. 15672 e promise di pagare gl'Interessi à ragione di cinque per cento, concedendogli per il fideicomisso di Gasparo pro sua persona tantum L. 9000 in circa.

Morse Francesco, di cui fu herede Filippo suo fratello, col beneficio della legge, che pretese non voler continuare nel godimento de' beni di Cassino e di non esser lui tenuto à quel ressiduo, supponendo venuto il caso à suo favore di conseguir tutto il fideicomisso di Gasparo, e perciò dedotta quella partita si dovesse rilasciargli il rimanente de beni da loro posseduti, come heredi di Carlo. Premesso qualche trattativa d'aggiustamento, le sorelle introdussero la causa in Senato, e disputata la Causa in Senato, e disputata la competenza del Giudice, finalmente fu avocata ...

dictorum filiorum meorum, et eorum descendentium masculorum videlicet ut supra, allhora chiama li suoi fratelli et li suoi discendenti masculi, e morto Carlo senza figli maschi con due femmine solamente, li figli di Giouanni di lui fratelli pretendono che sij purificato il fideicomisso à loro favore.

Vi si aggiunge che già nella transattione si sono contentate di concederne al fù Marchese Francesco la nona parte pro sua persona tantum, oltre la reconventione si sono allegate altre ragioni che dall'eccettioni al libello.

Al 3° si è dedutto che hauendo Gasparo acquistato li Beni di Cassino per crediti della primogenitura de' suoi fratelli reintegrati, e che essendo pervenuta in Filippo la Primogenitura consequentemente siano fatti proprij gl'istessi benim come dagl'Istromenti enonciati, e specificati si vede onde più tosto doverli ritenere, che rilasciare, e circa alli frutti maturati nel 64 e 65, correr l'istessa regola della proprietà.

in ogni caso non esser tenuto à render conto delli di lui raccolti, per essere spirato il fitto promesso dal marchese Francesco vita sua durante tantum, sopra di questo si è molto altercato, e con occasione, che si mandò una protesta à far certi miglioramenti ne beni communi, si è formato un processo, e fatto nuovo specificato.

Al 4° non si è negato, s'è solo opposto che dovendo restituir il fideicomisso di Gasparo, vi sarebbe stato luogo alla compensatione.

Al 5° si è data l'istessa risposta.

Al 6° Che la Signora Contessa Anguissola doveva prima far l'escussione contro gli Assegnatarij, avanti il regresso verso del Marchese, e che già la maggior parte ora era stata riscossa.

Ritornando al primo. La difficoltà consiste, se dalle parole del testatore si possi comprendere, che habbia prima voluto li figli trà di loro reciprocamente, overo li figli unitamente con li Nipoti videlicet stirpes videlicet.

Nel 2° se quel nome di linee in questo caso comprenda le femine, ò solo li maschi hanno la regola per loro, per il Marchese Filippo vi è la presunta mente del Testatore, come dalle allegationi in Jure, et in facto resta dimostrato nel fascicolo assegnato.

Al 3° fu rileuata la pretenzione, non per cosa sicura, ma per metter della legna à fuoco per la parte del Marchese, perchè il Signor Gasparo ha voluto reintegrare la primogenitura con altri beni siti in casei e Zebil, che sono stati con gli altri rilasciati, dimodo che non si potrebbero tenere gli uni, e gli alri.

Nel 4° dipende dal vedere chi sia chiamato nel fideicomisso di Gasparo, se le sorelle Pirouane, il Credito no hà dubbio, se il Marchese, non sarebbe ragionevole, che pagasse per ripetere.

nel 5° come sopra.

Nel 6° la signora Contessa Anguissola ha riscosso quasi tutti gli assegni resta creditrice di quella portione à fittavoli per li restauri.

Havendo le Attrici procurato, che in Senato si proponesse prima gli ultimi tre capi, vi si oppose con allegare la connessione, e dipendenza degli uni agli altri, e che essendo stato formato un libello per tutti, non si potevano hora dividere. Si è ancora trattato di venire alla divisione de beni e non si andava d'accordo delle portioni, che a ciascuno toccava, fu messo in considerazione, che non pativano commoda divisione.

Finalmente per modo di provvisione, fù stabilito che il Marchese Filippo pagasse alle sorelle in contanti L. 8000 come effetto gli furono sborsate, e si rimettessero tutte le differenze al Senator cassa Commissionario, à cui dalle parti si scrisse un biglietto per il compromesso.

Per togliere ancora gli Inconvenienti, che potevano nascere nell'amministrattione de' beni communi, il Marchese Filippo li ha tolti in affitto per tre anni incominciati à santo Martino del 66.

Questo è quanto si può rifferire per notitia del Stato, che si trouano, riportandosi agli atti, e scritture, come dell'Inventario che vi sarà accompagnato.

 

...

 

Cassago

Andando la Communità di Cassago debitrice di gran somma de retrodati, hà fatto delegare dal magistrato ordinario Carlo Francesco Spreafico à fare li conti a tutti li debitori, e à cercar nota di quello è stato riscosso da' Commissarij.

l'uno, e l'altro sono seguiti, e n'ha fatta relatione al Tribunale qual ha dato ordine d'assegnare termine di tre giorni à ciascheduno di pagar nelle mani del Cassiere dei retrodati il loro debito.

 

Pirouano

Gio: Pauolo Pirouano fù essattore di Cssago dal 1660 sino al 67 inclusive, non solamente de' carichi correnti, ma ancora di alcune liste vecchie, pretendendo d'hauer alcuni pagamenti fatti, et altre compense, è ricorso al Magistrato qual ha deputato un Ragionato à fare i conti, resta che tirino avanti e se risulta debitore si sofrzi di sodisfare.

Il fedele ha fatto un biglietto di molestare la Communità per tutto il debito, che resta in Camera, sarà però bene procurare che s'aggiustino i libri.

Il biglietto e insieme con le scritture de' Carichi appresso alli Conti dell'istesso Pirouano.

Pretende la Signora Marchesa di Berné dal Signor Marchese Filippo suo fratello il legato fattovi dal marchese padre commune nella somma de scuti numero 50 l'anno, come dal testamento che si essibisce, et questo con decorsi dal giorno del detto testamento in avanti, come pure pretende un assegno per la più facile essatione nell'avvenire.

Pretende anche esser reintegrata delle gioie ch'essa Signora Marchesa diede per cautione del credito, che aveva la signora Clemenza Peltina Pirouana contro li beni del fu signor Marchese Francesco, et quando il signor Marchese voglia esimersi da questa obbligatione, con die di non essere herede, doverà avvertire che essendo stata necessitata diminuire la sua dote per compensare le dette Gioie alle sue figlie nella somma de scuti due mille, entra la regola del Statuto di Milano addotta giudizialmente dallo stesso Signor Marchese Filippo, che il fratello sia tenuto ridotare la sorella, quando rimanghi indotata, et la stessa regola che milita à favore della dotatione in tutto, milita in favore della medema parte.

Pretende di più scuti numero 100 che restano nella mani del Signor Marchese Filippo dovutili dal Signor Co: Angelo Carpano.

Offrendo essa signora Marchesa di ricompensare il pane, et il vino, che ha consumato, mentre 20 mesi di soggiorno da lei fatto à Cassago.