Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Storiografi OSA > Torelli > Tomo IV > 1263

Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1263

Anni di Christo 1263 - della Religione 877

 

 

 

 

1 - Li maggiori affari, ne' quali in quest'Anno del Signore 1263 s'impiegasse il nostro Sommo Pontefice Urbano IV, furono il procurare con ogni sua diligenza et industria, primieramente di mettere d'accordo li due competitori dell'Imperio, Alfonso Re di Castiglia e Riccardo Conte di Cornubia; secondariamente poi il trattare alle strette con S. Luigi Re di Francia, affinchè disponesse Carlo suo fratello, aprendere l'Investitura del Regno di Napoli e di Sicilia, e così abbassare l'orgogliosa Superbia del bastardo Manfredo, usurpatore di quei Regni, e sprezzatore della Pontificia Maestà. E per terzo, non cessava di procurare da' Principi Christiani qualche valido soccorso alle povere Reliquie della Christianità di Terra Santa, le quali erano ridotte, quasi che all'ultimo estremo. Sottopose ancora la Città di Milano all'Interdetto, per havere indebitamente scacciato il suo Vescovo. Avvenne ancora in quest'Anno un gran Prodigio nella Germania, e fu, che il Beato Alberto Magno, rinonciò con grande humiltà, il Vescovato di Ratisbona, e con grand'allegrezza se ne tornò in Colonia a leggere a' suoi Frati Domenicani la Teologia, che però, quando ben'anche non havesse meritato per tanti altri capi, il maestoso titolo di Magno, gli si doveva solo per questo. E qui notare io debbo, che appunto in quest'Anno del 1670, hanno ottenuto li suoi Religiosi, di recitarne l'Officio, e celebrarne la Messa, come il Bzovio, Gordoni, lo Spondano, et altri.

2 - Ma ripigliamo hormai il filo delle nostre Historie, e per la prima, gli è necessario, che cominciamo il principio di quest'Anno con la decisione d'una Lite passata fra li PP. Guglielmiti, et i nostri nella Germania, sotto il giudicio del Vesc. di Ratisbona, con la vittoria de' nostri. Già più volte habbiamo anche di buon proposito, dimostrato, che quantunque Papa Alessandro IV nella Grande Unione Generale, incorporasse et unisse all'Ordine nostro, insieme con gli altri, l'Ordine altresì de' Guglielmiti; nulladimeno poi quattro Mesi doppo, importunato da' continui lamenti de' Superiori maggiori di quest'Ordine, li quali non havevano in verun conto volsuta accettare la detta Unione, spedì un'altra Bolla a loro favore, concedendoli, che per loro quiete e riposo, mutando la Regola di S. Agostino in quella di S. Benedetto, potessero rimanere con l'Habito solito divisi come prima dall'Ordine Agostiniano. Ma, perchè in questo mezzo di tempo, li Conventi loro erano stati da' nostri, in virtù della prima Bolla, incorporati all'Ordine nostro, secondo il primo commandamento del Papa, e massime nella Germania, nacquero però in quelle parti grandissime controversie; una fra l'altre ne fu agitata davanti il Vescovo di Ratisbona suddetto, intorno all'incorporatione de' Conventi di Semmansausem, e della Valle Spetiosa o di Schontal della Diocesi stessa di Ratisbona; imperochè bramando li Religiosi di questi due Conventi, che fino a questo tempo erano stati dell'Ordine di S. Guglielmo, d'incorporarsi, ed unirsi all'Ordine nostro, s'opponevano li Superiori dell'Ordine predetto di S. Guglielmo, pretendendo, che in vigore della Bolla da essi ottenuta doppo quella dell'Unione, non potessero più li Religiosi di quell'Ordine incorporarsi, et unirsi all'Ordine nostro, e molto meno poi li loro Monisteri. Essendo dunque riccorse ambi le parti davanti al detto Vescovo, o perchè esso fosse stato delegato Giudice sopra di questo affare della S. Sede, o pure, che le dette parti di commune accordo l'havessero supplicato a voler esser loro compromissario in questa loro controversia, egli dunque, doppo haver molto bene considerate, et esaminate le ragioni d'ambi gli Ordini suddetti, havendo altresì richiesto il Consulto de' Padri Domenicani, e Francescani, alla perfine diede la sentenza a nostro favore, apertamente dicendo, che le nostre Bolle prevalevano di lunga mano a quelle della parte contraria; la detta Sentenza poi fu data in Ratisbona in quest'Anno del 1263 a' 6 di Febraio, e questa viene prodotta dal nostro Crusenio, nel suo Monastico Agostiniano, et è la seguente:

