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Congregazioni di Regola Agostiniana

Amanuense di Tolosa (1362): Agostino consegna la sua regola a monaci e monache in un manoscritto della Biblioteca di Tolosa

 

Amanuense di Tolosa (1362):

Agostino consegna la sua regola a monaci e monache

in un manoscritto della Biblioteca di Tolosa

 

 

La famiglia Agostiniana

 

 

 

Numerosissime sono le Congregazioni e gli Ordini, che nei secoli hanno seguito la Regola agostiniana promuovendone l'applicazione nella storia della Chiesa.

Il titolo ordinario oggi è: Agostiniani, Ordine di sant'Agostino, Frati o Fratelli Agostiniani; in latino: Ordo Fratrum Sancti Augustini (OSA). Benché sotto questa forma venisse usato, soprattutto nella forma popolare, da molto tempo, soltanto nel 1969 se ne chiese l'approvazione della S. Sede: l'approvazione venne concessa dalla S. C. dei Religiosi il 12 febbraio 1969. La prima sigla che si conosca è OSA, utilizzata già almeno nel 1867. Dal 1903 si cominciò a usare la sigla OESA, come sigla ufficiale, soprattutto nella curia generalizia. In ogni caso, venne sempre preferibilmente usata la formula OSA.

 

In passato, il titolo ufficiale in latino fu Ordo Eremitarum Sancti Augustini, oppure Ordo Fratrum Eremitarum Sancti Augustini. Suoi corrispondenti in lingua popolare erano: Eremitani di sant'Agostino, Romitani di sant'Agostino, Eremitani Agostiniani e Agostiniani Eremitani. Però la parola più ordinaria fu sempre Agostiniani (Augustinenses o Augustiniani), parola che nasce come propria e specifica di questo Ordine quale sinonimo di Ordo Fratrum Eremitarum Sancti Augustini. Lo stesso significato e la medesima origine hanno le espressioni Ordine agostiniano o Ordo augustinianus. Senza dubbio, l'espressione "Ordine di sant'Agostino", o Ordo Sancti Augustini, viene usato oggi con un senso generalmente diverso da quello del passato. Oggi, essa indica l'istituzione rappresentata da questo Ordine.

In passato, invece, soprattutto nei secoli XI-XIV, essa indicava coloro che seguivano la Regola di sant'Agostino, con una certa forma di vita che accompagnava generalmente la Regola. In questo senso si usava frequentemente come sinonimo di Regula sancti Augustini e veniva contrapposta a Ordo sancti Benedicti, allo stesso modo che Ordo canonicus si contrapponeva a Ordo monasticus.

 

Per completare il breve prospetto intorno alla "questione della Regola di S. Agostino" ci resta di dedicare un accenno a un documento antichissimo che i codici e gli studiosi hanno battezzato col nome di Ordo (o Disciplina) monasterii. L'Ordo monasterii è una brevissima Regola monastica che contiene disposizioni liturgiche per la recita del divino ufficio, l'orario per la lettura e il lavoro, precetti intorno alla vita comune - apostolica enim vita optamus vivere - all'obbedienza, alla refezione, al silenzio, all'uscita dal monastero - duo eant - alle pene contro i contumaci. Comincia con le celebri parole: Ante omnia, fratres carissimi, diligatur Deus, deinde et proximus, quia ista sunt praecepta principaliter nobis data; e finisce esprimendo la speranza del legislatore che le prescrizioni date saranno osservate fedelmente, di modo che, conclude, et vos proficietis, et nobis non parva erit laetitia de vestra salute. Amen. La tradizione manoscritta unisce costantemente, almeno una delle sue branche, questo breve documento con la Regola agostiniana in quanto la Regola segue immediatamente ad esso e forma con esso un tutt'uno. Così il codice di Corbie e così i codici che ebbero a disposizione l'autore della Regula Tarnatensis, S. Benedetto e S. Cesareo d'Arles, i quali tutti utilizzano sia la Regola che l'Ordo monasterii. In realtà l'Ordo monasterii è un complemento necessario della Regola, la quale suppone un regolamento monastico, ma non lo contiene.

 

 

I canonici regolari di S. Agostino

Le origini di quest'ordine si trova nella comunione di vita con il suo clero, praticata già da S. Agostino ad Ippona, solo dopo il concilio lateranense del 1059. Vi si prescrive la comunione dei beni e la vita regolare dei canonici fu stabilita in quello stato primitivo voluto da S. Agostino. Si ritornò alla regola del santo con la professione dei tre voti solenni. Sono stati contati oltre 4500 monasteri dei quali 700 nella sola Italia. Grande fu per secoli la loro influenza materiale e morale. Impossibile riportare il catalogo dei personaggi eminenti per santità, per scienza, per prelature, che in ogni tempo fiorirono in tali comunità. Non pochi di essi furono eletti sommi pontefici, moltissimi gli assunti al cardinalato ed all'episcopato. Imponente il numero dei santi. In un primo tempo ogni comunità faceva da sé; successivamente alcune si unirono ad altre, formando delle congregazioni, il numero delle quali superò la ventina.

