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Luigi Beretta: ALLE ORIGINI DELLA PARROCCHIA : 1560 - 1570

Maria Vergine, particolare della Sacra Famiglia

Maria Vergine, particolare della sacra Famiglia

 

ALLE ORIGINI DELLA PARROCCHIA : 1560 - 1570

di Luigi Beretta

 

 

S. Carlo giunse a Cassago per la prima volta il 20 agosto 1571. Il suo incontro con la comunità del luogo fu decisivo, poichè segnò la vita spirituale di questo paese per i secoli successivi. Fu infatti in questa circostanza che il santo vescovo prese la decisione di unire in una sola parrocchia le due Cure d'Anime fino ad allora indipendenti di Cassago ed Oriano. V'è un passo degli atti di quella Visita Pastorale che vi fa cenno, laddove se ne sottolinea l'urgenza e se ne dettano le norme di esecuzione. Il testo è chiaro, fin nei minimi particolari, allorchè intima che « il curato di Renate pieve di Agliate, nè altri s'impacci più nell' amministrattione de sacramenti et cura delle anime di Oriano, eccetto il Curato di Cassago poi che hauemo unita questa cura con quella. Esso Curato di Cassago osservi continuamente l'ordinatione fatta da noi in questa Chiesa di venire à celebrare una Domenica il mese, et questi gentil huomini che hanno beni in Oriano concorano con quelli di Cassago alla contributione del suo salario, come già si sono contentati di dare lire 60 l'anno, hora che quelli di Cassago gli pagano lire 140 et gli faccino pubblico instrumento facendo obbligare a questo uno, o duoi particolari, acciò che detto curato non habbia da travagliare per la detta mercede » (1).

L'ordine fu perfezionato il 19 settembre di quello stesso anno. Una minuta conservata presso l'Archivio della Curia milanese e stilata a Brianzola nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, dove S. Carlo stava proseguendo la sua visita pastorale in Brianza, ci ragguaglia che l'arcivescovo aveva già dato istruzioni perchè venisse redatto l'Instrumentum unionis ecclesie loci de oriano versus ecclesiam parochialem loci Cassaghi, cum omnibus Juribus. Nella minuta si rielencano le clausole già descritte, fra le quali si sottolinea l'obbligo per il Rettore di Cassago di celebrare la messa a Oriano una domenica di ogni mese (2). Questa unione ordinata da S. Carlo non giungeva però inaspettata. Era stata preparata con circospezione e tatto, specialmente dal visitatore apostolico Leonetto Clivone. Per lo sviluppo storico locale ciò costituì un atto di rara importanza storica poiché decideva del destino spirituale di due comunità, per molti aspetti diverse, disunite e per di più contese, che da allora incominciarono un lungo cammino di integrazione, non ancora concluso ai nostri giorni.

Certo è che S. Carlo volle allora sanare una situazione precaria e allo stesso tempo porre le basi con lungimiranza a più ampi orizzonti di crescita spirituale. Perno fondamentale di questa opera di rinnovamento fu nelle intenzioni caroline il parroco, al quale non lesinò la concessione di quanto necessario, obbligando la Comunità a mantenerlo. Per lui, la sua sussistenza, per definire la sua autorità e la sua giurisdizione, S. Carlo spende poche parole, semplici, scarne, essenziali, eppure estremamente chiare e perentorie, senza possibilità di replica o di equivoci, come era sicuramente nel suo carattere e nel suo stile. A quell'epoca del resto, di certo ben pochi osavano contraddire un uomo della tempra di S. Carlo, la cui autorità di vescovo era riconosciuta ovunque, ben oltre i confini della sua stessa diocesi. La forma con la quale manifestò la sua decisione non deve far meraviglia, poichè si esprime in un'epoca in cui più che ai regolamenti ed alle leggi si badava all'autorità di chi li emanava ed alla sua capacità di farli rispettare. Il che era certamente una dote universalmente riconosciuta a S. Carlo, tant'è che molti decreti gli sopravvissero, non ultimo proprio questo, la cui attuazione modificò senza dubbio lo sviluppo di Cassago e di Oriano nonchè la vita, la mentalità e le tradizioni dei loro abitanti.

L'attualità di quell'ordine carolino ed il permanere dei suoi effetti nella struttura sociale dell'odierno Cassago ne rinnovano l'importanza ai nostri occhi e ci invitano alla riscoperta ed alla rilettura della storia di questo paese in un'epoca che vide svilupparsi l'azione instancabile e riformatrice di S. Carlo. La sua opera, completamente votata al servizio della Chiesa Cattolica e della Controriforma Tridentina, fu straordinariamente intensa per quanto breve, dato che copre solo poco più di vent'anni di storia. Tanti ne corrono infatti fra il 1560, anno in cui S. Carlo Borromeo fu nominato Amministratore della Diocesi di Milano e il 1584, quando morì. Com'era Cassago a quell'epoca ? E soprattutto come si svolgeva la vita dei suoi abitanti, quali furono le loro reazioni alle novità del tempo, a quella Controriforma che coinvolse ogni aspetto della spiritualità cattolica ?

Sono domande che stimolano la nostra curiosità, soprattutto perché non hanno ancora avuto una risposta esauriente e definitiva. Di qui la necessità di una ulteriore esplorazione, che abbia come oggetto di studio proprio Cassago, i suoi usi, i suoi costumi, le sue tradizioni fra il '500 e il '600. Per quanto ne sappiamo, a quel tempo il paese costituiva ancora un'oscura e piccola località di campagna essenzialmente dedita all'agricoltura e di importanza così modesta da riuscire ad attirare solo la burocratica attenzione degli anonimi cronisti delle visite pastorali che incominciavano a svolgersi in quegli anni. A tal proposito i documenti che si sono conservati e che abbiamo potuto consultare ammettono ben poche eccezioni, anzi concordemente ci trasmettono l'immagine di un paese che rifletteva in sè le speranze e le contraddizioni della sua epoca, senza mai toccare però le punte esasperate che ci ha trasmesso la storia delle grandi città. La linearità costituisce certamente il tratto più caratteristico di Cassago all'epoca di S. Carlo Borromeo, che non sfocia mai però nella banalità, soprattutto perchè i minuti episodi della sua storia conservano un loro fascino particolare e riescono a suscitare ancora oggi nel lettore moderno una profonda meraviglia ed un sincero stupore. La ricostruzione di quell'ambiente non è facile. Per forza di cose infatti incontra dei limiti obiettivi nell'incompletezza delle informazioni che ci sono state tramandate o che abbiamo potuto scoprire, sia sotto forma di documenti che di tradizioni. Nè del resto va dimenticato che sono proprio queste incertezze a stimolare quel senso insopprimibile di curiosità che costituisce l'essenza stessa del "fare" storia.

 

 

(1) Ordinationi per la Chiesa parochiale di S.to Gregorio del luogo di Oriano pieve di Massaglia, 20 agosto 1571, in Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, sez. X, Visite Pastorali, Pieve di Missaglia, vol. 18.

(2) Arch. Curia arciv. Milano, Pieve di Missaglia, vol. 18.