3 - Leo miseratione Divina Ratisponensis Episcopus. Universis Christi Fidelibus, tam praesentibus, quam futuris, salutem in omnium Salvatore. Universitatem vestram volumus non latere, quod in nostra praesentia constitutis Fratribus, scilicet Guidone Priore Provinciali Fratrum Eremitarum S. Augustini ex una parte, et Fratrum S. Guillelmi de Semansahusem, et de Scontal, dum inter ipsos de unione olim celebrata per Ven. D. Riccardum S. Angeli Diaconun Cardinalem, quem tali negotio, fel. Rec. Alexander Papa praefecerat vitae suae quaestio verteretur. Nos visis utriusque partis Litteris, cum diligenti examine, adiudicavimus Fratrum S. Augustini autentica Litteris partis contrarie praevalere, ipsis Fratribus S. Guillelmi nostrae Dioecesis dando consilium, et favorem, ut se submittant unioni, et quod hoc facere valent, salvis conscientijs nostro Iuditio; Fratribus Praedicatoribus, et Minoribus super hac quaestione vocatis, sumus publice contestati; ne igitur praedicti Fratres S. Guillelmi talem Unionem subijsse animi levitate possint ab aliquibus in posterum iudicari, sed quodamodo invicti, et coacti utriusque partis praesens scriptum Sigilli nostri munimine roboratum ipsis in testimonium duximus concedendum. Dat. Ratisponae Anno 1263, septimo Idus Februarij.

4 - Da questa Sentenza autentica, con ogni magior chiarezza, et evidenza si cava, che li Frati Guglielmiti, che hoggidì osservano la Regola di S. Benedetto, furono quelli, che furono nominati nella Bolla della Generale Unione, che concorsero anch'essi, per mezzo de' loro Procuratori, insieme con i Procuratori di tutti gli altri Ordini mentovati nella stessa Bolla, a far la detta Unione, contro ciò, che scrive, senz'alcun fondamento, Sansone Haio nel suo Libro de Veritate Vitae, et Ordinis S. Guillelmi. Così parimente costa, che li Prelati di questi Guglielmiti, rifiutarono la detta Unione, doppo ch'essa fu fatta, et ottennero finalmente, doppo il lungo pregare di quattro Mesi intieri, la Bolla da Papa Alessandro, nella quale li faceva esenti da quella, non ostante gli Ordini fatti nel Capitolo Generalissimo; e doppo similmente apparisce, che le Liti, e le Controversie de' Frati Eremitani, che durarano fino al tempo di Clemente IV, dieci Anni doppo l'Unione, come vedremo sotto l'Anno 1266 a Dio piacendo, furono con li medesimi Guglielmiti, li quali vivono hoggi con la Regola di S. Benedetto, e della cui Religione è quel F. Sansone Haio di sopra mentovato, il quale va dicendo ne' suoi Scritti, che li Guglielmiti, nella Bolla dell'Unione nominati, non furono quelli che hora, per concessione dello stesso Alessandro IV, militano sotto la Regola di S. Benedetto, ma ben sì alcuni altri, dice egli, che haveva riformati il P. S. Guglielmo, de' quali non sa poi dire, o riferire l'origine, né il fine.

5 - Convicesi altresì da questa Sentesa del Vescovo di Ratisbona, che se bene Alessandro Papa IV concesse con quella sua Bolla a' Superiori, et altri Religiosi dell'Ordine di S. Guglielmo, di rimanere per loro quiete, e riposo, senza unirsi all'Ordine nostro, nel loro solito Habito, che era appunto l'Agostiniano in sostanza, sotto però la Regola di S. Benedetto; nulladimeno non prohibì con essa, che niuno più per l'avvenire, in virtù della Bolla dell'Unione, s'unisse, o s'incorporasse al suddetto Ordine Agostiniano, né tampoco ordinò, che li già uniti, li quali erano moltissimi, tornassero all'Ordine, et Ubbidienza antica di S. Guglielmo; ma semplicemente li concesse di potere restare nell'Ordine vecchio loro, senza unirsi al nostro. Né più d'Allessandro pretesero di concedere allo stesso Ordine de' Guglielmiti, li due Pontefici Successori immediati del detto Alessandro, che furono Urbano IV e Clemente IV, ma solo precisamente confirmarono, e non più, ciò, che haveva loro concesso il detto Alessandro.

