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I Nobili nava

Stemma dei Nava

Stemma dei Nava

 

 

I Nobili NAVA

 

 

 

I Nava sono un'antica e importante famiglia milanese nota sin dal XIV secolo.

GIUSEPPE, figlio di Mattiolo, fu tra quelli che presentarono giuramento di fedeltà a Giovanni Maria Visconti, mentre il nipote di lui, MARCOLO fece parte del Consiglio Generale della città. TOMMASO, giureconsulto collegiato, dei LX decurioni nel 1716, provicario del Banco di S. Ambrogio, fu marito di Virginia Casati, ultima del suo ramo, così che i Nava ebbero porzione dei beni di quell'estinta casata non soggetti a vincolo fidecommissario. Rimasta vedova in fresca età, ottenne dall'imperatore Carlo VI, con diploma comitale 24 novembre 1723, il titolo comitale per i maschi primogeniti da appoggiare al feudo di Brianzola, acquistato dalla R. Camera con istrumento 9 maggio 1732, rogato Filippo Delmati, notaio camerale.

Il figlio suo, AMBROGIO, conservatore del patrimonio della città, sposò Caterina Piantanida del marchese Giovanni Battista, che lo fece padre, tra gli altri, di TOMMASO, di Teresa, sposata al giureconsulto collegiato Antonio De Capitani d'Arzago, senatore, e di Virginia (1764-1824), moglie del marchese Gerolamo d'Adda. Il suddetto Tommaso fu creato conte del Regno d'Italia da Napoleone I con diploma, datato da Compiègne, del 18 settenbre 1811. Da Angela Parravicini del marchese Antonio ebbe GIOVANNI, marito di Maria Meraviglia Mantegazza del Marchese Luigi Alberto ed AMBROGIO (n. 1791) cavaliere di Malta, che ebbe in isposa Francesca d' Adda del marchese Felice, già vedova del marchese Luigi Cagnola, dama di palazzo dell'imperatrice e regina.

TOMMASO condusse in moglie Fulvia Trecchi del barone Giacomo, intendente generale di finanza, sorella del barone Sigismondo, ben noto per l'eleganza e l'anglomania, implicato nei processi politici del 1821. Le serali conversazioni della contessa Nava erano assai frequentate dall'elemento liberale lombardo. Un ramo collaterale dei Nava, discendente da ANTONIO, fratello di ANDREA, capostipite della linea comitale, aveva il giuspatronato dell'antichissima chiesa parrocchiale di SS. Vittore e Giovanni Battista nel luogo di Brianza, pieve di Missaglia. A detto ramo, che aveva esponenti che abitavano a Cassago, appartennero GABRIO Maria, vescovo di Brescia e FRANCESCO, ultimo de' vicari di Provvisione nel 1796: questo ramo si estinse con Maria, del capitano don Nicolò, moglie del conte Pietro Lurani. In questa famiglia essa portò la successione alla commenda di giuspatronato Nava dell'Ordine di Malta e sempre ai conti Lurani finirono in eredità i beni di Zizzanorre con la Casa da Nobile e i possedimenti terrieri annessi. La Casata, che si crede recentemente estinta, ottenne la delineazione dello stemma a f. 84 del Codice Araldico di Lombardia per decreto 28 luglio 1772 dell'I. R. Tribunale Araldico. La famiglia é iscritta nell'Elenco Uff. Ital. coi titoli di patrizio milanese, conte, trattamento di Don e Donna, in persona di AMBROGIO, di Giovanni, di Tommaso.

 

Arma: Troncato: al I° d'oro all'aquila nera coronate del campo, al 2° di rosso all'aquila d'oro, coronata dello stesso.

Cimiero: L'aquila di nero coronata d'oro.

Dimora: Milano.

 

I Nava sono una famiglia presente a Cassago già nel Quattrocento dove possedevano una Casa da Nobile, che corrisponde a quella che è nota come Casa della Torre, una cui parte diventò a metà Settecento la canonica parrocchiale.