La più celebre di tutte fu, ed è rimasta, la Congregazione lateranense. Ebbe inizio poco dopo il concilio del Laterano del 1059. Prese tal nome perché fu proprio il clero di quell'insigne basilica, che, in ottemperanza dei decreti conciliari, si organizzò a vita comune sotto la regola agostiniana ed emise i voti. Divenne in breve come il tipo di un numero grande di comunità che ne seguirono l'esempio e ne fecero proprî gli statuti. Sisto IV (1466) l'allontanò dal Laterano sostituendovi dei canonici secolari. Esiste ancora ed ha sede in S. Pietro in Vincoli di Roma.

 

Le principali congregazioni, sorte in varî tempi, sono le seguenti:

1. di S. Vittore di Parigi (fondata nel 1112): che ebbe importanza specialmente per la scuola teologico-mistica e per l'indirizzo che le diede il fondatore Guglielmo di Champeaux, maestro e poi avversario di Abelardo che ne racconta la fondazione: Ugo, Riccardo e Adamo di S. Vittore furono di questa congregazione come pure Tommaso da Vercelli;

2. di S. Maria in Porto: fondata da Pietro degli Onesti (1114), assorbita dalla Lateranense nel 1420;

3. di S. Croce di Mortara: fondata nel 1080 e unita alla Lateranense nel 1449;

4. di S. Rufo: stabilita dapprima in Avignone, vanta tra i suoi uomini illustri varî pontefici;

5. della S. Croce di Coimbra (1132): S. Antonio di Padova, prima di rendersi frate minore appartenne a questa congregazione;

6. di S. Gilberto (Inghilterra; 1146 circa): ogni abbazia di canonici aveva unita una comunità di religiose, rigorosamente separate. Arrivò a contare 22 duplici conventi, estinta al tempo di Enrico VIII;

7. di Arusia (Francia, 1100): arrivò a possedere circa 30 conventi, estinta alla fine del sec. XV;

8. di S. Maurizio (nel Vallese): che sembra risalga al sec. IX, ma divenne regolare nel secolo XII sotto la regola agostiniana;

9. di S. Genoveffa (Parigi, antichissima): fu riformata nel 1634; nel sec. XVIII possedeva 80 abbazie e 31 priorati: dell'attività scientifica fa testimonianza il celebre convento e la ricchissima biblioteca con oltre 8000 manoscritti, ora di proprietà dello stato;

10. di S. Marco di Mantova (1194): decaduta dalla primiera osservanza, a poco a poco venne meno: nel 1584 il chiostro principale di S. Marco fu dato ai camaldolesi;

11. dei Crociferi, suddivisi in Crociferi d'Italia, Belgio, Boemia, Polonia. Sussistono al presente solo quelli di Boemia, con la speciale missione di assistere gli infermi, e del Belgio, ai quali Leone X (1516) concesse il privilegio di arricchire di grandi indulgenze le corone da loro benedette;

12. di S. Antonio: che in origine (sec. XI) fu un'associazione di laici col fine di assistere i colpiti dal cosiddetto "fuoco di S. Antonio"; Bonifacio VIII la convertì in congregazione di canonici regolari sotto la regola agostiniana: ebbe grande diffusione in quasi tutta l'Europa. Nel 1777 si unì all'Ordine di Malta;

13. dei Fratelli ospitalieri dello Spirito Santo (Montpellier, sec. XII). Sotto Onorio III si divise: la casa di Montpellier rimase alla testa di quelle di Francia; quella di S. Spirito in Sassia a Roma, fu dichiarata madre di quelle d'Italia, e venne poi soppressa da Pio IX;

14. di Windesheim (sec. XIV): che ebbe grande diffusione in tutta la Germania e in Olanda, si distinse per grande austerità; ne rimangono ora appena le vestigia in Olanda: T. da Kempis appartenne ad essa;

15. del SS. Salvatore: sorta in Bologna nel 1408 per opera dell'agostiniano P. Cioni: dopo pochi anni si unì con gli ambrosiani e nel 1823 ai lateranensi;

16. dello Spirito Santo, approvata da Martino V, ma soppressa nel 1656 da Alessandro VII;

17. di S. Giorgio d'Alga (in Venezia), alla quale appartenne S. Lorenzo Giustiniani: fu soppressa da Clemente IX nel 1668;

18. del Redentore, fondata da S. Pietro Fourier nel 1623 nella Lorena: le canonichesse sussistono ancora sotto il titolo di nostra Signora.

19. di S. Bernardo: fondata nel Vallese da S. Bernardo di Menthon nel 1081, professò la regola agostiniana al tempo di Innocenzo III e fiorisce ancora nei due celebri ospizî del Piccolo e Grande S. Bernardo;

20. del Santo Sepolcro (Gerusalemme, 1114): poi passata in Europa ed estintasi alla fine del sec. XVIII.