6 - Hor supposto tutto ciò, ben si vede, quanto giustamente giudicasse, e sententiasse il suddetto Vescovo di Ratisbona a favor nostro, mentre disse, che le nostre Lettere Apostoliche prevalevano a quelle de' Guglielmiti, massime in riguardo di que' due Conventi di Semmansausem, e di Scontal, ovvero di Valle Speciosa; perochè non volendo questi Conventi godere del Privilegio, che havevano ottenuto li Guglielmiti da Papa Alessandro doppo la Bolla dell'Unione, di rimanere, cioè fuori della detta Unione, e restar sotto l'Ordine di S. Guglielmo, come prima, mutato però in un altro, per la mutatione essentiale della Regola; ma a valersi del primo, cioè d'unirsi all'Ordine di S. Agostino, il quale in sostanza era una cosa istessa col suo; avvegnachè non v'era prohibitione di ciò fare, ma solo potevano, in vigore della seconda Bolla, non unirsi se volevano, ma rimanersi separati e divisi; non potevano per tanto essere, da ciò fare, da chi che sia frastornati; laonde il Vescovo suddetto gli assicurò, che ciò potevano fare con buonissima coscienza; e così in questa guisa s'unirono.

7 - E che veramente la Bolla concessa a' Guglielmiti da Papa Alessandro, e confirmata da gli altri due suoi immediati Successori, non prohibisce il proseguimento dell'Unione de' Guglielmiti all'Ordine nostro, ma solo dasse loro facoltà di farlo, e di non farlo, come più li piacesse, lo vedremo sotto l'Anno 1266 nel quale veramente poi si determinò, che più verun Convento, o Frate del detto Ordine potesse all'Ordine nostro unirsi; e fu anche stabilito, che per pietà le si restituissero alcuni pochi Conventi de' tanti, che s'erano a noi incorporati, et uniti, per lo spatio di 10 Anni intieri, come di proposito, e con ogni ampiezza maggiore, in quel tempo, promettiamo di dimostrare.

8 - Ma già, che così a lungo habbiamo trattato di questi due Conventi di Semmansausem, e di Scontal, o di Valle Speciosa, li quali in quest'Anno s'unirono all'Ordine nostro stimiamo nostro debito il favellare ancora alquanto della loro primiera Fondatione. Gli è dunque da sapersi, che Giovanni Avventino nel lib. 3 de gli Annali di Baviera a car. 447 riferisce, che il detto Convento fu fondato per gli Agostiniani da Semmano Archidiacono di Ratisbona; ma viene costui convinto di falsità dal nostro eruditissimo Maestro F. Felice Milensio, il quale, nel suo Alfabeto, che scrisse de Monachis, et Monasterijs Germaniae a car. 87, espressamente dice, essere cosa indubbitata, che il suddetto Convento fu fondato da Enrico Bavarese della nobile Famiglia Seemana, Decano della Cattedrale di Ratisbona l'Anno 1255, e perciò volle, che si denominasse dalla sua Casa Seemana di Semmansausem, e lo fondò non per gli Agostiniani, ma per gli Eremiti di S. Guglielmo; e soggiunge il detto Milensio, d'haver vedute con gli occhi proprij le Lettere della detta Fondatione date nello stesso Anno 1255 a' 18 d'Aprile. Dice di più, che la detta Fondatione, e Donatione del sudetto Decano, fu confirmata da Alberto Vescovo di Ratisbona, il quale, non molto doppo concesse ancora alcune Indulgenze a chi visitava la Chiesa del detto Convento, e ciò sotto li 8 d'Agosto, il Diploma delle quali, così comincia: Cum novellae plantationi Fratrum Eremitarum S. Vuillelmi in Polkoven, etc. Il Fondatore poi morì nello stesso Anno, e le di lui Arme di Marmo, stanno esposte nella nostra Chiesa con un'Epitaffio di questa sorte: Anno Domini 1255 obijt Vener. P. D. Henricus Seemen Decanus Ecclesiae Ratisponen. Fundator huius Monasterij. E ciò per hora basti haver detto di questo Monistero, di cui altre volte ancora ci occorrerà di parlare.

9 - Quanto al secondo Monistero di Valle Speciosa, o Scontal, pure in quest'Anno dall'Ordine di S. Guglielmo passò ad incorporarsi nel nostro, non si sa di certo in che tempo fosse fondato, né da chi; imperochè, se bene il nostro Crusenio nel suo Monastico Agostiniano srive, che fu Fondato nell'Anno del 1161, et anche ne gli antichi officij di S. Guglielmo nella sesta Lettione leggevasi, che il detto Santo giunse una volta in questo Monistero di Valle Speciosa nella Baviera, nondimeno, come di queste cose non vi sia certo fondamento, sono già state da gli Eruditi, e massime dal dotto Errera, come apocrife stimate. Solo dunque habbiamo di certo, che questo Monistero fu fondato prima di quest'Anno del 1263 imperochè in questo si stima, che doppo la Sentenza data dal Vescovo di Ratisbona contro de' Guglielmiti, s'incorporasse, e si unisce con quello di Semmansausem all'Ordine nostro; ha poi prodotti questo Convento all'Ordine nostro, molti Religiosi di gran talento, fra quali, li più segnalati furono Maestro F. Giorgio della Valle Specciosa, il quale fu mandato dal Concilio di Basilea Ambasciatore alli Duchi di Baviera, e fu anche per il suo molto valore, più volte Provinciale della sua Provincia di Baviera; l'altro fu il P. Maestro Girolamo, sepellito in Viena l'Anno 1445, gran Teologo; et il terzo fu il Lettor Pietro Stiglero Religioso di gran virtù, anch'egli Provinciale; de' quali fanno hononorata mentione li suddetti Padri Milensio, et Errera.

10 - Passiamocene hora dalla Germania nel Regno di Boemia, a contemplare et ammirarare insieme la miracolosa e prodigiosa Fondatione d'un altro insigne Convento, riferita e narrata da Giorgio Bartolomeo Pontano nella sua Boemia Pia al libro primo; il fatto dunque nella seguente guisa passò. Un certo Ulrico di Vualdech nel fondo dell'Anno 1262, secondo però l'uso antico di cominciare l'Anno dall'Incarnatione, che viene appunto ad essere conforme il moderno costume di principarlo dalla Natività del 1263, a' 24 di Marzo, vigilia della Santiss. Annunciatione di Maria Vergine nostra Signora. Standosene una mattina nella sua Camera, fu di repente sollevato in aria fuori di quella da un vento piacevolissimo, e portato in una profonda e boscagliosa Valle, a cui due Personaggi Celesti, li quali prima nella stessa sua Cella gli erano poco dianzi appariti, gli mostrarono una bellissima Signora, e gli dissero: Questa è la Madre del tuo Signore Giesù Christo, la quale tu spesse volte invochi, affinchè per te prieghi il suo Figlio. Alle quali parole, subito il buono Ulrico protrossi, et all'hora così gli disse la Vergine: oh Ulrico, questa è la volontà del mio Figlio, che tu in questo Luogo, al suo et al mio Nome et honore, fondi e consagri un Monistero; per la qual cosa dal mio Figlio e tuo Signore, al quale di buona voglia servi, meriterai di ricevere ampijssima mercede e guiderdone. Doppo di che tutti incontanente disparvero; ma il buon Ulrico tutto pieno di gioia e di contento, segnando il luogo ove haveva un così alto favore ricevuto, havendo prima nel seguente giorno della Santiss. Annunciata, ottenuta la facoltà da Ottacaro Re di Boemia, di potere quel Monistero fondare, il giorno appresso, cioè a dire a' 26 di Marzo, gettò nelle Fondamenta della Chiesa e Monistero, già da esso destinato per l'Ordine de gli Eremiti nell'Isola, la prima Pietra; qual Monistero poi, in un brevissimo tempo finì di fabbricare, e v'introdusse li detti Religiosi. E nell'Anno istesso a' 13 di Maggio, Giovanni Vescovo di Praga li diede il suo consenso, e fece anche la Consecratione della Chiesa, il cui titolo in quel principio fu di Santa Maria; il quale così solo durò fino a tanto, ch'essendoli stato donato il Corpo di Santa Benigna, come nel suo tempo diremo, vi aggiunse ancora il titolo di questa Santa.

11 - Gia habbiamo inteso, che questo Convento fu dal Fondatore dato a' nostri Eremiti di S. Agostino, così espressamente dice il sopramentovato Pontano; e nondimeno il P. Errera tiene per costante nel suo Tomo primo dell'Alfabeto Agostiniano a car. 495, che fosse dato a' Guglielmiti, e che poi in vigore dell'Unione, s'incorporasse a' nostri Agostiniani; atteso che gli è certo, dice egli, che questo Monistero essendosi incorporato all'Ordine nostro, fu giudicato dal Card. Prenestino Giudice Conpromissario sopra le Controversie, che passano fra gli Agostiniani e Guglielmiti, intorno a questi Conventi loro incorporati all'Ordine nostro, che questo dell'Isola di S. Maria della Diocesi di Praga, già unito anch'egli al detto Ordine si rimanesse, come stava con altri. Io però stimo di certo, che questo Padre prenda questa volta un grand'equivoco, imperochè il Convento, che nell'Istromento, o Sentenza del Vescovo, e Cardinale Prenestino, si lascia all'Ordine nostro, non è per mio giudicio quello di S. Maria dell'Isola, ma quello di S. Giovanni di Bivonia dell'Isola di S. Maria della Diocesi di Praga, che però dicesi nel suddetto Istromento: Vallis S. Ioannis de Bivonia de Valle S. Mariae Dioecesis Pragensis; ove si noti, che dice, che il Convento de' Guglielmiti haveva il titolo di Giovanni di Bivonia, et era anch'egli fondato nella stessa Valle, che dal Monistero di S. Maria, haveva presa la nobile denominatione, et a dire il vero, se questo Monistero fosse stato fondato da Ulrico per li Guglielmiti in quest'Anno del 1263, e non per gli Agostiniani, come haverebbe potuto poi in vigore dell'Unione aggregarsi all'Ordine di S. Agostino indi a poco, e rimanervi ancora per sempre per sentenza del Vescovo Prenestino, se questo essendo stato fondato doppo l'Unione, gli è certo, che non sotto la Regola di S. Agostino, ma sotto di quella di S. Benedetto, già ottenuta da' Guglielmiti, sarebbe stato sottoposto, e così del certo l'haverebbe fatto restituire all'Ordine di S. Guglielmo, con gli altri due ch'erano già stati sotto la Regola di S. Agostino prima della Grande Unione. Di questo Monistero ne tornaremo a parlare più volte per l'avvenire, perchè veramente fin ch'egli stette nell'Ordine, fu sempre un gran Santuario, e d'indi anche n'uscirono Huomini insigni come, col divino favore ne' suoi luoghi, e tempi vedremo.

12 - V'è chi scrive altresì, et è per appunto il nostro eruditissimo Panvinio nell'Annotationi alla vita d'Urbano IV, che questo Pontefice fece in quest'Anno rifabbricare la Chiesa et il Convento de' nostri Frati d'Orvieto; et aggiunge il nostro P. Romano nella sua Cronica manoscritta, che il sito, e case, ove si fondò questa nuova Chiesa e Convento nella Strada dell'Olmo, furono comprate dal Card. Anchero nipote del suddetto Pontefice, qual dicessimo sotto l'Anno 1261, essere stato, in sentenza d'alcuni, Religiosi nostro, e che anche a sua contemplatione facesse il Papa suo Zio rifabbricare questo Convento. Ma se ciò è vero, come io certamente mi persuado, dovettero per avventura in questo tempo li nostri Padri, lasciare il vecchio et antico, fabbricato, e fondato già fin dall'Anno 1156, e riedificato da Innocenzo III nell'Anno1216, nel quale ancora, giusta il testimonio di Pietro Rodolfo Vescovo di Sinigaglia, haveva molti Anni prima studiato lo stesso Anchero, come già scrivessimo nel suo luogo; o pure diciamo, che nello stesso luogo acquistato nuovo sito per allargarsi, lo facesse Urbano più ampio e più magnifico, in gratia del Nipote, rifabbricare di nuovo; benchè, come scrive Monaldo Monaldeschi da Cervara nell'Historia d'Orvieto, havesse posta anche la mano in questa sagra impresa fin dall'Anno 1254 Innocenzo IV Sommo Pontefice. Comunque sia, gli è certo, che questo Monistero è antichissimo, et ha prodotti in varj tempi huomini molto celebri, et insigni, fra quali i più illustri sono stati il B. Francesco, di cui fa mentione il Panfilo e l'Errera; due Ugolini di Casa Malabranca ambi Vescovi di Rimini, e Patriarchi di Costantinopoli, che fiorirono l'uno nell'Anno del 1290, che fu anche spedito Legato, o Nuncio all'Imperatore Greco dal Papa; e l'altro intorno all'Anno del 1370, che fu Generale, e molto dotto, e fu uno delli nove Fondatori dell'Almo Collegio de' Teologi della mia Patria di Bologna; e Maestro Gasparo, che fu Procuratore Generale al Tempo d'Ambrogio da Cora; de quali più di proposito discorreremo ne' loro proprj tempi, con la Divina Gratia.

13 - Fu altresì in quest'anno trasferito dentro della Terra di Mindelaimo quel Monistero, che già sotto l'anno del 1260, scrivessimo essere stato fondato nel Borgo chiamato Bedernovu, una giornata lontana dalla Città di Augusta da quel nobile Cavagliere Schuvigardo, o pure Schuvigero da Mindelbergh, che era Cavagliere Aurato, e da D. Elisabetta Baronessa d'Aicham sua moglie. Gli Autori poi di questa nuova Traslatione furono Schuvigero Secondo nobile di Mindelbergh, et Edovige sua moglie. Già sotto l'anno 1260 al num. 30, dicessimo, che questo Convento fu fondato prima dell'Anno 1256 perochè essendosi incorporato et unito, in virtù della Bolla dell'Unione generale all'Ordine nostro, fu poi altresì confirmata la detta Incorporatione nell'anno 1266 dal Cardin. Prenestino, come all'hora più di proposito vedremo, con produrre ancora la copia dell'Instromento fatto per ordine del sudetto Cardinale nella Città d'Orvieto, e confirmato da Clemente IV, con una sua bolla, quale pur anche in quell'Anno registraremo; fra gli altri Soggetti prodotti da questo Convento, il più Illustre fu Hermano Vescovo di Nicopoli gran Teologo, che fiorì intorno all'anno 1413 in cui appunto fu creato Vescovo della suddetta Città da Giovanni XXIII, sotto il Patriarca di Costantinopoli; e dice il Milensio nel suo Alfabeto Germanico, che fu Suffraganeo del Vesc. di Praga, e che nell'anno 1414 consagrò l'altare della Visitatione della Beata Vergine nella nostra chiesa di S. Tomaso di Praga.

14 - Essendo fino a questo tempo stati fuori della Città, con molto scommodo, li nostri Padri d'Ipri nella Provincia di Fiandra, finalmente in quest'anno di Christo del 1263, havendo supplicato il Preposito et i Canonici di S. Martino a volerli dare l'ingresso dentro della detta Città (come forse ad essi toccasse di darli questa licenza) et havendone ottenuta un'ampia facoltà, alla perfine nel giorno di S. Benedetto a' 21 di Marzo sotto lo Stendardo loro, entrarono nella detta Città a fondare un altro nuovo Convento: così scrive Antonio Sandero nella sua Fiandra Illustrata, a car. 372, haver letto, notato da gli antichi padri nell'Archivio loro, in questa guisa: Anno D. 1263. Die S. Benedicti RR..DD. Praepositus et Canonici S. Martini Civitatis Iprensis receperunt Ordinem nostrum Augustinianum. E nell'anno seguente poi venderono li detti padri al suddetto Preposito il vecchio sito, e luogo, ove erano stati fino all'hora fuori della Città: così riferisce lo stesso Sandero nel luogo citato.